FILOSOFIA DI VITA

4 0 0
                                    

Molti filosofi, scrittori, poeti, scienziati erano folli. Un filosofo che, a parer mio, attraverso la sua follia è riuscito a manifestare la sua creatività è stato Nietzsche, proprio perché egli è entrato nell'abisso dell'essere umano. Per scorgere le nostre debolezze, le nostre fatiche, i nostri punti di domanda, tutti noi ci rendiamo conto di essere miseri, piccoli, di aver paura di ammalarci e di morire, di non avere un senso nella vita. Ecco qui che, secondo me, la filosofia di Nietzsche non era più di tanto malata: rappresentava una strada risolutiva di tutte quelle domande, preoccupazioni, angosce che tutti gli esseri umani vivono. Lui ha scelto la strada dell'uccisione di Dio: nella condizione della miseria umana egli ha preferito restarci. In passato, alcuni critici usarono la malattia del filosofo per affermare che le sue idee non fossero buone o vere. Pensarono che la sua malattia fosse la causa del suo pensiero, o che il pensiero causasse la sua malattia. Qualunque cosa accadesse, la gente pensò che essere malato significasse che ci fosse qualcosa di sbagliato nelle sue idee. Credettero che se qualcuno avesse una mente malata, anche le sue ideologie e convinzioni fossero malate. Poi alcune cose cambiarono: alcuni scienziati iniziarono a pensare che essere malati potesse effettivamente aiutare a trovare idee creative per lo sviluppo del pensiero. La sofferenza e il sentimento di Nietzsche lo aiutarono a vedere il mondo in un modo diverso. Quello che ci interessa sapere è che il filosofo soffrì di Alzheimer. Fu un bambino triste, assorto nei suoi pensieri e molto sensibile. Ebbe una personalità unica: un giorno sentì parlare di una storia dell'Antica Roma su Muzio Scevola e, ispirato dalla vicenda, afferrò un carbone ardente e lo strinse nella mano provocandosi una dolorosa ustione che lasciò un segno permanente sulla sua pelle. Poi, crescendo iniziò ad avere forti mal di testa e dolori agli occhi, ma questo non gli impedì di studiare. Fumò accanitamente sigari, bevve molta birra e frequentò i bordelli della città. Ma non gli piacque il tipo di vita che conduceva la maggior parte delle persone, così scelse di stare da solo. Sfortunatamente, contrasse la sifilide che, con il tempo, lo fece ammalare nella mente e nel corpo. Durante la guerra, mentre si prendeva cura dei soldati, si ammalò gravemente di dissenteria e difterite. Cominciarono altri guai per la sua salute: forti dolori nevralgici, crampi allo stomaco e vomito, accompagnati da ittero, probabilmente per un'epatite infettiva. I disturbi si accompagnarono ad alcuni problemi di salute che resero difficile dormire, con stanchezza cronica e disturbi alla vista. Questi sintomi suggerirono che avesse una malattia chiamata "paralisi progressiva" o "demenza paralitica", il terzo stadio della sifilide. Tuttavia, nonostante la sua malattia, continuò a sviluppare un'idea completamente personale dei mali che lo affliggevano, collegandoli ai destini generali della nostra società, alle esperienze della sua famiglia e alla sua stessa vita. I suoi dolori li percepì come una patologia generalizzata: scrisse una lettera ad un suo amico dicendo di voler organizzare un complotto globale contro l'imperatore tedesco Adolph Hitler, o di essere la reincarnazione di personaggi come Alessandro Magno, Cesare, Voltaire, Napoleone e Dionisio. Ricoverato in un nosocomio, la visita medica rivelò una paralisi del viso a sinistra, un'anisocoria con un diametro maggiore della pupilla destra, una perdita del riflesso alla luce e una forte miopia. Le crisi di follia indussero i medici a proibire le visite e a somministrargli dosi massicce di sedativi. Ebbe diversi episodi di follia, tra cui si ricorda quando si imbrattò di feci e di urine e bevve l'urina dal vaso. Le condizioni fisiche e mentali del filosofo e scrittore si accentuarono quando le idee di grandezza iniziarono a restringersi e la sua mente divenne sempre più distaccata. Il fautore del mito del Superuomo era ridotto ad un vecchietto, un pazzo incapace di qualsiasi ragionamento logico, di pensare e di scrivere. Poi avvenne la morte in seguito ad una polmonite. Alcuni pensano che il motivo per cui si ammalò fu il duro lavoro sui suoi progetti creativi. Forse Nietzsche sapeva di non essere in buone condizioni e menzionò questo duro lavoro in una sua citazione famosa del libro "Al di là del bene e del male": <chi lotta contro i propri mostri deve fare attenzione a non diventare egli stesso un mostro. E se tu riguarderai a lungo in un abisso, anche l'abisso vorrà guardare dentro di te>. 

Uno scienziato che mi ha colpito particolarmente è stato Stephen Hawking, a proposito di genio e follia. Egli nacque esattamente trecento anni dopo la morte di Galileo, nel 1942. Malgrado possedesse un QI pari a 160, lo stesso che molti biografi attribuiscono ad Albert Einstein, da piccolo prendeva voti bassi ed era tra gli alunni peggiori della sua classe. Ma mentre nel tempo libero gli altri bambini pensavano a giocare, lui si divertiva a smontare radio e orologi per capire come funzionavano. Per sentirsi come gli altri suoi coetanei, iniziò ad appassionarsi alla musica, alla fantascienza e allo sport. Una volta entrato all'Università di Cambridge, la sua vita giunse ad una svolta inaspettata: una serie di cadute e strane perdite di equilibrio lo costrinsero a sottoporsi ai primi accertamenti. Gli fu diagnosticata una malattia degenerativa dei motoneuroni, in particolare la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) e lo informarono che gli restavano soltanto due anni di vita. Sposò la sua fidanzata del college, Jane Wilde, e si impegnò negli studi con ancora più determinazione di prima. Per fortuna, la previsione dei dottori non si realizzò, anche se la sua condizione colpì i neuroni responsabili del movimento e lo debilitò giorno dopo giorno, fino a privarlo della sua autonomia e della sua capacità di parlare. Hawking continuò a viaggiare, a conversare di massimi sistemi con i grandi leader mondiali e alle platee di esperti del settore e non solo, attraverso il suo sintetizzatore vocale azionato da un sistema di riconoscimento facciale a infrarossi in grado di trasformare in parole i movimenti minimi del volto e quelli oculari. Ebbe una carriera costellata di premi, lasciando un segno nella cultura di massa. Per le sue ricerche sui buchi neri, sulla cosmologia quantistica e sull'origine dell'universo, raggiunse traguardi incredibili ottenendo la carica di direttore del Dipartimento di Matematica Applicata e Fisica Teorica di Cambridge. Oggi è sepolto vicino a Isaac Newton e Charles Darwin, come tributo ad un uomo che ha dimostrato come il potere della mente possa sfidare l'impossibile.  

Perché  ad oggi si coadiuva la medicina con la filosofia? Ebbene, il fondatore fu Rudolf Steiner che inventò la Medicina Antroposofica. Egli aveva capito che  la malattia non è puramente fisica ma è il risultato di una disarmonia tra l'uomo esteriore e quello interiore. L'antroposofia è un percorso spirituale e filosofico, anche noto con il nome di "Scienza dello Spirito". Da "Anthropos" che significa uomo e "Sophia" saggezza. Si basa sulla visione che l'essere umano è costituito da tre elementi fondamentali: il corpo eterico (energia vitale), il corpo astrale (sentimenti ed emozioni), e l'Io (la coscienza, la psiche e l'essenza divina). Secondo l'antroposofia di Steiner, l'armonia e l'equilibrio tra questi tre componenti influenza lo stato di salute dell'essere umano. I rimedi antroposofici sono ottenuti da sostanze naturali come piante e minerali, che vengono sottoposte a processi di diluizione e dinamizzazione. Sono utilizzati per trattare diverse patologie, tra cui le malattie croniche, le malattie autoimmuni, le malattie psicosomatiche e oncologiche, nella prevenzione delle forme allergiche. La medicina antroposofica si avvale anche di diverse tecniche terapeutiche, tra cui l'arteterapia, la terapia del movimento, musica, canto e terapie manuali, che aiutano a ristabilire l'equilibrio tra corpo, anima e spirito. 

"La malattia si presenta soltanto se vi è possibilità di guarigione, è sempre una prova. Ma, una prova che se superata porta alla guarigione. La malattia viene perché vuole spronare l'uomo alla guarigione tramite il cammino e il lavorio che egli attua nel corso della patologia. La malattia porta in sé già prevista la sua guarigione, di per sé non vorrebbe mai portare alla morte. Questa sopravviene non quale conseguenza del processo di malattia, ma soltanto perché non vi sono nell'uomo le forze capaci di migliorare sé stesso. Quale anima in evoluzione subentra alla guarigione quando un uomo in relazione al suo karma complessivo, mediante il superamento della malattia, si appropria di forze che lo aiuteranno a progredire come anima migliore ed innalzata nel piano fisico. Quando una malattia diventa cronica significa che l'uomo si muove in un circolo chiuso."                                                                                                                                                                Il significato esoterico della malattia di Rudolf Steiner 

APPESI AL FILO DELLA FOLLIADove le storie prendono vita. Scoprilo ora