DC

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Ogni sera prima di andare a dormire, accendo la lampada sul mio comodino in legno scuro accanto al letto e leggo uno dei tanti libri esposti nella mia libreria. Stavolta ne comincio uno nuovo, un genere thriller che si intitola "L'oscuro riflesso nello specchio". Proprio mentre sono completamente persa nella lettura, sento un rumore provenire da sotto e, forse influenzata dal romanzo, credo di essere in casa con uno spettro. Scatto giù dal letto, afferro la lampada e avanzo con passo felino verso la cucina. Penso proprio che dovrei cambiare abitazione, magari ad andarmene fuori città e trovare un bel monolocale. Mi sono stancata di provare il terrore ogni notte che qualcuno possa entrare per derubarmi o, addirittura, uccidermi. Nemmeno i miei pazienti sociopatici hanno questa tendenza a comparirmi in casa. Quello che mi turba di più è che ogni volta mi sale l'ansia per niente. Inizio a pensare di star perdendo la testa. A molti psicologi, terapeuti e psichiatri succede: ti sforzi talmente tanto di restare a mente lucida, soprattutto con i casi patologici più gravi, che poi dopo un certo punto il carattere forte svanisce e lascia spazio alla debolezza. Purtroppo non è un lavoro per tutti, costa parecchi sacrifici fisici e mentali. Dopo aver controllato in tutte le stanze se ci fosse qualcuno, mi rassereno nel vedere che non ci sia nessuno e torno a dormire. La mattina seguente, una ragazza di all'incirca sedici anni si avvicina a me con tono provocatorio:

"Lei crede di sapere tante cose, non è così?"

"Non capisco a cosa tu ti stia riferendo signorina."

"Non è sposata e non ha figli, eppure si permette il lusso di dare consigli alle mamme su come educare i propri figli. Che cosa ci guadagna lei a vedere delle famiglie distrutte? A parte i centoni intendo ovviamente."

"Il mio intento non è quello di sfasciare famiglie, ma di migliorare la salute delle persone. Ma poi, potrei sapere con chi sto parlando? Spiegami cosa ti abbia fatto."

"Mia mamma è quella a cui lei ha detto di allontanarsi da mio padre, perché secondo la sua opinione è un soggetto pericoloso. Può essere un uomo senza dignità per averla tradita questo si, ma non è un assassino o un drogato!"

"L'ho fatto per il bene di tua madre e tu dovresti comprenderla, invece di prendertela sempre con lei per qualsiasi cosa ti succeda"

"Lei non sa cosa vuol dire avere tutti contro di te. Mio padre almeno ha il buon gusto di non rivolgermi proprio parola."

"E preferisci una persona che è completamente apatica nei tuoi confronti, piuttosto che una madre che ti ama e fa di tutto per te e con cui avete un minimo di dialogo?"

"Si, esatto. Preferisco un bastardo che è stato sempre coerente con me da quando sono nata, piuttosto che una madre che per ogni minima cosa che faccio mi giudica male, perché secondo lei non so cosa voglia dire la parola educazione".

"Sai perché ti dice quello che pensa? Perché vuole che tu capisca che rispondere con rabbia non è mai la soluzione."

"Mi piace essere arrabbiata, tutti mi sentono e si stanno al loro posto. Non voglio essere interrotta da nessuno. Né tantomeno, mi devono dire quello che devo fare. A me piace condurre questa vita, mi appartiene, la sento mia!", continua a esclamare con tono irato

"Che vita conduci? A quest'ora di mattina dovresti essere a scuola!"

"Non sono affari suoi! Mi mantengo da sola, perciò faccio quello che voglio."

"Che lavoro fai?"

"Guadagno un sacco di soldi, è questo l'importante"

"I soldi non sono tutto nella vita. Sai quanta gente disperata c'è in giro? Che non ha una famiglia, né un'amante, nessuno. Appesi nel baratro della disperazione, drogati e alcolizzati, che hanno un sacco di soldi e poi conducono una vita da pezzenti. Tu vuoi vivere così? "

"Io vivo come mi pare, arrivederci", termina la ragazzina andandosene via

Il Disturbo della Condotta (DC) è un disturbo di natura comportamentale, riscontrabile in bambini e adolescenti, caratterizzato dalla tendenza a violare, in maniera ripetitiva, le regole imposte dal contesto esterno, a prevaricare gli altri, a mentire e dalla messa in atto di comportamenti spesso violenti, che possono rappresentare un potenziale danno o pericolo per gli altri. Un bambino o un adolescente con DC appare come: prepotente, minaccioso,
intimidatorio nei confronti degli altri,
crudele verso persone e/o animali. Nello specifico, si ha a che fare con bambini che danno inizio a colluttazioni fisiche, mentono per ottenere vantaggi, rubano o distruggono proprietà altrui, utilizzano armi o oggetti per arrecare danno o dolore ad altri, trascorrono la notte o periodi più o meno lunghi fuori casa e appiccano incendi. I comportamenti possono portare a: sospensione o espulsione dalla scuola, problemi di adattamento scolastico/lavorativo, difficoltà legali, malattie a trasmissione sessuale, gravidanze indesiderate e lesioni fisiche da incidenti o da colluttazioni; ma anche, inizio precoce di attività sessuale, uso di alcool, fumo, uso di sostanze illegali, comportamenti temerari e rischiosi. Il DC è un disturbo spesso riscontrato in comorbidità con:
-Disturbo da Deficit dell’Attenzione e Iperattività (ADHD): ciò potrebbe essere dovuto al fatto che i due disturbi possono essere il risultato di comuni fattori di rischio temperamentali;
- Disturbo Oppositivo Provocatorio (DOP): il DC infatti potrebbe avere alla base un DOP pregresso;
- Disturbo da Uso di Sostanze (SUD): un DC porterebbe a un aumento della possibilità di sviluppare un Disturbo da Uso di Sostanze;
- Disturbi d’ansia e/o Disturbi dell’umore (disturbo depressivo o bipolare): soprattutto in risposta alla compromissione relazionale a cui questi bambini e ragazzi si trovano a dover far fronte;
- Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA);
- Disturbo della comunicazione.
Tra i fattori di rischio troviamo quello familiare se si riscontrano problemi di trascuratezza da parte dei genitori, pratiche educative incoerenti, abuso fisico o sessuale, o per genetica esistono le stesse patologie o comunque simili. Oppure un altro fattore è quello di comunità: c'è un rifiuto da parte dei coetanei o un'associazione con un gruppo a condotte delinquenziali, violenza di quartiere.
Inoltre, è opportuno specificare il livello di gravità del disturbo:
- lieve= se si presentano pochi o nessun altro problema di condotta oltre a quelli richiesti per porre la diagnosi e causano danni relativamente minori, ad esempio bugie, assenze ingiustificate, rimanere fuori fino a tardi o senza il permesso;
- moderata= se il numero dei problemi di condotta e i loro effetti sull’altro sono intermedi tra quelli definiti lievi e quelli gravi, ad esempio rubare senza affrontare direttamente la vittima e atti di vandalismo;
- grave= se sono presenti numerosi problemi di condotta oltre a quelli richiesti per porre la diagnosi e causano danni notevoli agli altri, ad esempio forzare qualcuno per avere delle prestazioni sessuali, crudeltà fisica, uso di armi, rubare affrontando direttamente la vittima, furto con scasso.
I maschi manifestano più frequentemente aggressività fisica, furto, vandalismo e problemi di disciplina scolastici, mentre le femmine sono più propense a dire bugie, fare assenze a scuola, scappare di casa, usare le sostanze e prostituirsi.
Dal punto di vista psicoterapeutico, la Terapia-Cognitivo-Comportamentale prevede l'ascolto del paziente e la validità delle sue motivazioni e, successivamente, l'identificazione e promozione di processi di adattamento socio-emotivi-comportamentali alternativi a quelli solitamente messi in atto e maggiormente funzionali. Ma è importante, soprattutto, il lavoro delle famiglie perché devono osservare e identificare i comportamenti dei figli e su loro stessi come genitori e condividere degli stessi interessi come strategie finalizzate a promuovere atteggiamenti adattivi dei figli.



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