DOP

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Drin Drin Drin

"Pronto?"

"Buongiorno dottoressa, scusi il disturbo. Stamattina ho un bisogno urgente di portare mio figlio da lei per farlo visitare, non ce la faccio più. Sto vivendo un incubo!", afferma una donna disperatamente

"Salve, stamattina purtroppo sono piena di appuntamenti. Venga da me pomeriggio alle 15:20", rispondo

"Va benissimo, ci sarò!", annuncia lei

Dopo una mattinata intensa, passo da Sturbucks a prendere un bicchierone di caffè per continuare la giornata energicamente...

"Ma chi si rivede!", dice sarcastimente il serial killer che si era presentato l'altro giorno a casa mia

"È la prima volta in cui non ho piacere di vedere qualcuno", rispondo a tono

"E come mai? Forse perché mi sono intrufolato a casa sua senza preavviso o perché si è sentita in dovere di offendersi quando le ho commentato nel suo sito blog rendendola la persona più falsa del pianeta Terra?"

"Io vorrei discutere seriamente con te riguardo al tuo problema"

"Non credo sia necessario, non può obbligarmi"

"Non voglio costringerla, ma un motivo c'è se sei venuto da me per ben due volte. Ad esempio, perché ha voluto il sostegno di uno psicologo se poi pensa che non vuole essere aiutato?"

"Perché non ho bisogno d'aiuto. Come vuole che glielo dica, in francese o in aramaico?"

"E perché ha insistito tanto a venire da me?"

Si avvicina rapidamente verso di me, mi fissa negli occhi, poi mi accarezza il viso e con un gioco di sguardi mi tiene il polso fermo e mi spinge verso il muro.
Ha le spalle possenti e muscolose, ma le mani tremano come se fosse in imbarazzo.

"Ascolti, solo io posso fare domande e solo io posso dare risposte. Lei non deve impicciarsi o la farò strillare come la donna nella mia testa. Ora lei fa quello che le dico, oppure morirà esattamente in questo punto del muro e molto lentamente in modo che io possa osservare come si lamenta per il dolore"

"Cosa vuole che faccia?"

"Tra poco si occuperà di un ragazzino che è sempre nervoso. Faccia in modo che quel maledetto bambino non torni più a casa mia. La mia testa non può sopportare altre persone, eccetto me, che occupano l'attenzione. Io sono il centro dell'attenzione di tutti e tale deve rimanere!"

"Quel bambino è suo figlio?"

"La mia pazienza è arrivata al limite!", urla storcendomi una mano

Scappo terrorizzata verso il pronto soccorso. Fortunatamente non ho nulla di grave, ma l'ho scampata veramente di poco. Uscita dall'ospedale, mi dirigo direttamente in ufficio. Neanche il tempo di alzare le serrande che bussano alla porta...

"Ciao caro, entra pure!"

"Non parlerò di nulla tanto, non volevo nemmeno venire"

"E perché figliuolo?"

"Perché non sono demente"

"Questo lo vedo. Mi sembri un bambino molto intelligente e perspicace. Ma ho bisogno che tu mi racconta qualcosa di te, devo scrivere qualcosa sennò la mamma penserà che tu non sia venuto"

"Non me ne frega niente di quella befana."

"La mamma è la persona che ti ama di più al mondo, lo sai questo vero? Fa le cose solo per il tuo bene"

"Tutte così dite, basta! Sono stanco dei vostri giochetti da femminucce. Io sono un uomo e ho bisogno dei miei spazi, non mi serve essere controllato da voi!", urla di colpo il bambino

"Nessuno ti controlla. Vogliamo solo capire che cosa hai in questo periodo."

"Siete voi il problema!", continua a strillare

"Noi chi? Le donne?"

"No, gli adulti! Credete di fare sempre le cose nel verso giusto solo perché siete più grandi, ma in realtà siete solo più scemi!"

"Innanzitutto, il fattore età è sempre dominante. Più si è grandi e più si ha esperienza, per questo ci teniamo soprattutto noi mamme a dare degli ottimi consigli a voi figli: vogliamo che impariate fin da subito dove noi abbiamo sbagliato. Magari sbagliamo anche noi a volte, questo è vero, ma devi pensare che le cose dette dalla mamma sono sempre cose dette in buona fede"

"Non è vero, sono tutte balle! Io mi vendicherò di mia madre, di mio padre e anche di te se osi sfidarmi!"

"Perché dovresti desiderare vendetta nei confronti dei tuoi genitori?"

"Perché sono le persone più detestabili al mondo. E anche tu lo stai diventando."

La seduta non è durata molto, se n'è andato un quarto d'ora dopo. Non ha fatto altro che protestare tutto il tempo. Per un bambino di 5 anni che ha tutta questa collera repressa addosso può essere solo uno il motivo: è affetto da disturbo oppositivo provocatorio.

Il Disturbo Oppositivo Provocatorio (DOP) è un disturbo neuropsichiatrico caratterizzato dalla difficoltà di controllare le emozioni e il comportamento. La diagnosi si applica a bambini che esibiscono livelli rabbia persistenti ed inappropriati, hanno comportamenti che mettono in discussione ciò che viene detto, provocano atteggiamenti di sfida soprattutto verso gli adulti (es. i genitori), mancanza di rispetto verso le regole. Il DOP emerge solitamente intorno ai 6 anni, rispetto al Disturbo di Condotta (DC) che esordisce ai 9 anni. Non esiste una causa unica che spieghi il disturbo, ma la letteratura scientifica ci consente di parlare di fattori di rischio genetici, ad esempio la famiglia, e ambientali, cioè quando il bambino è inserito in un ambiente sociale e culturale che non si prende cura di lui o che ne abusa fisicamente o psicologicamente. Altri fattori di rischio sono: situazioni di instabilità familiare; educazione particolarmente severa oppure troppo permissiva; storia familiare di disturbo del comportamento; altre patologie psichiatriche nei genitori. La presenza di comportamenti oppositivo-provocatori è frequente durante lo sviluppo del bambino, in particolare in adolescenza, e nella relazione con i fratelli. È necessario tuttavia procedere a un approfondimento neuropsicologico e psicopatologico nel momento in cui questi sintomi siano presenti per almeno 6 mesi in modo continuativo e siano legati a una generale compromissione del funzionamento del bambino (sociale, scolastico e familiare). L'intervento maggiormente consigliato è di tipo multimodale, ovvero un trattamento sia per il bambino che per la famiglia e la scuola, ed è basato sulla capacità di capire i meccanismi che precedono le risposte aggressive e sul potenziamento dei comportamenti utili a gestire la rabbia. In questo processo, è importante includere il nucleo familiare attraverso interventi di parent training (formazione dei genitori), può essere proposto anche per gli insegnanti in termini di teacher training. Nei casi più gravi di Disturbo Oppositivo Provocatorio, o in seguito al fallimento della terapia psicologica individuale, è possibile ricorrere all'uso di psicofarmaci per diminuire l'aggressività e l'impulsività del bambino. Se non trattato in tempo, il Disturbo Oppositivo Provocatorio ha un’evoluzione negativa. Frequentemente tale disturbo può diventare infatti un Disturbo della Condotta in adolescenza o un Disturbo di Personalità Antisociale in età adulta.

APPESI AL FILO DELLA FOLLIADove le storie prendono vita. Scoprilo ora