Marco sorride e mi porge la mano in modo
Educato
"Piacere marco salvati"
"Elena de Bari"
C'è dell'evidente imbarazzo da parte mia ma a salvarmi da quello ci pensa portamente il mio capo
"Marco fai vedere il tuo ufficio a Elena. Iniziate a lavorare e non trattarla male. Elena deve avere un po' di pazienza. Marco è molto pignolo sul lavoro."
Esco dall'ufficio del capo con Marco che mi segue
"Ok allora ti faccio vedere il tuo nuovo ufficio.
Si sono pignolo sul lavoro ma non così antipatico. Quindi tranquilla. So che sei nuova nel campo. Fin quando non imparerai bene come muoverti, ti aiuterò io"
Wow il tizio dispotico dell'altro giorni sembra essersi addolcito. È un'altra persona.Cordiale, disponibile..
E ora che noto meglio ha un sorriso perfetto che affascina subito
"Elena?"
"Si" dico in tono molto più dolce
"Spero che sul lavoro non te la cavi come con i parcheggi. Vediamo di non combinare guai qui. Ok?"
Ecco appunto. È tornato antipatico.19.00
"Sono tornata"
Entro a casa e annuncio il mio arrivo.
Mio padre sbuca in cucina.
"Pensavo tornassi prima. Tutto bene?"
Da dove potrei iniziare?
Allora papi..venendo qui ho rovinato la fiancata destra della macchina..colpa dinuna curva stretta ovviamente Ma non è colpa mia, ma colpa del nervoso. Oggi ho scoperto di avere come collega un tizio che alterna gentilezza e antipatia.ma nonostante la paura di non essere all'altezza del nuovo lavoro e lo stress che sto accumulando tutto bene.
Risponderei così a mio padre
Ovviamente opto per la risposta più concisa.
"Si si tutto bene"
"Ottimo...dai fatti una doccia e presto si mangia"
"Arrivo"Il giorno dopo
Esco dall'auto dopo un parcheggio che ritengo perfetto e quando alzo gli occhi incrocio quelli azzurri di Marco.
"Che ci fai qui?"
"Non potevo mica perdermi un tale spettacolo! Te che parcheggi! "
E inizia a ridere di gusto.
Maledizione è fastidioso ma è molto più bello quando sorride. Non dovrei avere questi pensieri visto che è il mio capo.
"Spiacente di deluderti allora..come vedi oggi sono stata perfetta e non ho sbagliato nulla"
"A giudicare dalla fiancata dell'auto credo che ieri hai già fatto domani..comunque un uomo paziente. Aspetterò
È troppo divertente la tua guida"
"Ma non hai nessuno da sfottere in quell'ufficio che ti concentri su di me?"
Il tono dovrebbe essere acido ma non posso evitare di riderci su
"Che vuoi fare? Sei la mia preferita"
"Dai per ricompensarti degli sfotto che ti farò ti va un caffè? "
AccettoBar
Mi sto bevendo il mio espressino.
"Ogni giorno vengo sempre qui prima.del lavoro..Mi ricorda un bar che frequentavo sempre al liceo mentre aspettavo di entrare alla seconda ora .il coffe time" mi racconta
Sto per strozzarmi con il caffè
Non può essere una coincidenza perché questo bar ricorda anche a me lo stesso posto
"Sei di modena? Hai frequentato il liceo scientifico?"
"Si certo. Perché? "
"Anch'io. Assurdo siamo della stessa città e abbiamo frequentato lo stesso liceo. Ma non ti conosco"
Non so perché ma Marco sbianca
"Tutto bene??" Gli chiedo toccandogli il suo braccio.
Come se avesse preso una scossa, Marco si allontana
"Tutto ok....mi sono accorto che stiamo perdendo tempo..andiamo a lavoro"
"Aspetta un attimo"
"Portati la briosche in studio. Dobbiamo lavorare. Basta ingozzarsi si schifezze" afferma
Bah certo che quest'uomo è strano
Anche nelle ore successive Marco è molto critico, pignolo e severo nei miei confronti.
Non sembra esserci traccia dell'uomo sereno della mattina.18, 00
Wow...che bello essere tornato a casa
Oggi in ufficio è stata un'agonia
M riitornano il mente le sue ultime parole
"Ma maledizione. .puoi stare più attenta. .gli affari non sono dei conti..bisogna essere precisi...guarda che errore hai commesso"
"Veramente marco questa fattura l'hai sbrigata tu non io"
"Ma questo non toglie che sei distratta. Ok per oggi puoi andare ci vediamo domani e per favore non dimenticare a casa la pazienza e concentrazione" dice in tono spazientito che non ammette repliche
"Non la perdo mai..tu piuttosto vedi di non dimenticare le buone maniere. Meno male che dovevi aiutarmi" dixo prima di sbattergli la porta in faccia.
"Elena aspetta rientra dentro" mi dice l'arrogante
Ovviamente non l'ho ascoltato
Che tipo!e pensare che stamattina mi ero rilassata in sua presenza.
Ma che gli ho fatto?
Mi affretto a prepare la cena quando suonano al citofono. Sarà mio padre"Scendi. Dobbiamo parlare"
Quella voce la riconosco. È il ritorno di un incubo. La ricordo molto bene nei momenti più dolci ma purtroppo la ricordo più per quando si accompagnava a schiaffi, insulti. Ho chiuso con lui e l'unica colpa è che ho aspettato troppo per farlo, in particolare l'ho capito il giorno in cui le sue botte per scenate di gelosia assurde mi hanno mandato in pronto soccorso
"Scendi maledizione. Dobbiamo parlare. Ho bisogno di te. Sono cambiato"
"Lasciami in pace. Sparisci"
"Oh guarda vedo che viene incontro tuo padre. Scendi o parlerò troppo"
Mio padre morirebbe di dispiacere nel sapere alcune cose. Odio cedere alle minacce ma non ho altra scelta
"Scendo"Mi tremano le mani quando apro il portone. Ricordo bene le sue odiose mani strette sulla mia vita, la puzza di alcool, il mio tentativo di svincolarmi capite le sue intenzioni e lo schiaffo sonoro ricevuto. Sono caduta,ho urtato contro un comodino talmente forte che sono stati neccessari dei punti. Da allora ho paura quando lo vedo.
Ho persino cambiato numero di cellulare ma purtroppo alcune amicizie in comune potrebbero avergli detto dove abito
Ed eccolo li invece con uni sguardo pentito e gli occhi dolci che potrebbero ingannare qualsiasia donna ma non me.
Stefano il mio ex si avvicina e prova ad abbracciarmi
Lo scanso subito
"Mi sei mancata..ti amo. "
"Che vuoi? Mi sembra di essere stata chiara. Non voglio vederti ne' sentieri.
È finita"
"No per me non è finita. Tu sei la mia donna"
Mi afferra bruscamente un polso e prova a tirarmi verso di lui
"Lasciami"
"Dai ci facciamo un caffè. E poi ti lascio in pace. Ti prego..almeno lasciamoci come persone civili"
Non devo cascarci. Visto così sembra davvero pentito. Alla fine mi sta chiedendo solo un caffè e potrei accettare.
"Dai piccola..un caffè insieme..solo qiesto ti chiedo" mi accarezza dolcemente la guancia.
Magari fosse stato sempre così nei miei confronti :paziente, calmo e dolce
"Come va al lavoro?"
"Bene"
"Non capisco perché ti ostini a lavorare. Potrei mantenerti io"
"Lo sai..lavoro per la mia indipendenza e perché mi piace questo lavoro. È. Il.mio sogno"
All'improvviso si blocca e mi fulmina con lo sguardo. Mi guarda indignato come se la stronza tra i due fossi io
"Ti piace il lavoro o qualche tuo collega? Scometto che hai già un altro. Non perdi tempo. Sei stata con.qualcuno vero??"
Non mi da tempo di dire nulla. Mi sbatte.con forza contro il muro e in un attimo è su di me. Mi sta schiacciando
"Lasciami ti prego"
"No..tu sei solo mia..e basta"
Il suo respiro mi mette i brividi.
"Lasciami" urlo
Le sue mani stringono forte il mio collo e lo sguardo di fuoco che mi rivolge mi terrorizza...
Ho paura voglia strozzarmi
"Potrei diventare pericoloso se scopro che te la fai con qualcuno.. ricorda che mi appartieni"
Chiudo gli occhi in preda al panico.
Ritorno la ragazzina che sopportava lividi e schiaffi in silenzio perché aveva paura che potesse farmi più male se provavo a scansarlo.Ho paura e sono incapace di reagire.
Spero che non mi faccia del male ma voglia solo spaventarmi
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Le coincidenze dell'amore
RandomElena ha perso sua sorella tre anni fa. Da allora si è preda cura di suo nipote Lorenzo e ha cercato invano sempre di scoprire il nome dell'uomo che ha abbandonato sua sorella alla notizia che era incinta. l'incontro con Marco la porterà a rimetter...