MEGALOFOBIA

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"L'umanità non è che un insignificante puntino, destinato ad arrivare e a scomparire, senza che la sua apparizione sia notata o che la sua dipartita sia rimpianta".
Lovecraft

Howard Philiph Lovecraft è la figura dell'angoscia esistenziale, considerato il padre del genere horror moderno insieme ad Edgar Allan Poe. I suoi racconti parlano di persone colte, raffinate, ma che si spingono troppo oltre i limiti di ciò che può essere conosciuto e concepito, impazzendo o cadendo nella depressione. Dunque, egli ha formato un pensiero misogino e pessimista che professa l'insignificatezza dell'uomo nel cosmo: Cosmicismo. Quello creato da Lovecraft è un mondo all'apparenza normale ma che nasconde sotto la superficie segreti e misteri, divinità ostili o indifferenti, il cui operato è inconoscibile alla mente umana e conduce l'uomo alla pazzia.
Il tema dell'angoscia è sviluppata come tema centrale sia in Kierkegaard e sia in Heidegger. Entrambi i filosofi concepiscono l'angoscia come l'intrinseco 'sentimento' che pone l'uomo di fronte alle infinite possibilità dell'esistenza. Per Kierkegaard questa disposizione dell'esistenza è in parte compensata e sopportabile grazie alla fede in Dio, nelle cui mani ci si affida, mentre Heidegger non accetta questa soluzione dato che per lui la disposizione dell'angoscia non assume un carattere così negativo. Per Heidegger il punto è sviluppare una filosofia che gli permetta di poter riportare al centro della speculazione il vissuto dell'uomo per poter poi parlare dell'essere, essendo l'uomo l'unico ente (Dasein) in grado di interrogare l'essere. L'angoscia dunque non è una disposizione prettamente negativa ma che esprime la responsabilità umana di progettare attivamente il proprio futuro. La differenza è tutta qua, l'angoscia è paralizzante per Kierkegaard e non per Heidegger. Per quest'ultimo l'unica possibilità che spazza via tutte le altre è la morte. 

Ritornando al concetto lovecraftano dell'essere gli uomini dei puntini di fronte al cosmo, una fobia associata a ciò è la megalofobia, ossia la paura generalizzata degli oggetti di grandi dimensioni. Esempi sono gli aerei, le navi, i grandi palazzi, i grattacieli, i grandi animali, le sculture, gli aeroplani. A volte il terrore colpisce anche di fronte a panorami come montagne o vette molto alte, colline estese, alberi enormi, attrezzature da costruzione, grandi specchi d'acqua. Il sentimento di essere travolti/e prende il sopravvento e si manifesta sottoforma di vari sintomi come per esempio il mal di testa acuto e improvviso, la sudorazione eccessiva, la nausea acuta, il mal di stomaco, le palpitazioni forti, problemi a fare un ciclo respiratorio completo. A volte il malessere si estende ai processi digestivi dando anche diarrea unita a sensazioni di tremore. In molti casi questo problema deriva da disturbi psicologici riguardanti esperienze traumatiche vissute in infanzia o adolescenza. La psicoterapia risulta il modo migliore per affrontare questo problema. A volte la terapia si basa sull'esposizione graduale a oggetti o immagini di oggetti di grandi dimensioni, in modo da andare piano piano a ridurre la reazione globale. Quando e se l'esposizione a oggetti di grandi dimensioni avviene per forza e la cosa va gestita nel breve periodo, al paziente possono essere somministrati ansiolitici o rimedi per gestire l'ansia a corto raggio. Superare questa paura coincide con entrare su un piano del reale dove le fobie non prendono il sopravvento e dove si accetta l'esistenza di oggetti di grandi dimensioni come un dato di fatto oggettivo, indipendentemente da quel che suscitano. Il primo passo sta sempre nel mettersi in discussione e accettare aiuto, sostegno psicologico e predisporsi a cambiare per il bene del livello qualitativo della propria vita e quella delle persone che ci stanno vicino. 

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