"Su di un fiume di sangue"
Era praticamente passata tutta la mattinata per il dormiente gruppo, rimasto nella base preparata apposta per loro dal principe Lucifugo ed i due demoni goetici. Quasi avrebbero preferito rimaner lì a vivere perché, seriamente, era tutto un relax pressoché infinito. Ovviamente, però, tutto aveva un limite, come anche il riposo stesso. «Buongiorno, buongiorno a tutti!» era chiaramente la voce del potente principe venuto dagli Inferi che richiamava a gran voce la presenza di tutti quanti, attraverso un megafono fatto di fuoco. Poteva sentire sicuramente i mugugni di disapprovazione da parte di, bene o male, tutti quanti se si escludeva Morten, il quale come sempre era già più che pronto essendo quello che dormiva meno di tutti per un fattore prettamente genetico.
Infatti, l'ex Sacerdote dell'Oscurità usci dalla sua stanza con tutta la calma del caso, salutando cordialmente il ragazzo mentre aspettava gli altri:«Buongiorno a lei, principe Lucifugo. E... sì, loro sono decisamente quelli che preferirebbero dormire di più» notandolo portarsi le mani ai fianchi, poteva intendere che, sicuramente, aveva ben altri orari rispetto ai loro, ma comunque sorridendo al re argheno:«Sin da quando ero un piccolo demone, mio padre mi ha insegnato a svegliarmi a degli orari piuttosto mattinieri, proprio per prepararmi alla vita da principe che avrei dovuto intraprendere. Diciamo che era snervante, ma comunque ci ho fatto l'abitudine» l'uomo quindi annuì, concordando sull'habitué del ragazzo demone delle sue ore di riposo. Intanto, quasi senza che nessuno dei due se ne fosse accorto, vi era Ragnar appena uscito dalla stanza dei suoi genitori, sorseggiando un caffè; era ancora nel suo stato semi-cosciente della sua forma da demone che aveva in corpo, e quindi si mostrava un tantino più serioso del solito:«Buongiorno a voi. Siete qui da tanto?» domandò lui, guardandoli mentre se ne stava appoggiato alla parete. Che fosse decisamente più sfacciato nei modi, era più che palese, ma di certo non così tanto. Morten quindi, rispose al ragazzo-lupo:«Non proprio, siamo qui da tipo un paio di minuti. I tuoi stanno ancora dormendo?» il ragazzo annuì, sospirando. «Assolutamente. Ho preferito farmi un caffè in silenzio per evitare di svegliarli, anche se alla fine avrò dormito sì e no due ore. Non avevo per niente sonno» Lucifugo lo adocchiava quasi come se capisse in pieno quello che stava riferendo Ragnar; d'altronde gli aveva infuso un po' dello spirito demoniaco in sé:«Credimi, da demone a... demone, all'incirca, per noi è più che normale non provare tanta stanchezza. La nostra stanchezza è la nostra rovina, come direbbe qualcuno» egli lo ascoltava quasi come se quelle parole le avesse già sentite almeno un miliardo di altre volte. Morten quindi, anche per tagliar corto, domandò al principe, con la dovuta cortesia:«Ma comunque, se posso permettermi... visto che per lui sappiamo benissimo cos'ha ricevuto, noi invece abbiamo da scoprirlo?» egli semplicemente ammiccò, mostrando quel leggero sorrisetto prima di replicare all'uomo:«Proprio così! Perché per essere dei veri demoni bisogna anche allenarsi intensamente, dando ogni singola goccia di sudore, anche sangue se necessario, per il proprio compare affianco, o per un qualcosa di più. Vi aspettavo proprio per un qualcosa di molto importante, dove sareste stati messi alla prova in maniera intensiva, per sperimentare i vostri nuovi poteri in campo più adatto a ciò» i due sembravano decisamente interessati alla spiegazione data dal ragazzo, il quale non volle però dire tutto solo a loro per poi ripetersi di fatto poco più tardi, quando tutti quanti si sarebbero svegliati. Pertanto, egli preferì fare un cenno, come a dire "aspettate, che poi ve ne parlo meglio, dopo".
Passò un po' di tempo, forse anche troppo per i nervi del principe, il quale semplicemente camminava nervosamente nel corridoio ed anche un attimo fuori dall'enorme base per potersi godere l'aria fredda di Molniskij, pienamente. Non gli piaceva attendere, e si vedeva. Era quasi sul punto di far riapparire quel megafono infuocato e sparare la sua voce nelle orecchie di tutti quanti, a tutto volume, ma non appena rientrò nella base per farlo, notò proprio come vi stavano tutti quanti, lì ad aspettarlo. Dovette quindi placare i bollenti spiriti, dicendo quindi, quasi con tono da capo di un esercito:«Non va bene, sono le tredici e vi siete fatti vedere addirittura più tardi di un orario decente per spiegarvi meglio quello che avremmo fatto oggi. Una motivazione valida di quest'orario sconsiderato?» Fenrir alzò la mano, facendo valere le sue ragioni che, ovviamente, erano più che palesi:«Mi perdoni, ma io sono quello che, letteralmente, non ha dormito per quasi due giorni a causa della questione Mikhail. Per me spero che non vi siano problemi» egli lo guardava quasi con l'occhio critico, salvo poi sospirare, annuendo con rassegnazione. Dopodiché, decise di cambiare argomento, come all'improvviso:«Vabbé. Comunque, vi do tempo per fare colazione o quello che volete voi, dopodiché dovrete raggiungermi, come sempre, alla Biblioteca. Io e Valefor vi porteremo in un posto dove potremo mettere alla prova i vostri poteri appena ottenuti» annuendo quasi in simultanea, tutti quanti si diressero nella sala principale, mentre Morten era uscito fuori, aspettandoli assieme a Lucifugo. Notava come, pur essendo relativamente giovane, il principe stava facendosi un tiro di sigaretta, contemplando il gelido sole molniano, domandando all'altro:«Ne vuoi una?» egli, anche un po' tanto per distendere i nervi, fece di sì col capo, prendendo una stecca dal pacchetto, mentre Lucifugo gliel'accese, creando una fiammella sulla punta dell'indice. «Non pensavo che all'Inferno vi facessero fumare da così giovane, francamente. Vi sono così tante libertà?» il ragazzo demone ridacchiò, mentre la cenere gli cadde per un attimo sulla veste, prim di dire:«In realtà le ho gentilmente prese dal cassetto di mio nonno, senza che potesse beccarmi. Acqua in bocca, mi raccomando» lo guardava quasi con sguardo assassino, nella speranza che lo assecondasse. Ma tanto, come avrebbe potuto l'ex Sacerdote di fare un qualcosa di decisamente improbabile per le sue attuali possibilità? Era divertente però, sapere che anche il nipote del Diavolo in persona si comportasse bene o male come esso: meschinamente e malignamente come solo un vero demone avrebbe potuto fare. «Mio padre probabilmente avrebbe potuto uccidermi se mi avesse beccato a rubare qualcosa da lui. Ma se da te si può fare, allora non dirò niente» disse quindi Morten, mentre rise con il suo tono grave a quanto detto. L'altro ovviamente scosse il capo ma comunque mantenendo quel suo sorriso giovanile, intanto che replicò, dicendo:«Ma anche mio nonno farebbe lo stesso, essendo letteralmente il Re dell'Inferno. Figuriamoci mio padre! Ma comunque, finché non mi becca nessuno, allora posso stare più che tranquillo, visto che sanno solo che io sono qui per le mie "questioni lavorative"».
Nel mentre, finalmente, tutti quanti erano pronti, con Ragnar che, come sempre, stava davanti a tutti quanti, con lo sguardo trasudante la sua voglia di allenamento. Gli altri anche, sicuramente, erano molto più svegli di prima. A quel punto, Lucifugo fece sparire il mozzicone di sigaretta che aveva tra le dita, dicendo:«Vedo che ci siamo tutti, finalmente. Prego, seguitemi, perché sarà una piccola... traversata. Dovremo arrivare verso gli Urakhneš, e da lì giungere nel nostro quartier generale, alle porte degli Inferi... perché sì, questo pianeta possiede un collegamento interdimensionale per il nostro Regno» sentendo questa specificazione, Ragnar domandò cortesemente al principe:«Avremo modo di conoscere altri demoni durante la nostra traversata?» dall'espressione sorridente del ragazzo, era chiaro che fosse affermativo, ciò. Allora, si misero nuovamente in cammino verso Sovalijeny, appunto, per ricongiungersi con Valefor, il quale sicuramente li starebbe aspettando da chissà quanto.
Infatti, stando seduto sulle scale che portavano alla Biblioteca, vi era proprio il demone-braccio destro di Stolas, con questo che, avendoli notati, si rivolse a loro dicendo:«Oh, eccovi, finalmente. Ho avuto modo di parlare con chi vi porterà laggiù, ed ha dato la disponibilità per il viaggio» Lucifugo fece un cenno d'assenso per il suo sottoposto, mentre l'altro gli passò affianco:«Direi che quindi possiamo andare, che ne dite?» con gli occhi di tutti quanti loro che brillarono di una luce innaturale, come sospinti da uno spirito superiore risiedente dentro di loro, era inteso che fossero pronti a partire. Con questo, essi si fecero guidare da Valefor e Lucifugo altrove, stavolta passando sì da dove vi stava la base fuori città, ma andando anche oltre, proprio dove si aprivano le vallate ai piedi di una catena montuosa, leggermente tanto erosa dal tempo. «Sapete, mi fa strano che per il momento abbiamo trovato solo gente disposta a stare dalla nostra, da quando siamo sbarcati a Molniskij. Non sembra vero, soprattutto per come ci lasciammo cinque secoli fa» ammise con tono divertito, Viktor. Effettivamente non aveva tutti i torti, giacché si trovavano lì da qualche giorno, senza aver avuto bisogno di affrontare qualche strana minaccia locale, ma solo avendone un assaggio attraverso i racconti dei due demoni goetici e del principe. «Credimi, Viktor, non sarà così rose e fiori prima o poi. Se l'"Oscuro" si mostrerà nuovamente, allora sì che ci sarà bisogno della vostra esperienza» replicò Lucifugo, facendo trasparire la sua sincerità in merito a tale questione. Sicuramente mostrava come, prima o poi, questa pace relativa si sarebbe sgretolata come un biscotto nel latte, però, tanto valeva godersela fino all'ultimo secondo prima del vero inferno che avrebbero presto affrontato.
Nel mentre che la discussione procedeva, con il principe che mostrava ogni suo tratto particolarmente sincero, quasi da amico ad amico, durante i suoi discorsi, Valefor richiamò l'attenzione di tutti quanti loro, fermandosi poco prima di avvicendarsi tra le valli dell'Urakhneš:«Allora, qui come potete vedere non vi è niente di strano, giusto?» sembrava una domanda quasi retorica se fatta in un momento del genere, anche perché, fatta eccezione per un lungo fiume che scorreva placido dalla sorgente che stava praticamente sopra di loro, non vi era altro. Ragnar però, ridacchiando quasi come se sapesse la palese risposta che avrebbe dato chiunque, provò ad indovinare, dicendo:«Secondo me sì, ci può essere qualcosa di singolare. Fatemi provare una cosa» a quelle parole, gli occhi del ragazzo-lupo tornarono ad essere fiammeggianti, sotto il calore torrido degli Inferi che scorreva in tutto il suo corpo. Si avvicinava al fiume con tutta la sicurezza del mondo, prima di posare una mano dentro l'acqua, e dopodiché, chiudendo essa a pugno, liberando come una scia rossastra che ne macchiava il fiume intero, sullo stile dell'inchiostro. Quel fiume sembrava, dapprima che era particolarmente limpido, sembrava, filosoficamente parlando, essersi macchiato di tutti i peccati del mondo, con l'acqua resasi del vero e proprio sangue, all'improvviso, davanti a tutti quanti loro. «Okay, 'sto ragazzo mi fa paura sempre di più, minuto per minuto» ammise Fenrir, notando il drastico cambiamento, mentre Ragnar tornò dagli altri, portandosi una mano davanti agli occhi, così da riprendere il controllo del suo corpo, totalmente. Nel voltarsi quindi, notò anche come il circondario si fosse contorto in un essere molto più demoniaco, con gli alberi che non solo sembravano spogli totalmente, ma letteralmente non avevano la parvenza di esser composti dal legno, bensì da un ben più pesante, e potremmo dire opprimente, modello osseo, proprio per la conformazione di questi.
«Ecco cosa intendevo» disse quindi Valefor, complimentandosi con Ragnar e chiunque lo avesse controllato per quel frangente, prima di avvicinarsi al fiume di sangue. Seguito quindi anche dagli altri, il demone rimase per qualche istante davanti ad esso, come se aspettasse qualcosa... o qualcuno. Infatti, proprio qualche secondo più tardi, un qualcosa sembrò esser asceso dal terreno, attraverso una coltre di fumo, o nebbia. Era sopra una barca di legno nero, contemplante il nulla assoluto. «Prego, miei nobili ospiti, salite pure a bordo. Il vostro pegno è stato pagato già dai miei signori» disse la figura in nero, con dei serpenti che spuntavano tra le ciocche di capelli, sibilanti verso il gruppo per indicare loro di assecondare egli. Lucifugo quindi fece passare tutti quanti prima di mettersi comodamente a bordo, lentamente procedendo lungo quel rossastro fiume. «Kharon carissimo, come va intanto?» domandò il principe alla figura, atteggiandosi in maniera decisamente amichevole con uno che letteralmente sembrava mostrare disinteresse verso il mondo intero; aprendo anche quelle enormi ali da demone che aveva, egli rispose:«Si va avanti, principe Lucifugo. Ormai sono ovunque, e quindi dovreste anche considerarvi fortunati sul fatto che sia riuscito a venirvi a prendere. Sapete com'è, ho dovuto avvertire vostro nonno della vostra partenza» il ragazzo emise una sorta di fischio, come a dire che avrebbe immaginato la difficoltà di tale operazione. «Conoscendo mio nonno, letteralmente era un "auguri a convincerlo". Ma l'importante è che sia riuscito a prenderti un momento per venire a Shirya» neanche sembrò replicare a quanto detto, giacché proprio, non era necessario secondo Kharon, il quale, soprattutto alle orecchie di Morten, suonava molto familiare. Lo adocchiava infatti come se lo avesse già incontrato più volte in vita sua. «Err, chiedo scusa: ci siamo già visti?» domandò quindi la figura in nero, rivolgendosi all'ex Sacerdote con il suo essere cupo; d'altro canto, anche Morten si mostrava come sempre, ossia tenebroso, replicando:«Era quello che stavo pensando pure io. Forse ne aveva parlato Xenthal» al sentire quel nome, Kharon sembrò immobilizzarsi per un istante, pur se l'imbarcazione stava essendo smossa unicamente dalla corrente del fiume:«Xenthal? Lei... ha incontrato il Dio del Chaos?» Morten venne prontamente interrotto, come sempre, da Viktor, il quale replicò con la sicurezza di pochi:«Lo abbiamo incontrato, a dire il vero. È un bravo ragazzo, quando si applica, hehe» la sua risata era particolarmente inconfondibile, anche a prescindere dall'argomento del quale si parlava, con il barchiere che semplicemente lo guardava abbastanza stranito dal suo essere così teatrale e divertito dal mondo, prima di replicare:«Caaapisco...» dopodiché, egli si avvicinò al principe Lucifugo, sussurrando all'orecchio di questo:«Ha qualche rotella fuori posto, quello, o che?» il ragazzo semplicemente fece spallucce, notando come Viktor, sentendo vagamente quanto detto da Kharon, essendo lui una divinità anche dall'udito molto fino, ridacchiò prima di dire, con tono decisamente meno amichevole:«Va bene che soffro di schizofrenia come Xenthal, ma non significa che io non possa mostrare il mio amore per il teatro. E no, non ho rotelle fuori posto quando serve, Kharon» questo quindi fece mea culpa, tornando a dirigere la barca sempre più in fondo al fiume, il quale sembrava star discendendo sempre più in profondità, coperto dallo scurire del paesaggio a causa della fittissima taiga che copriva buona parte degli Urakhneš. Sentivano la temperatura che si innalzava vertiginosamente ad ogni metro percorso, con il tepore infernale che li avvolgeva quasi a mo' di coperta invisibile, divenendo assai familiare, quasi inconfondibile, a tutti quanti loro. Ragnar ne fu il primo, ovviamente, a saggiare tale arsura, rilassandosi con la testa poggiata sul bordo della barca, mentre il suo essere demoniaco, a sua volta, prendeva possesso del corpo del ragazzo-lupo unicamente per un momento di relax.
Notando come il paesaggio attorno a loro andava lentamente ad incendiarsi di uno spirito ardente che mai si sarebbe estinto, Valefor si guardava attorno come con apprensione, scorgendo ogni dettaglio che potesse sembrargli fuori posto. «Va tutto bene, Vale?» domandò quindi il suo principe, sporgendosi in avanti per controllare il circondario assieme al suo sottoposto. Valefor sembrava silenzioso proprio per questo motivo: non sapeva nemmeno lui se stesse procedendo bene o meno. Vi fu un momento di totale dissociazione da parte del demone, il quale sembrava sul punto di estrarre la propria spada che aveva già dietro la schiena, salvo poi farlo direttamente, saltando via dalla barca, dando la scossa anche agli altri di fare lo stesso, udendo un qualcosa provenire proprio dall'imbarcazione stessa. Anche se straniti da tale reazione, anche gli altri lo raggiunsero, lasciando solo Kharon lì. «Ci vuoi spiegare che diavolo succede, Valefor?!» tuonò il principe, ma nel momento in cui la sua voce rimbombò nella cava infernale, uno scoppio li fece finire tutti contro la parete, con la barca in pezzi ed un Kharon, incredibilmente, non più pervenuto alla loro vista. «Ora capisce cosa stavo facendo, principe Lucifugo? Stavamo per saltare in aria» rispose a tono, egli, con Ragnar che si avvicinò al bordo del fiume di sangue con uno sguardo perso nel vuoto:«Err, ragazzi... io direi che il saltare in aria fosse il minore dei problemi. Guardate là» indicando quindi proprio dall'altro capo del fiume, notarono come qualcuno, o qualcosa, li stava effettivamente osservando, immobile. Sembrava essere un'ombra, ma non proprio una che normalmente starebbe dietro il corpo vivente di chi la possiede, ma una totalmente senziente. «E adesso chi è quello?» domandò Lucifugo, con un sopracciglio inarcato verso l'alto. D'altro canto però, l'ombra sembrava decisamente poco interessata ad ascoltare le domande, ma ad agire direttamente, in quanto non passò un solo istante che subito, balzando per oltre dieci metri di salto, fu direttamente addosso tutti quanti loro, brandendo una lama d'ombra tra le mani. Non parlava, ma attaccava soltanto, con Lucifugo che ovviamente si prese la responsabilità di mettersi davanti, a proteggere tutto il gruppo come solo un buon principe degli Inferi sapeva fare; non sembrava aver alcun tipo di fatica, apparentemente, poiché furono più le volte in cui il potente diavolo era riuscito a colpire l'ombra che non ip contrario. Però... qualcosa di strano vi era eccome, soprattutto nel modo in cui quell'essere si muoveva: non sembrava affatto adatto al combattimento se fosse stato tangibile fisicamente, poiché i colpi li prendeva, ed anche se l'arma che il principe teneva tra le mani, era di una concentrazione demoniaca semplicemente disumana, l'ombra sembrava resistere egregiamente. «Uh? Che strano... è la prima volta che qualcuno riesce ad uscire indenne dai colpi della mia spada» eppure egli proseguiva, pur notando come l'ombra, ovviamente, se ne fregava di ogni colpo. Era chiaro che Lucifugo a lungo andare si sarebbe stancato. «A quanto pare devo scendere in campo, io» ringhiò Ragnar, anche se col padre che lo tratteneva dietro per evitare che facesse scelte sconsiderate, solo che proprio, il figlio del re ymaregno era incontenibile, a tal punto da mordere il braccio del padre, così da procedere avanti, balzando addosso all'ombra con la ferocia di un lupo e la brutalità di un demone. Stranamente per lui, a differenza del demoniaco principe, questo riusciva in qualche modo a mettere in seria difficoltà l'ombra, risultando davvero incapace a stare al passo di Ragnar. Il ragazzo-lupo, senza neppure l'utilizzo di armi, lo stava annientando senza repliche, fino a quando non vi fu un suono come tumultuoso, molto confuso, provenire da quella sorta di ectoplasma, il quale si separò in un milione di pezzi, prima di dissolversi. Ragnar guardava la sua vittima svanire nel nulla con un sorriso divertito, ma amareggiato allo stesso tempo per non aver soddisfatto la sua fame, a modo suo; Lucifugo nel mentre, si avvicinò al suo coetaneo, accennando un leggero sorriso:«Ti ringrazio, Ragnar. Hai un ottimo potenziale con quel demone che ti ho involontariamente conferito, e si vede» sia lui che la parte da demone, infatti, risposero al giovane principe con la dovuta formula più rispettosa del suo titolo:«É un onore per me poter combattere al suo fianco, principe Lucifugo» dopodiché, tornando in sé, si avvicinò al padre con occhi da cucciolo, dicendo a testa bassa:«Scusami per averti morso, papà. Ma capiscimi, io voglio combattere come fai tu, e non volevo rimanere qui con le mani in mano» fortunatamente per egli, Ragnar non aveva neppure affondato troppo i denti nel braccio di suo padre, lasciando quindi solo il solco; solo dopo Fenrir lo guardò con un sorriso, comprendendo il suo spirito combattivo meglio di chiunque altro, lì:«Non ti preoccupare, lupacchiotto mio. Non ti fermerò più, promesso» ululando gioioso quindi, Ragnar sembrò rannicchiarsi addosso al padre, il quale lo teneva stretto tra le braccia, ridacchiando.
Intanto che ciò accadde, Valefor andò a sincerarsi delle condizioni del principe:«Mio signore, lei sta bene invece? Non è ferito né niente?» il ragazzo annuì, gradendo la preoccupazione mostrata dal suo sottoposto, prima di rispondere:«Oh, non ti preoccupare, Vale. Anzi, ti ringrazio di averci avvertito dell'esplosivo sulla barca» a ripensare alle sue stesse parole, però, Lucifugo ebbe effettivamente una domanda anche più che lecita:«Ma aspetta... se noi siamo scappati, ma Kharon no... vuol dire che lui è-» una voce più distante, quella di Morten precisamente, rispose al principe prima che potesse dare la sua supposizione:«Non era assolutamente Kharon, principe Lucifugo. Ma quell'ombra con la stessa veste di egli, sicuramente» sembrava anche convinto da quella stringata risposta data dall'ex Sacerdote, anche se le domande sarebbero state sicuramente tante altre, soprattutto del perché e cos'era quell'ombra. Di certo, Valefor e Lucifugo ne avranno viste a miliardi di queste, ma di certo non il fatto che una di queste avrebbe voluto attaccare un reale, un diavolo dalla caratura decisamente importante come il nipote del Diavolo, in persona...
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Chronicles of a Sin: Divine Blizzard
Fantasy"Dopo le avventure nella nebbiosa terra di Aesir, e subito dopo la liberazione di questa dal dominio egemonico del Sacerdote, tutto sembra procedere per il verso giusto per la ricostruzione dei luoghi ridotti in macerie. Persino l'enorme Nazione del...