La stregoneria, la magia e tutte le manifestazioni paranormali si ritrovano anche nell'occultismo, una filosofia fondata su una concezione religiosa, metafisica e fisica dell'universo che presuppone l'esistenza di forze inconoscibili con gli strumenti della logica. Le pratiche occulte sono: l'alchimia, l'astrologia, la divinazione, la credenza negli angeli e nei fantasmi, la magia ecc. Il termine occulto designa ciò che si vuole mantenere nell'arcano. Gli occultisti studiano questa realtà spirituale attraverso le leggi segrete della natura. Questi studi riguardano, in particolare l'esoterismo: cioè, spiegano la natura interna dell'uomo, l'introspezione alla riscoperta di sé stessi. Gli esoterici, nella storia delle religioni e delle filosofie, rispecchiano un gruppo di pensiero che si presentano come portatori di dottrine riservate a pochi discepoli o iniziati, e ne rifiutano quindi la divulgazione, occultandole in espressioni rituali ispirate al pensiero magico. In Italia, le città esoteriche tra mistero e fascino occulto sono: Firenze, Napoli, Torino e Padova. Tra queste, il centro simbolico dell'alchimia è sicuramente Torino, chiamata la "città magica". Essa è stata sempre legata a leggende esoteriche riguardanti la magia bianca e nera. Si trova nel punto di intersezione tra due triangoli, quello della magia bianca con Praga, mentre Lione è quello della magia nera con Londra e San Francisco. La Torino "nera" ha il suo cuore in Piazza Statuto, considerata il vertice del triangolo magico: proprio qui, i romani avevano collocato la necropoli e la vallis occisorum, cioè il patibolo dove venivano giustiziati i criminali. Poi, vi è anche la Via Lascaris, una strada all'apparenza normalissima che custodisce uno strano segreto: qui si trova un antico palazzo alla cui base si trovano delle fessure a forma di occhio. Molti le chiamano "occhi di gatto" o "occhi del diavolo". Una figura di maggior rilievo tra tutti gli alchimisti ed esoteristi della storia della filosofia è sicuramente Cornelius Agrippa. Egli ha raccolto tutte le conoscenze del suo tempo dell'ermetismo e dell'esoterismo. In una lettera datata del 1527 scrisse:
"Al mondo esistono interpretazioni e conoscenze segrete che non possono essere trasmesse attraverso la parola scritta, ma devono essere trasmesse personalmente da maestro ad allievo". In questo senso, sicuramente, Agrippa si avvicina molto al pensiero e alla tradizione che risale a Pitagora, alle antiche scuole misteriche e al sincretismo alessandrino. Agrippa considerava l'alchimista come l'unico e vero soggetto ed oggetto del proprio esperimento. Nel 1530 Agrippa pubblicò un libro davvero molto singolare e poco credibile. In quest'opera proclamava incertezza e vanità nelle Scienze, attaccava l'alchimia, l'erotismo, la cabala. Tutte le discipline a cui si era dedicato per tutta la vita. Ad ogni modo, questa cosa fu vista molto strana ed ormai un pensiero generale che quell'opera rinnegava tutto ciò che lui stesso aveva studiato, sia stata in realtà frutto di una manovra intesa ad allontanare il controllo inquisitorio della Chiesa. Agrippa spicca con una personalità straordinaria da ogni punto di vista: è l'incarnazione di quello che oggi chiamiamo uomo rinascimentale. Fu un soldato coraggioso, un uomo d'azione. Riconosciuto, benché autodidatta, come uno dei medici più competenti dell'epoca. Ma anche come teologo sagace, un'astrologo, un mago, conquistandosi quell'aurea di mistero e di potere occulto che alla fine lo circondó per tutta la sua vita. Aveva una personalità carismatica ed affascinante: possedeva qualità che gli permise di avvicinare molti personaggi potenti ed illustri dell'epoca. Era anche una persona riservata, arrogante ed altezzosa, perché incuteva soggezione e, non essendo disposto ad accettare compromessi e nè a nascondere le proprie antipatie, riusciva molto bene a farsi amici e nemici. Di lui si dice che non dava importanza al denaro, infatti si trovava spesso in difficoltà economiche, tanto che a Bruxelles fu imprigionato per debito. È noto anche per il suo atteggiamento moderno nei confronti del matrimonio, delle donne e della sessualità. In un elogio di matrimonio pubblicato in una raccolta di saggi Agrippa affermava:
"Tu, dunque, chiunque tu sia, quando prenderai moglie lascia che l'amore ne sia la ragione, non il patrimonio o i beni. Scegli una moglie non un capo di vestiario, sposa tua moglie non la sua dote, non trattarla come un essere a te soggetto, ma tra voi ci sia fiducia e consiglio".
Ma anche in un altro saggio Agrippa giudica severamente gli uomini della sua epoca e si rivela a tratti un romantico e precursore del femminismo. Infatti, scrisse:
"È forse un elemento della vostra virilità o un ornamento del vostro valore l'impegno nel denigrare le donne? È un tributo di ringraziamento alle autrici della vostra esistenza?".
Agrippa condannò il fatto che l'abitudine diffusa come un contagio epidemico ha condotto a sottovalutare questo sesso e infrangere la sua reputazione con ogni tipo di termine offensivo, ingiurioso e diffamatorio. Concluse scrivendo:
"Cessiamo di stimare questo nobile sesso o di abusare della sua bontà. Rimettiamolo sul piedistallo d'onore e superiorità e trattiamolo con rispetto e venerazione dovuti a questi angeli terrestri".
Sia l'alchimia e sia la magia devono ampliare un processo di trasmutazione personale. Proprio come gli alchimisti ermetici alessandrini, Agrippa considerava il mondo fenomenico un'entità vivente e senziente. Il mondo è un intero, le cui parti sono i corpi delle creature viventi. Come i suoi predecessori, egli guardava la fede con sospetto e insisteva sulla conoscenza diretta dell'esperienza sacra e spirituale. Di conseguenza, rifiutava di riconoscere il cristianesimo come monopolio della verità. Su questo scrisse:
"I riti e le cerimonie religiose sono diverse a seconda dei tempi e dei luoghi. Ogni religione ha qualcosa di buono perché aspira a Dio. Non esiste una religione tanto erronea che non possegga una parte di saggezza".
Nell'opera, il mago descrive di invenzioni e scoperte scientifiche come: la camera oscura, le tecniche per leggere, ascoltare e comunicare a distanza, la coibentazione che permette ad una persona di trasportare carboni ardenti senza dolori o ustioni, e riferisce gli esperimenti con le droghe. Nel primo volume della sua opera, "De occulta philosophia", dà la sua definizione di magia e scrive:
"È la prima e più corretta scienza, la sacra e sublime assoluta perfezione della filosofia. Tutte le cose inferiori sono soggette ai corpi superiori, il cui potere può essere attratto dal mago e concretamente utilizzato".
Secondo Agrippa, il mago è un esperto in filosofia naturale e in matematica. È un conoscitore delle scienze mediane. Di fatto, il primo volume è denominato "magia naturale", dove si discute dei quattro elementi; aria, acqua, fuoco e terra. Ma anche di divinazione e di astrologia in generale, dei pianeti e delle loro corrispondenze ermetiche. Nel secondo volume, la "magia celestiale", invece include geometria, numeri, cabala, pentagrammi, scrittura angelica, talismani e sigilli. Infine, nel terzo volume della "magia solenne", si discute di platonismo, di dottrina cabalistica e spiriti.
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APPESI AL FILO DELLA FOLLIA
Non-FictionIl libro racconta la storia di una psicologa, di cui si disconosce il nome, che aiutando i vari pazienti, anch'essi saranno ignoti, analizzerà i vari casi clinici approfondendo la loro patologia in maniera dettagliata. La parte "scientifica" dei var...