GAMBLING

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Buongiorno a tutti cari followers, come state? Spero tutto bene. Oggi ho voglia di affrontare con voi uno dei problemi più comuni tra i ragazzi: la dipendenza dal gioco.
Un giorno, un ragazzo è venuto da me e mi ha detto:

"Come ci si può uscire dal vincolo della dipendenza del gioco d'azzardo?"

"Dipende tutto dalla tua volontà di indipendenza. Sai l'alcool, il fumo, la droga o qualsiasi altro tipo di dipendenza sono tutte valvole di sfogo che una persona alimenta dal proprio stress. Qual è il problema reale? Nel senso, come hai cominciato a giocare?"

"Ero con i miei amici al bar e giocavamo a carte. Una partita innocua. Poi mi è venuta la brillante idea di giocare a soldi. Inizialmente abbiamo messo le monete piccole, ma poi la partita diventava sempre più intrigante e abbiamo continuato puntando anche le banconote. Ogni euro che entrava nel mio portafoglio mi dava la forza e la speranza di continuare a guadagnare in questo modo. Ho iniziato a frequentare un giro di professionisti di poker. Lì si vincevano migliaia di euro. In un mese ho guadagnato 8000€, così ho deciso di lasciare il lavoro e vivere così. Fino a quando un giorno, per vanto o non so cosa, ho voluto puntare tutti i soldi che avevo guadagnato in quel mese e li ho persi tutti. Ho cercato di riprendermeli, ottenendone 12000€, ma poi li ho ripuntati tutti sperando di raddoppiarli e li ho persi di nuovo."

"E perché continui a puntare numeri alti se sai di poter correre questo rischio?"

"È questo il problema! Non so il motivo, ma lo faccio lo stesso. È come se fosse una droga, non riesco a vivere più senza giocare"

"Il tuo lavoro ti gratificava?"

"No, per niente. Lavoravo come cameriere in un bar, giornate intere a tenere vassoi in mano e pulire tavoli, e mi davano quei pochi spiccioli. Per non parlare poi della gente che ordinava da bere dalla mattina alla sera e dovevo sorbirmi pure le loro pessime battute da ubriachi lerci. "

"Bingo! È questo il motivo allora. Sei cosciente del fatto che quello che stai facendo è sbagliato ed illegale, ma lo fai per non tornare alla tua vita precedente. Sai perfettamente che tutti questi soldi non li vedresti più, sia per ricchezza che per fame di potere, e che dovresti tornare a condurre una vita da poveraccio. A cosa vorresti aspirare nella vita?"

"Volevo progettare auto da corsa: Ferrari, Pagani, Maserati, McLaren..."

"E perché non lo fai?"

"Perché non ho un titolo di studio. Ormai questa è la mia vita"

"Non è vero. Se desideri qualcosa, falla! Puoi aspirare a grandi cose, sei un ragazzo intelligente, se ti metti d'impegno otterrai quello che vuoi"

"È troppo tardi ormai. Mi serve una laurea in ingegneria meccanica, che non ho."

"L'unico modo per uscire dal gioco d'azzardo è la volontà. Se vuoi fare qualcosa, devi insistere. Non mollare solo perché ti senti inadatto o troppo vecchio per fare un corso di studio. L'alternativa è rimurginare su quello che avresti potuto fare nella vita e immaginarla. Vuoi vivere nella disperazione, lamentandoti di quello che non hai fatto o vuoi reagire?"

"Non è così semplice"

"Non ho detto sia semplice. È complicato, la vita è dura. Ma tu sei forte e puoi farcela. Bisogna lottare perennemente senza abbassare mai la guardia. E giorno dopo giorno vedrai dei miglioramenti. Inizia ad iscriverti al corso, focalizzati su questo. Passa giornate intere a studiare e pensa che il tuo obiettivo è diventare qualcuno e non guadagnare soldi rimanendo un <chiunque>."

"Lei pensa che io non lo sappia questo? Ma che razza di psicologa è lei!"

"Io sono venuto qui da lei perché capisco di avere un grosso problema di dipendenza e vorrei una soluzione a questo. Non voglio una lezione di vita, non è mia madre."

"Il mio lavoro è, soprattutto, quello di farti riflettere in maniera autonoma sulle cose che dici. Quello che intendo dirti è che hai bisogno di praticare un'attività stimolante. Se pensi che lo studio non faccia al caso tuo, allora lavora in un'officina. Se credi che le macchine siano la tua passione, coltiva questo hobby e fallo diventare un mestiere. Metti in atto qualsiasi cosa ti piaccia, ma reagisci!"

"D'accordo, ci penserò. La ringrazio!"

Questa è stata tutta la nostra conversazione l'ultimo giorno che si è presentato da me, poi se n'è andato e per un periodo non l'ho visto più. Questo ragazzo mi ha colpito fin dal primo giorno che l'ho visto: è sempre venuto da me più per compagnia che per altro. Non ha mai preso un appuntamento, né veniva per fare sedute. Veniva quando gli pareva, aspettava che tutti gli altri se ne andassero e poi mi tratteneva sempre quei quindici minuti in ufficio perché voleva parlare con un'amica. Sei anni dopo è tornato da me a braccia aperte: mi ha ringraziata per averlo pedinato in giro tra i vari locali per farlo smettere. È riuscito, dopo un bel periodo di astinenza, a distaccarsi dalla dipendenza e si è iscritto all'università. Si è laureato in Ingegneria Meccanica e ora lavora a Modena nell'azienda automobilistica della Ferrari. Sono molto fiera di lui e di me stessa per il lavoro che sono riuscita a fare, ho sempre avuto alte aspettative su di lui, Per me è come un figlio, il figlio che non ho mai avuto. 

Il Gambling o dipendenza da gioco è un comportamento problematico che rientra nel Manuale dei disturbi mentali nell'aerea delle dipendenze patologiche. Si presenta per un periodo di 12 mesi e comporta disagio e compromissione clinicamente significativi. Esso presenta delle similitudini con il disturbo da uso di sostanze. I sintomi delle dipendenze sono quindi esattamente gli stessi, l'atteggiamento del giocatore rispetto al giocare e quello del tossicodipendente rispetto alla sostanza a cui fa riferimento sono uguali. Eppure la dipendenza non è essere legati "dalla" sostanza o "dal" gioco, ma essere legati "alla" sostanza e al gioco, perché la dipendenza è qualcosa che inizia e finisce nel cervello della persona, che richiama a se lo stimolo esterno, gioco o sostanza. Non è il contrario, cioè il pericolo sta dentro e non fuori la persona, per cui la ricaduta origina dal cervello, e non dalla situazione o dalla sostanza che da fuori la provoca. La stragrande maggioranza delle persone dipendenti dal gioco d'azzardo sembra ricercare in tale pratica l'avventura e l'eccitazione che vengono soddisfatte puntando cifre di denaro sempre più elevate. Nel tentativo di recuperare il denaro puntato e perso, il soggetto sarà costretto in una corsa continua, a giocare cifre sempre più alte, al fine di annullare la perdita o una serie di perdite. Quando le possibilità di ottenere prestiti si esauriscono il soggetto vittima della dipendenza dal gioco può ricorrere, per ottenere denaro, anche a comportamenti antisociali quali la contraffazione, la frode o il furto. L'esordio della dipendenza da gioco d'azzardo generalmente risale all'adolescenza o alla prima età adulta ma può manifestarsi anche durante la mezza età o in tarda età adulta. Ultimamente vi è un dilagare di sale gioco e slot machine nei locali pubblici, con un conseguente incremento esponenziale del fenomeno, sia negli adulti che negli adolescenti. Molte persone soffrono anche di altri disturbi, tra cui il più comune è la depressione, ma anche alcuni disturbi di personalità caratterizzati da impulsività, quali il disturbo borderline e il disturbo narcisistico di personalità. Gli individui con disturbo da gioco d'azzardo spesso ricorrono al gioco quando si sentono depressi. L'ideazione suicidaria è un aspetto molto frequente nei giocatori patologici e il 17% ha una storia di tentato suicidio. Dal punto di vista medico, i giocatori patologici corrono un rischio maggiore di sviluppare condizioni legate allo stress, come ipertensione, privazione del sonno, malattie cardiovascolari e ulcera peptica. Le conseguenze psicologiche più comuni  comprendono l'esacerbazione e l'inizio di episodi depressivi maggiori, disturbi d'ansia o disturbi da uso di sostanze. Ci possono essere anche intensi livelli di colpa e vergogna, comportamenti ingannevoli, accresciuta impulsività e deficit decisionali. La dipendenza da gioco può essere trattata, in particolar modo con percorsi mirati di psicoterapia ad orientamento cognitivo comportamentale: in particolare, si prefigge di favorire l'astinenza aiutando il paziente ad apprendere alcune strategie pratiche di fronteggiamento degli eventi stressanti come alternative al gioco. Gli obiettivi fondamentali sono: riavvicinare in modo graduale il paziente ad una rete sociale significativa e stimolare la ricerca di attività gratificanti alternative, potenziando le abilità sociali ed emotive.  



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