Leanna
Rimasi tutta la giornata seduta sul letto a guardare fuori e a pensare intensamente a un piano, facendomi così venire un forte mal di testa. Ero così arrabbiata perché non riuscivo a capire cosa fare e come poter scappare da quel posto. Mi sembrava di perdere in continuazione solo del tempo.
«Ciao».
Sentii provenire dalla porta una voce fredda e sensuale che riconobbi subito. Non mi voltai e continuai a guardare fuori. Il sole era sparito, donando così l'immensità del cielo alla luna e dando il buongiorno agli schiavi dell'inferno.
«Ti ho portato da mangiare», Raphael appoggiò un vassoio con del cibo sulla scrivania. Non gli degnai di una sola parola, anzi sperai che uscisse subito da quella stanza: soltanto la sua presenza mi innervosiva. Camminò lentamente guardandosi attorno. Si avvicinò e si mise a sedere accanto a me. «Credo siano passati parecchi anni da quando sono entrato in questa stanza»
Sospirai, capendo che il mio desiderio di vederlo sparire non sarebbe stato esaudito. Mi girai a guardarlo notando il suo sguardo fisso su di me. Lo osservai attentamente e notai che era davvero simile a Gabriel, tanto che per una frazione di secondo rimasi imprigionata nel suo viso immaginando di avere davanti la persona che più amavo.
«Perché non sei più entrato?» Non mi resi neanche conto di aver parlato e dall'espressione del suo viso capii che neanche lui se lo aspettasse. Ero stata talmente tanto rapita dall'immagine di Gabriel che addirittura pensai di parlare con lui: stavo impazzendo. Mi ripresi immediatamente cercando di tornare lucida.
«Era la stanza di uno schiavo dell'inferno, una persona importante per me». Continuò a fissarmi intensamente e nei suoi occhi vidi una luce di tristezza.
«Persona?!» Feci un verso di disgusto e tolsi lo sguardo da lui, «chiamare persona una bestia come te è veramente spregevole. Siete dei mostri, crudeli e meschini», lo fissai con rabbia, «siete l'essere più marcio che esista al mondo». Il mio tono si mostrò così tagliente e freddo d'averne paura anche io stessa. Rimasi a fissarlo cercando di trasmettergli tutto l'odio che provavo, e in quel momento mi convinsi che mai avrei fatto uscire la schiava dentro di me. L'avrei affrontata a qualsiasi costo e l'avrei tenuta nascosta in gabbia in ogni attimo della mia esistenza. E mi detestai, mi detestai profondamente per aver immaginato Gabriel negli occhi di un essere così ripugnante.
«Lui è diverso e questo lo sai anche tu», sussurrò e a malapena riuscii a sentirlo.
«Di cosa stai parlando?»
«Sto parlando di Gabriel», si alzò e andò a guardare fuori dalla finestra, «la persona importante», sospirò profondamente.
«Spiegati meglio», ringhiai, innervosita da tutti quei giri di parole. L'osservai e cercai di mettere insieme i pezzi.
«Era la sua camera», si voltò verso di me scrutando la mia reazione.Rimasi di stucco, indifferente e sorpresa allo stesso tempo. La stanza che mi circondava era davvero dell'uomo che amavo? Guardai Raphael in cerca di altre rivelazioni, ma lui mi fissò senza aggiungere altro come se avesse già detto fin troppo. L'osservai senza emozioni, completamente apatica. Dopo qualche secondo, tolse lo sguardo e si incamminò fuori dalla stanza. Lo guardai lentamente per tutto il tempo e una volta che non vidi più la sua schiena fissai la porta chiusa. Rimasi scioccata di sapere che ero nella sua stanza, mi sembrò surreale, era come se ogni cosa che mi avesse raccontato Gabriel sul suo passato adesso la stessi vivendo sulla mia pelle; e quello mi avrebbe legata ancora di più a lui.
Mi girai verso il letto e guardai il cuscino sapendo che era il suo, e sperando di trovarci ancora il suo profumo, cosa veramente impossibile dopo così tanti anni di assenza. Mi lanciai su di esso e lo strinsi forte sentendomi completamente nello sconforto. Sembrava che non ne andasse una per il verso giusto. Dà ancora prima di trasformarmi ne avevo sopportate di ogni, nascondendomi e cercando di salvare la mia vita e quella di chi amavo. Poi mi ero trasformata e niente era cambiato, ero addirittura scappata lontano scoprendo altre verità e affrontando altri ostacoli più difficili. E una volta tornata a casa, non avevo neanche avuto un attimo di felicità e tranquillità che tutto era accaduto con uno schiocco di dita.
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Dentro l'inferno
FantasiE SE IL MALE DOVESSE TRIONFARE? Leanna, si ritrova nuovamente in fuga e si avventura verso il suo destino incerto. Lungo il suo percorso, si troverà ad affrontare nuove verità, cambiamenti e scelte difficili che cambieranno ancora una volta il corso...