Capitolo 4

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Leanna

«Sveglia! Oggi iniziamo a combattere».

La voce forte di Ares mi svegliò, spaventandomi. Cercai di aprire gli occhi e guardarlo, ma riuscii solo a vedere tre figure di mio padre senza capire quale fosse quello reale. Controvoglia e con una tale stanchezza addosso mi alzai dal letto, cercai di non andare a sbattere contro niente e mi buttai sotto la doccia.

Dopo essermi lavata aprii l'armadio e presi un leggings nero, una canotta bianca e una felpa nera col cappuccio. Misi le Adidas, legai i capelli in uno chignon spettinato e uscii dalla stanza. Andai direttamente fuori nel bosco senza fermarmi in cucina. Una volta fuori, vidi Ares aspettarmi impaziente seduto su un tronco.

Sorrisi divertita: mostrava un comportamento rigido e composto, ma ero sicura che in profondità ci fosse altro. Osservandolo riuscivo a intravedere una parte di lui più spontanea e senza filtri.

«Pronta a essere distrutta?» Sorrise, sapendo già cosa avrei dovuto affrontare.
«Non dirmi che la cosa non ti diverte, Ares», iniziai a correre passandogli accanto e dandogli un'affettuosa gomitata al braccio.
«Abbastanza».
Lo sentii ridere. Mi voltai a guardarlo e lo vidi correre.
«Dove andiamo?»
«Alla cascata che ti ho mostrato ieri», aumentò la velocità superandomi di qualche metro, «fai andare più veloce le gambe!»
Sorrisi e cercai di raggiungerlo.

Dopo qualche ora di corsa, arrivammo in quel posto meraviglioso. Mi misi a sedere a terra e incrociai le gambe. Chiusi gli occhi e respirai l'aria fresca riprendendo fiato dopo tutta quella stancante corsa.

«Prima di tutto per combattere ci vuole controllo e disciplina, bisogna essere coraggiosi e intelligenti per uccidere il nemico, perché non basta solo saper tirare pugni e calci».

Iniziò l'allenamento e intuii che il mio riposo appena iniziato, fu già terminato. Mi alzai facendomi forza con le braccia e mi avvicinai a lui.

«Iniziamo con la teoria e una cosa fondamentale che devi conoscere è la tecnica e il corpo, che senza lo spirito, sono inutili. Il corpo dev'essere formato e dominato, mentre la tecnica fa sì che il corpo risponda agli ordini dettati dallo spirito, difatti è il più importante, perché quando avrai padronanza di quello, con tecnica e corpo, allora sarai invincibile».
Ascoltai attentamente le sue parole, ma fu come se mi stesse spiegando un'equazione di matematica, e il mio cervello andò in giro per i fatti suoi in cerca di una via di fuga.

«Chiaro quello che sto dicendo?»

«Si». No! Mentii spudoratamente. Non era per niente chiaro, era come insegnare boxe a qualcuno che pratica solo danza classica: due poli opposti e totalmente lontani.
«Resta concentrata», sorrise e si tirò indietro i capelli, capendo che gli avevo mentito. Decisamente un ottimo inizio: stava già impazzendo. «Leanna, per combattere devi essere agile e aggressiva, non pensare con la tua innocenza perché ti renderebbe debole. Il cuore devi tenerlo nascosto, perché quelle creature sono tutto fuorché buone. Non verranno davanti a te per parlare o risolvere in maniera pacifica, loro ti uccideranno senza che tu te ne renda conto. Quindi, come prima cosa: agilità!» Fece uno scatto alla mia destra e si mise dietro la mia schiena prendendomi per il collo.

Le sue mani erano sulla mia pelle, ed era stato talmente tanto agile che non mi ero minimamente accorta della sua mossa. Tolse le mani e mi voltai verso di lui.

«Ricorda che è più importante difendersi che attaccare, per questo quando combatti devi agire con astuzia cercando di capire le mosse dell'avversario ancora prima che le faccia. È difficile da comprendere, soprattutto da mettere in pratica, ma ce la puoi fare. Se solo avessi capito le mie intenzioni prima di metterle in atto, non saresti stata strangolata»

Dentro l'infernoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora