Cap 12 Lontani

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Il giorno dopo

Come una furia libero la scrivania dai miei oggetti personali.
Ho appena dato le dimissioni e me ne sono andata. Non potrei sopportare di trascorrere un minuto in più con uomo che ha rovinato la vita alla mia famiglia.
Ancora adesso non riesco a credere agli strani e crudeli scherzi del destino.
Tra tanti perdere la testa proprio per lui, l'uomo che più di tutti ho odiato!!
Quando alzo la testa vedo accanto alla mia postazione Marcello.
"Senza di te non sarà la stessa cosa..sei la prima donna simpatica che trovo..che mi sgridava e non cedeva al mio fascino"
Negli ultimi tempi si era stabilito un bel rapporto di amicizia tra noi forse grazie al fatto che ero una delle poche donne con cui non era andato a letto.
"Dove la trovo un'altra che mi rimprovera quando faccio troppo il galletto?"
"Lo sai che non sparisco..quando vuoi farti due chiacchiere basta che mi chiami"
"Ele perché?. .avevi trovato un lavoro qui e anche l'amore. Che fai? Siccome hai litigato con il capo sacrifichi i tuoi sogni? "
" non abbiamo litigato..abbiamo rotto e niente potrà sistemare le cose"
Marcello mi abbraccia e mi sussurra all'orecchio
"Mi dispiace...non so cosa sia successo..se vuoi una spalla su cui piangere ci sono..anche per consolarti"
La sua insistenza mi fa sorridere e nelle ultime ore ho solo consumato lacrine
"Vai adesso..non mi piacciono gli addii...ci vediamo presto"
Mentre va via mi lancia un bacio dalla vetrata. Marcello è così. È nella sua natura quella di pavoneggiare sempre con le donne. Sembra molto sicuro di sé ma nasconde le sue insicurezze.
Il mio sguardo cade sulla scrivania di Marco... pardon dello stronzo.
Non riesco a credere di essere stata così ingenua. Avrei dovuto capire che qualcosa non quadrava visto il suo attaccamento a Lorenzo.
Con lo scatolone in mano apro la porta del mio ufficio. Mi trovo Marco che mi fissa incredulo e triste.
"Allora è vero...non riuscivo a crederci quando me lo hanno detto..ti sei licenziata?"
Ha gli occhi lucidi come i miei.
Lo ignoro provando a scansarlo
"Togliti...lasciami passare"
"No .insultami, mandami al diavolo ma parliamone..fammi spiegare. .io ti amo"
Alzo gli occhi al cielo.
"Tu non hai la più pallida idea di cosa significhi amare"
"Ho sbagliato...lo so..sono stato un codardo..ma credimi..mi avevano detto che era morto"
"Taci..non voglio sentire la tua voce..dimenticami perché credimi per me sei morto"
Queste parole lo spiazzano, lo paralizzano dandomi l'opportunità di andarmene

Poco dopo me lo ritrovo in strada a impedirmi di ripartire.
Si piazza accanto al finestrino del posto di guida e mi implora con gli occhi di ascoltarlo
"Mi avevano detto che era morto...devi credermi"
Ho avuto il dubbio che fosse vero quello che mi aveva detto.
Ho chiesto a mio padre se c'era la possibilità che avesse ragione ma ovviamente ha negato.
Mio padre ha trascorso tutta la notte in ospedale e nessuno ha chiesto informazioni su Giada e sul bambino
Riesco finalmente a guardarlo negli occhi. Penso di avere uno sguardo cieco di rabbia.
"Taci..ti fai schifo da solo e hai inventato questa storia per avere meno sensi di colpa"
Metto in moto l"auto e mentre sto mettendo la prima vedo che mi lancia un biglietto da visita.
"Chiama l"infemiera e chiedi..tutti a modena pensavano che il bimbo fosse morto. C'e qualcuno che mente e ha mentito in questa storia"
Sento queste parole mentre metto la marcia e dedico di allontanarmi da lui e dal bisogno idiota che ho avuto di uscire l'auto e ascoltarlo...e forse abbracciarlo.
Basta!
Devo smetterla e ritornare in me.

Appena tornata a casa la prima cosa che faccio è quella di buttare il bigliettino da visita ricevuto. La verità è quella detta da mio padre. In questi anni non si è mai fatto sentire. Non voleva saperne del bambino. Sapeva benissimo che esisteva ma ha finto di dimenticarsene.

Marco

Anche oggi ho passato la giornata a lasciare messaggi in segreteria e fissare il cellulare in attesa di una risposta. Sono a pezzi ma non mi do' oer vinto. Scoprirò la verità.
Parecchie cose non quadrano in questa storia
"Perché tutti sanno che il bimbo era morto? Perché fuggire da Modena appena nato il bambino? "
Mille sono i dubbi che mi frullano in testa e non posso aspettare un minuto di più
Farò di testa mia
Quando vedo il telefono illuminarsi, sorrido per la gioia. Forse è Elena
"Ele dimmi tutto"
"Marco sono Sara tua sorella"
"Ok..dimmi" dico in tono brusco
"Frena l"entusiasmo di sentirmi. .come va?"
Sono in fiume in piena e gli racconto tutto. So bene che qualcosa la sapeva già da Dario. Sono marito e moglie ed una coppia affiatata.
"Ho combinato un casino..in poco temoo ho trovato l'amore e mio figlio e rischio di perdere tutto..Sara non ci sto capendo più nulla..ti prego aiutami"
"Basta piangere. ..non serve a nulla..devi lottare..ti giuro che Dario sta facendo di tutto per scoprire la verità .
Tu non demordere...chi sa di dire la verità non deve avere paura..continua a insistere"
"Sara ti dispiace se vengo a stare da voi per un po' ?"
"C'è sempre posto oer te...e con il lavoro come fai?"
"Sono cambiate le priorità. .
L'unica cosa importante è Elena e mio figlio. Voglio solo recuperarli e posso farlo solo scoprendo la verità"
La ringrazio del sostegno e chiudo la chiamata. Anche stanotte prima di addormentarmi mando la buona notte a Elena ovviamente senza ricevere nessuna risposta.

Elena

Due giorni dopo dal mio licenziamento ho riavuto il posto. Mi hanno detto che Marco ha chiesto espressamente di sostituirlo per due settimane. Non so dove sia andato. All'inizio ero tentata di rifiutare. Sono sicura che ci sia lui dietro la mia riassunzione. Ho accettato perché ho un nipote da mantenere e lavorare mi aiuta a distarmi dalle mie pene d'amore.
Sono quasi arrivata a casa e non vedo l'ora di rinchiudermi in camera e piangere. Starmene da sola.
È dura abituarmi all'assenza di Marco w resistere dalla tentazione di mandargli un messaggio. Sono sovrapensiero e non mi rendo conto di aver trovato la porta socchiusa e le luci accese.
Di solito mio padre rincasa più tardi e nemmeno Lorenzo è in casa
"Papi sei tu?"
Nella casa c'è un silenzio sospetto
Quando entro in salotto non credo al casino che trovo.
I cassetti della credenza sono tutti aperti, i cuscini del divano sono strappati, il divano è ribaltato,
Il pavimento è coperto di cocci di vetro, dei miei fogli di lavoro e documenti di mio padre. Tutte le cartelline che contenevano questi documenti sono distrutte e sparse. Per terra trovo il mio pc letteralmente distrutto.
Quello che mi colpisce di più è che gli oggetti di valore come argento e oro sono palesemente in bella vista.
Perché i ladri non li hanno portati via?
Se non cercavano soldi, chiunque sia colpevole di questo uragano cosa cercava?

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