Capitolo 8 (parte due)

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Leanna

«Finalmente ci incontriamo», sorrise e si avvicinò di qualche passo. La sua voce era un canto melodico, molto rilassante e incantevole. Assolutamente da ipnosi.

«Fermo! Chi sei?» Tagliai corto.

Non mi fidavo di nessuno e sicuramente non mi sarei fatta abbagliare dalla sua voce e dal suo aspetto innocente.
«A quanto pare le voci che girano sono veritiere», rise e mi fissò intensamente, «proprio un bel caratterino», sorrise. Camminò ancora di qualche passo e si fermò a un metro da me.
«Non osare avvicinarti», ringhiai, ignorando le sue parole. Poteva essere un nemico, anche se la sua bellezza era al di fuori dalla portata degli schiavi, ma alla fine non lo potevo sapere. Avevo conosciuto solo due schiavi con una bellezza paragonabile alla sua: Derrien e Gabriel. Anche se la loro la potevo definire più dannata, sensuale e maligna; invece, la sua era delicata e innocente, totalmente angelica.

«Il mio nome è Arphy e sono il settimo arcangelo: piacere», chinò la testa in segno di saluto e mi fissò.

Rimasi paralizzata.

Era esattamente lui, l'arcangelo di cui Gabriel mi aveva parlato e che anche Moon aveva menzionato. L'arcangelo più anziano di tutti gli altri, quello che a quanto mi avevano riferito aspettava l'ultima parola. Mi imbarazzai e mi maledissi per avergli parlato in maniera brusca e totalmente senza rispetto.
«Io... mi dispiace per il mio comportamento», ingoiai davvero agitata non sapendo come razionarmi, visto che avevo davanti agli occhi un arcangelo: un vero e proprio arcangelo in carne e ossa.

Come avrei dovuto parlargli? Come ci si relazionava con un arcangelo? Ero decisamente in tilt!

«Leanna, va tutto bene. Sei in una posizione dove non puoi fidarti di nessuno e dove non sai chi ti trovi davanti, quindi ti comprendo, ma credimi sono tutt'altro che un nemico. Ti prego, non sentirti in imbarazzo», sorrise notando che ero in soggezione e a disagio.

«Non so cosa dire... beh, in realtà avrei tante cose da chiedere, anzi fin troppe, ma non so neanche da dove iniziare», mi spostai i capelli cercando di calmarmi anche se ancora non riuscivo a capacitarmi di quello che stava succedendo. Ma approfittai di quell'occasione, perché almeno potevo avere le risposte che tanto stavo cercando. Volevo sapere tutto su di me e sulla mia nuova vita. Volevo chiedergli di Gabriel, sapere qualcosa anche su Derrien, sui miei poteri e sui miei veri genitori. Ero così piena di domande che stranamente non riuscii a elaborarne neanche una. Avevo bisogno di risposte che speravo mi potesse concedere.

«Non ti preoccupare, sono qui per poterti aiutare»
«Allora per favore dimmi, la guerra è vicina? Sta per iniziare tutto, vero?», mi agitai, «cosa succederà?». Ero davvero terrorizzata per quello che sarebbe accaduto, ma soprattutto avevo timore di non potercela fare, di non essere ancora pronta.
«Mi dispiace, ma non posso esserti d'aiuto in questo. Posso darti solo risposte sul passato, il futuro è un mistero che solo tu puoi scoprire».

Mi rattristai e sospirai abbastanza abbattuta, proprio perché non avrei avuto risposte neanche quel giorno, rimanendo sempre al punto di partenza. Cercai di rimanere positiva, in qualsiasi caso avrei avuto la possibilità di scoprire qualcosa di più sul mio passato, e sicuramente mi avrebbe aiutata.

«Allora vorrei sapere una cosa»
«Chiedi pure», annuì con la testa.
«Gabriel, quando era uno schiavo e io ero appena nata, ha avuto visioni di me. Com'è possibile? Ho provato a darmi delle spiegazioni, ma non ci riesco. È qualcosa di così surreale che non comprendo»
«Mia cara, in questa vita ci sono fatti veramente inspiegabili, esattamente come l'esistenza di voi angeli e schiavi», mi prese la mano, «fino a qualche mese fa non sapevi neanche dell'esistenza di questo mondo paranormale. Potevi solo immaginarlo, magari leggerlo in qualche libro o vederlo in qualche film, ma non avresti mai potuto credere veramente a tutto ciò se non l'avessi provato sulla tua pelle»

Dentro l'infernoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora