"Non si dimentica niente,
le cose cambiano solo posto
ma rimane tutto dentro"
- Sigmund Freud.Ryan's Pov
Non mi ritengo una persona fortunata.
Sono cresciuto in un mondo in cui, arrangiarsi, era all'ordine del giorno.Per anni mi sono chiesto perché.
Perché a me?
Perché ogni ostacolo doveva farsi superare da me?
Perché tutto quello che é successo, é capitato a me ?Sono sempre stato, sin da piccolo, un bambino testardo.
Ho sempre fatto tutto di testa mia, e molte volte non ragionandoci.
Non nego di aver sbagliato più e più volte.
Non nego di aver commesso azioni, che, ad oggi mi pento amaramente.Metto in bocca l'ultima pringles del tubo, mentre si sbriciola fra i denti.
23 Novembre.
Detesto questo giorno.
Per ogni singola persona di RoseVille, é un giorno di gioia, di festa, d'armonia.É il giorno in cui viene addobbato l'albero di Natale in famiglia.
Il giorno dei preparativi per il Ringraziamento.
La Spesa con dolciumi vari e tacchino a volontà.L'unica cosa che sento io é soltanto freddo, vuoto, silenzio e buio.
Come la mia vita.
Un turbinio di emozioni negative, che aleggia sopra la mia testa, come un'aura negativa.
Scrollo via le briciole dal divano con una mano, mentre con l'altra tengo ancora il telecomando.
Kai é in palestra, mentre Dylan é seduto sulla poltrona che impreca contro il telefonino al solito gioco di sempre.
Cambio canali, ma nessuno di essi da programmi interessanti.
Sbuffo spegnendo la tv.La testa di Dylan si alza verso di me, e so già cosa sta per chiedermi.
Anche se prego mentalmente che, almeno per oggi, mi risparmi il quarto grado.
« Va tutto bene? » appunto.
Sa che giorno é oggi e per quanto faccia finta di nulla, non riesce a mascherare bene la compassione nei miei riguardi.Ma io non cerco compassione.
Annuisco soltanto, sperando che non continui con le sue innumerevoli domande.
« So che non sono affari miei, ma come tuo migliore amico, io credo che tu debba andare a trovarli. » preme le labbra insieme, mentre con lo sguardo torna a giocare.
« Non sono in vena, Dyl. » mi alzo e mi chiudo la porta alle spalle.
Non prendo l'auto, ma decido di camminare e basta.
Il cielo è sereno, neanche una nuvola arricchisce il celeste limpido, sopra la testa.Cammino scalciando dei sassolini, fin quando non mi trovo davanti ad un negozio di alberi di Natale.
Il Tree Elf.
Alzo un angolo della bocca, portando lo sguardo ai vecchi tempi.
Era solito scappare fra le punte verdi dei pini, addobbati di palline.
Mio padre mi gridava di camminare, perché sennò sarei caduto sbucciandomi tutte le ginocchia e mia madre se la sarebbe rifatta con lui.Bacchettandolo con il mestolo in legno.
Ho ancora la cicatrice sul ginocchio. Quel giorno nevicava.
Non ascoltai mio padre, come al solito e mentre sfrecciavo da una parte all'altra caddi sua una lastra di ghiaccio.

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DECEPTIONS
RomanceNella cittadina di RoosVille non succede mai niente d'interessante, questo fino al 31 ottobre del 2016, quando inspiegabilmente, una ragazza scompare dopo essere entrata nella casa degli orrori. Insieme a lei c'era Kimberly Scott, la quale traumatiz...