DELIRIO DI CAPGRAS

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Continuando la lista delle sindromi, adesso parliamo del delirio di Capgras. Questa sindrome ricorda il film: "L'Invasione degli Ultracorpi" del 1956. Nel film, i protagonisti si trovano a fronteggiare una minaccia in cui gli esseri umani vengono sostituiti da duplicati alieni, privi di emozioni e sentimenti. Questo parallelo tra la sindrome di Capgras e il film aggiunge un tocco di inquietudine e mistero alla condizione. In questa pellicola l'oscura minaccia per l'uomo non proviene da creature mostruose generalmente di colore verde, con le antenne sulla testa, le braccia tentacolari, la voce sepolcrale e con più occhi, ma da innocenti e normali bambini. Ma al di là di queste forti cifre stilistiche, quello che acceca e calamita di più lo sguardo dello spettatore è "l'artificialità" e la fissità dello sguardo dei piccoli protagonisti, del tutto privi di quel "batter d'occhi", specchio del pensare e rivelatore di una discriminazione interna di pensieri di un soggetto. Tutti i personaggi, ogni qual volta s'imbattono in queste strane creature, derubati di quel godimento che è il rimando speculare nello sguardo dell'altro, ci appaiono spaesati e frastornati. Nel corso del film si scoprirà che gli alieni provenienti dallo spazio "copiano" il corpo umano durante il sonno dei protagonisti e lo riproducono fedelmente all'interno di baccelli giganti, per poi prenderne il posto in seno alla società. Tutto ciò si aderisce perfettamente ai sintomi della sindrome: il delirio che un'altra persona, solitamente strettamente legata al paziente, sia stata sostituita con un sosia identico che è un impostore. La rara patologia si manifesta di più nelle donne che negli uomini. Talvolta l'affezione viene classificata come un disturbo delirante, anche se in alcuni casi può essere un sintomo della schizofrenia. Capgras, psichiatra francese che scoprì la malattia, spiegò la natura del delirio come la conseguenza di sentimenti di estraneità, associata a una tendenza paranoide alla sfiducia. Clinicamente, è una manifestazione sintomatologica di distacco dalla realtà. Riguarda un paziente che sviluppa un convincimento erroneo, esclusivamente relativo alle persone care che vivono insieme a lui, e ci si distacca emotivamente (tipicamente il marito o la moglie). Quindi, è il profondo senso di estraneità nei confronti di coloro che sino a qualche tempo prima si amavano, il vero motore del disagio mentale. Si sviluppa la necessità di riportare un senso a quanto sta accadendo, andandolo a cercare anche in territori deliranti ed improbabili, che avviene la sensazione di perplessità e di perdita di senso. Questo processo prende il nome di salienza aberrante, vale a dire un meccanismo patogenetico dei sintomi psicotici che consiste nell'assegnazione di significato rilevante a stimoli altrimenti neutri o innocui. In alcuni casi, sulla base di cause sconosciute, la soluzione delirante a questo senso di non appartenenza a quello che succede intorno, è la ferma convinzione che le persone siano state rimpiazzate. Questa manifestazione è una delle tante possibili nel campo dei disturbi della disidentificazione, ma non è una malattia a sé stante, bensì un sintomo presente nei gravi disturbi bipolari di tipo 1 o nella schizoaffettività. Questo avviene perché la genesi ha molto a che vedere con una grave alterazione dei meccanismi dell'affettività e ad una dissociazione. Soprattutto, la si può trovare in alcune forme degenerative ovvero la demenza, dunque tipicamente negli anziani. Infatti, quando accade di sentire drammatici eventi di cronaca, in cui un marito o una moglie molto anziani uccidono il coniuge, spesso il gesto aggressivo parte da un fenomeno di mal riconoscimento, magari covato da mesi o anni.  Ci sono segnalazioni della sindrome di Capgras anche in corso di utilizzo di sostanze psicodislettiche, in particolare l' LSD. Sulle cause neurofisiopatologiche ci sono alcune ipotesi relative ad una disconnessione funzionale tra la corteccia temporale, in cui avvengono i fenomeni logico-associativi e dove i volti vengono riconosciuti, ed il sistema limbico, che è legato alle emozioni e alla vicinanza empatica con gli altri. Per curare la sindrome, è necessario prendersi cura del disturbo di base. 

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