Capitolo 5 (parte due)

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Leanna

Scrutai attentamente e chiusi le ali iniziando a camminare. Di colpo feci un volo all'indietro di parecchi metri cadendo nell'acqua.

Non riuscii neanche a capire come fosse successo, chi fosse stato e dove fossi stata colpita. Era accaduto nella frazione di un secondo senza rendermene neanche conto. Mi tirai su, tossii e buttai l'acqua che avevo bevuto. Cercai di pulirmi gli occhi con le mani per colpa delle gocce che mi avevano appannato la vista, e una volta che tornai a vedere perfettamente mi ritrovai Ares davanti. Mi colpii nuovamente con un pugno in faccia e caddi indietro. Mi tirò su prendendomi dai capelli e ributtandomi giù: una mossa che andò ripetutamente avanti, facendomi bere una quantità assurda di acqua. Tossii e mi aggrappai alla sua mano che mi teneva i capelli.

Ero stremata e a momenti sarei sicuramente svenuta, ma dovevo cercare di resistere. Dovevo trovare un modo per liberarmi, e così lo colpii con la mano sul costato, nel punto esatto dove gli avevo rotto la costola il giorno prima; Ares si lamentò e diminuì la presa. Riuscii a muovermi e gli feci lo sgambetto facendolo cadere. Una volta libera feci esattamente ciò che aveva fatto lui poco prima: lo affogai in continuazione con furia. Non avevo nessuna intenzione di fermarmi, desideravo vederlo sotto l'acqua e fargli bere fino all'ultima goccia.

Non provai nessuna emozione, solo odio.

Lo odiavo tremendamente per ciò che aveva detto e per il dolore che mi aveva provocato. Continuai a respirare in maniera agitata e con l'atroce sensazione di frustrazione come contorno. Lo guardai e vidi che non riusciva più a reagire. Quello però non mi rese soddisfatta, era ancora poco ciò che gli avevo inflitto. Osservai attentamente l'acqua notando la sua bellezza, il suo colore così cristallino e quel suo movimento così idilliaco.

«Ossa Aqua», sussurrai stregata dal movimento dell'acqua, come se fossi soggiogata. Si muoveva con forza e con eleganza emettendo un suono misto tra delicatezza e ardore: era così bella. Rimasi affascinata sotto incantesimo e riuscii a sentire dentro di me il suo potere così aitante.

«Leanna!» Ares urlò.

Mi ripresi e scossi la testa vedendolo in preda a degli strani spasmi. Lo lasciai di scatto facendolo cadere nell'acqua, e dopo un po', vedendo che non tornava più su, lo afferrai. Non muoveva il corpo e non aveva nessuna forza, così lo tenni stretta prendendogli il braccio e portandolo dietro il mio collo. Cercai di trascinarlo fuori dall'acqua, anche se fu difficile per colpa del ginocchio rotto, ma evitai di pensarci e di resistere al dolore.

Una volta fuori mi lasciai andare e cademmo tutti e due a terra esausti. Chiusi gli occhi recuperando il respiro e le forze. Non sentii parlare Ares e non vidi neanche un suo minimo movimento, così mi voltai nella sua direzione e rimasi confusa. Era sdraiato a terra completamente immobile e con gli occhi spalancati.

Cosa stava facendo?

«Ares?»
«Credo che tu mi abbia fatto qualcosa», rispose con voce debole e muovendo solo le labbra. Sconcertata da quella affermazione mi misi a sedere continuando a osservare il corpo di Ares paralizzato a terra.
«In che senso?» Mi avvicinai leggermente e cercai di capire perché il suo corpo non si stesse muovendo.
«Abbiamo appena scoperto un altro tuo potere», sorrise, anche se essendo in modalità freeze, uscì più uno strano ghigno crudele. Ripensai a ciò che aveva detto e mi sembrò assurdo, anche perché se così fosse me ne sarei accorta.

«Non può essere»

«Qual è l'ultima cosa che ricordi di poco fa?»
«Ricordo di essermi liberata dalla tua presa, poi ti ho lasciato cadere e sono rimasta a guardare il movimento dell'acqua. Però...», mi fermai e ripensai a quel momento. Era come se avessi la mente annebbiata, ricordavo la lotta e anche di essere quasi svenuta, ricordavo perfettamente di aver capovolto le cose portando lui nella mia stessa situazione, ma poi mi tutto era poco nitido.
«Cosa provavi nel momento in cui ti sei liberata? Che emozioni sentivi dentro di te?»
Lo guardai e cercai di ricordare cosa avessi provato. Rimasi in silenzio per parecchi minuti in cerca di quell'emozione.

Dentro l'infernoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora