"Se gli spiriti parlassero"
Quando il caldo asfissiante del deserto dello Jiangxu si abbatté nuovamente sui corpi di tutto il gruppo, la sensazione simil traversata nel Varhui prese i quattro aesiriani che furono impegnati in quell'avventura, come una frustata in pieno volto. «Io spero vivamente che vi siano regioni un attimo più vivibili qui a Baxiya. Non si respira qua fuori» borbottava Fenrir, dovendosi coprire la parte del naso e della bocca con il colletto della sua veste, leggermente inumidito apposta per tenerlo un minimo fresco. «Heh, Fenrir, ma se avete caldo qua fuori, usate le vostre forme da demoni, no? Verrebbe più facile reggere qualcosa come quarantacinque gradi» ribatté quindi Naaran, con un ghigno beffardo rimastogli in viso. L'umano-lupo roteò gli occhi verso l'alto, prima di guardare gli altri, annuendo in contemporanea con questi, ad indicare che avrebbero fatto realmente quanto detto dall'imperatore gaareko. Essi quindi, cacciarono un sonoro ruggito che si perpetuò nel nulla del deserto, prima di divenire un tutt'uno coi demoni a loro assegnati da Lucifugo e chi fu al suo fianco per il rituale, liberando la loro sprezzante e quasi inarrestabile energia tutt'attorno a loro. «La prossima volta, diccelo prima di farlo, Naaran. Che poi... io posso dire di sentirmi... molto bene così, mhmh» il commento uscito dalla bocca di Viktor era decisamente più sarcastico del solito, con i suoi occhi viola che luccicavano alla luce del sole in modo decisamente innaturale, esattamente come avveniva per gli altri. Intanto, l'uomo davanti a loro scrollò le spalle, guardando nel mentre Tianhe, il quale era andato un poco più avanti, contemplando la totale desolazione attorno a sé con fare malinconico, rimembrante quanto immensamente rigogliosa era quella regione, sicuramente. «我很懷念以前的樣子。這個地方有太多值得欽佩的地方......恥辱將它撕裂,彷彿什麼都沒有 (Wǒ hěn huáiniàn yǐqián de yàngzi. Zhège dìfāng yǒu tài duō zhídé qīnpèi dì dìfāng......chǐrǔ jiāng tā sī liè, fǎngfú shénme dōu méiyǒu -- Mi manca com'era. Questo posto aveva così tanto da ammirare... Le disgrazie lo hanno fatto a pezzi, come se niente fosse)» anche il suo tono di voce era più freddo, pur avendolo mantenuto pressoché come sempre. Sospirò, nel senso più etereo della parola, lasciando scorrere una lieve folata di vento fresco attorno a sé, prima di trovarsi Naaran al suo fianco, guardando all'orizzonte, replicando nella medesima lingua di quello spirito:«我知道,甚至我的國家也部分地經歷了同樣的命運。我希望他們永遠不會出生,但畢竟,我們希望有什麼,太晚了 (Wǒ zhīdào, shènzhì wǒ de guójiā yě bùfèn dì jīnglìle tóngyàng de mìngyùn. Wǒ xīwàng tāmen yǒngyuǎn bù huì chūshēng, dàn bìjìng, wǒmen xīwàng yǒu shé me, tài wǎnle -- Lo so, e anche la mia Nazione aveva visto, in parte, la stessa sorte. Vorrei che non nascessero mai, ma dopotutto speriamo in qualcosa, troppo tardi)» vi fu un momento di silenzio tra i due, contemplando quella distesa di sabbia e teschi con il medesimo fare rimuginante il passato. Baxiya e Gaarekhsha avevano, pur essendo state tra di loro Nazioni non proprio amiche, subito un destino infausto, assieme, dopotutto. Tianhe lo guardava ogni tanto, cercando di leggere i suoi pensieri attraverso gli occhi dell'imperatore. «納蘭,你在想什麼?(Nà lán, nǐ zài xiǎng shénme? -- A cosa stai pensando, Naaran?)» egli si ritrovò quindi fuori dal suo sogno ad occhi aperti, voltandosi di scatto verso lo spirito, scuotendo rapidamente il capo, prima di rispondere, ridacchiando:«Oh, tranquillo, Tianhe. Stavo semplicemente riflettendo su quello che avevo detto, tutto qua» il ragazzo inclinò il capo, prima di attraversare la mano di Naaran con la propria, come se volesse prenderla, non riuscendoci per ovvie ragioni. Egli quindi rispose:«我可以帶你去看看這個混亂的根源嗎?(Wǒ kěyǐ dài nǐ qù kàn kàn zhège hǔnluàn de gēnyuán ma? -- Posso mostrarti un luogo, probabilmente dove ha avuto origine questo casino?)» l'uomo non aveva idea di dove volesse portarlo, ma anche sentendo come fosse ansioso all'idea di fargli vedere un posto, non poteva far altro che sorridere, annuendo animatamente. Il ragazzo sorrise a sua volta, prima di fluttuare altrove, seguito a ruota da Naaran mentre gli altri, rimasti al tempio, guardavano i due procedere oltre con fare stranito.
Non sembrava un tragitto così lungo rispetto a dove si trovavano in precedenza, giacché dopo un paio di minuti, Tianhe si fermò, osservando qualcosa, conficcato di forza nella sabbia. «Un... paletto? Come dovrebbe esattamente essere questa la fonte del macello avvenuto?» domandò quindi l'imperatore di Gaarekhsha, inarcando un sopracciglio nel vedere esso, oltre che Tianhe avvicinarsi al paletto, girandoci attorno. «你知道在巴西亞這裡屠殺了上一代的四恥嗎?嗯,有人說這是它們產生的來源之一 (Nǐ zhīdào zài bāxī yà zhèlǐ túshāle shàng yīdài de sì chǐ ma? Ń, yǒurén shuō zhè shì tāmen chǎnshēng de láiyuán zhī yī -- Conosci le Quattro Disgrazie che hanno massacrato le ultime generazioni, qui a Baxiya? Ebbene, qualcuno dice che questa è una delle fonti da cui sono state generate)» sembrava una cosa decisamente strana, quella riferita dallo spirito: non sembrava possibile che un oggetto così semplice, umano all'apparenza, avesse con sé un potere tanto devastante. «Ne ho sentito parlare, oltre ad aver studiato l'argomento all'università di Bülarnej, ormai anni fa. Ma non ricordo che dei paletti come questo, confinassero il potere di quei quattro, stando a quanto ricordo dagli studi che feci a riguardo» disse lui, avvicinandosi a sua volta al paletto ed a Tianhe il quale, guardandolo, sembrò indicare col capo di stare indietro, senza esplicitarlo a parole: il ragazzo, invece, era letteralmente con le mani sul paletto, come se avesse ancora qualche possibilità di contatto col mondo umano. «我會讓他們出現在這裡,所以...盡情享受表演吧,好嗎?(Wǒ huì ràng tāmen chū xiànzài zhèlǐ, suǒyǐ... Jìnqíng xiǎngshòu biǎoyǎn ba, hǎo ma? -- Li farò apparire qui, quindi... goditi lo spettacolo, d'accordo?)» Naaran sembrava sul punto di chiedere cosa avesse intenzione di fare, prima di ammutolirsi nel momento in cui, tra le mani di Tianhe, non apparve altro che una piccola campana d'oro, con svariate incisioni tratte dalla lingua baxiriana. Egli quindi, la fece risuonare una sola volta, con un rintocco che si perpetuò praticamente ovunque, come se fosse in grado di farsi sentire nel raggio di svariati metri. Da questo, qualcosa successe davanti agli occhi dell'imperatore, rimasto in totale silenzio pur dopo aver notato la presenza, un istante dopo aver sbattuto le palpebre, di undici ragazzi pressoché dell'età di Tianhe o giù di lì, in piedi, tutti attorno al paletto, mentre egli stava fluttuando sopra questo, guardando verso il basso, come gli altri. Una sola voce, tra tutti quanti loro, sembrava essere udibile, in quanto essa era letteralmente una forma corale di tutte quelle voci morte nell'animo. «如果地球沒有給予它必須給予的東西,那麼天空就會為地球做它 (Rúguǒ dìqiú méiyǒu jǐyǔ tā bìxū jǐyǔ de dōngxī, nàme tiānkōng jiù huì wèi dìqiú zuò tā -- Se questa terra non ha dato ciò che deve, allora lo farà il cielo per la terra)» alla conclusione di quanto detto da questi, un ritorno di quel rintocco della campana tenuta tra le dita di Tianhe sembrò riverberare al contrario, verso tale oggetto, mentre una luce violacea, eterea, avvolse tutti quanti loro, proveniente dal paletto. Chiusero quindi gli occhi, mentre quella luce diveniva mano mano sempre più intensa anche di calore, circa sorpassando quella del deserto stesso prima di, stranamente, schiarirsi di bianco, con quello strano paletto che letteralmente si estrasse come una spada, da sotto la sabbia, fluttuando a mezz'aria, sopra la testa di Tianhe e degli altri. E ancora, quella luce brillava talmente forte da essere visibile anche ben oltre la desolazione del deserto, persino dove Anton e gli altri stavano, increduli a ciò per il quale erano spettatori. Tre sfere, poste dall'alto verso il basso, di grandezze differenti l'un l'altra, apparvero da tale bagliore, sfolgoranti come stelle in modo maggiore rispetto a tutto quello che le circondava, apparvero esattamente davanti al paletto, il quale ormai aveva preso le sembianze di una lunga Jian, forse anche più lunga del normale, afferrata da una mano abile che la brandiva con una certa eleganza. «看來我兒子希望我出現在這裡,不是嗎?(Kàn lái wǒ érzi xīwàng wǒ chū xiànzài zhèlǐ, bùshì ma? -- Sembra che mio figlio volesse la mia presenza qui, vero?)» era una voce maschile molto delicata quella della figura sbucata dal bagliore, intanto ritiratosi attorno a questo come se fosse la sua effettiva aura decisamente divina, fuori dall'ordinario. Nel mentre, le figure degli altri spiriti si erano volatilizzate nel nulla, tutte tranne Tianhe, il quale guardava verso l'alto, esattamente dove l'altro giaceva, a mezz'aria, in posizione quasi di meditazione. «田父,我請你來,是因為我以為你不知道江墟發生的事。我知道你沉睡了200年,但我希望你能為之做些什麼。還有... (Tián fǔ, wǒ qǐng nǐ lái, shì yīnwèi wǒ yǐwéi nǐ bù zhīdào jiāng xū fāshēng de shì. Wǒ zhīdào nǐ chénshuìle 200 nián, dàn wǒ xīwàng nǐ néng wéi zhī zuò xiē shénme. Hái yǒu... -- Padre Tian, ho chiesto la tua presenza qui perché pensavo che non fossi a conoscenza di quello che è successo nel Jiangxu. So che hai dormito per 200 anni, ma spero che tu possa fare qualcosa per risolverlo. E in più...)» il ragazzo si scostò, con Naaran che, alla vista della divinità, fece un inchino a mani giunte, dicendo a sua volta, sempre nella lingua baxiriana:«很高興時隔這麼久再次見到您,先生。你兒子想告訴你的事情有兩件事:第一件事,與此有關;第二件事,我必須對你說,是關於我和莫爾尼斯基之間衝突的結束。我知道你的預兆萬石應該直接知道這一點,因為我們關係也不好,但至少,在遇到了厄德斯特·希里亞之後,我希望能得到神明的原諒 (Hěn gāoxìng shí gé zhème jiǔ zàicì jiàn dào nín, xiānshēng. Nǐ érzi xiǎng gàosù nǐ de shìqíng yǒu liǎng jiàn shì: Dì yī jiàn shì, yǔ cǐ yǒuguān; dì èr jiàn shì, wǒ bìxū duì nǐ shuō, shì guānyú wǒ hé mò ěr nísī jī zhī jiān chōngtú de jiéshù. Wǒ zhīdào nǐ de yùzhào wàn shí yīnggāi zhíjiē zhīdào zhè yīdiǎn, yīnwèi wǒmen guānxì yě bù hǎo, dàn zhìshǎo, zài yù dàole è dé sī tè·xī lǐ yǎ zhīhòu, wǒ xīwàng néng dédào shénmíng de yuánliàng -- È un piacere incontrarla dopo così tanto tempo, sire. Ciò che vostro figlio voleva dirle riguarda due cose: la prima riguarda questo, la seconda, devo dirglielo, riguarda la fine del conflitto tra me e Molniskij. So che il vostro messaggero, Wan Shi, dovrebbe saperlo direttamente, dato che anche noi non siamo in buoni rapporti, ma almeno spero di essere perdonato dalla divinità stessa, dopo aver incontrato l'Erdester Shirya)» Tian neanche aprì gli occhi, mantenendoli uno stato serrato rispetto al mondo circostante, e senza neppure voltarsi verso l'imperatore gaareko, rispose con quella sua voce enigmatica e, sicuramente, pura:«沒關係,納蘭。過去發生的事情應該保留在原處,而不是在我們的存在中蓬勃發展。說到萬石......是的,他應該從你自己那裡知道了你們停戰的事情。而且,就我所知,這種事在這附近發生過很多次,不只是在江墟,不是嗎?(Méiguānxì, nà lán. Guòqù fāshēng de shìqíng yīnggāi bǎoliú zàiyuán chù, ér bùshì zài wǒmen de cúnzài zhōng péngbó fāzhǎn. Shuō dào wàn shí......shì de, tā yīnggāi cóng nǐ zìjǐ nàlǐ zhīdàole nǐmen tíngzhàn de shìqíng. Érqiě, jiù wǒ suǒ zhī, zhè zhǒng shì zài zhè fùjìn fāshēngguò hěnduō cì, bù zhǐshì zài jiāng xū, bùshì ma? -- Va tutto bene, Naaran. Ciò che è accaduto nel passato dovrebbe rimanere dov'è, invece di prosperare nel nostro essere. A proposito di Wan Shi... sì, dovrebbe sapere da te del tuo armistizio. Inoltre, per quello che percepisco, sono successe molte cose da queste parti, e non solo nel Jiangxu, non è così?)» la Jian che teneva il dio dondolava nella sua mano destra, lasciando fluire una piccola scia lucente dove, sulla lama, veniva riflesso il volto di Naaran, il quale sembrava quasi obbligato ad osservarla, senza neanche la possibilità di sbattere le palpebre. Era quasi come se fosse controllato cerebralmente da essa, da una forza superiore alla propria:«不幸的是,是的。但我向您保證,陛下,這與我不再是我自己,或者更確切地說,現在的我有關 (Bùxìng de shì, shì de. Dàn wǒ xiàng nín bǎozhèng, bìxià, zhè yǔ wǒ bù zài shì wǒ zìjǐ, huòzhě gèng quèqiè de shuō, xiànzài de wǒ yǒuguān -- Sfortunatamente sì. Ma le assicuro, sire, che era una cosa legata al fatto che non ero me stesso, o meglio, chi sono in questo momento)» dalla bocca di Tian si poté sentire un lievissimo sospiro, con la sua figura che, per un attimo, sembrò fluttuare elegantemente dinanzi all'imperatore, il quale rimase immobile, non sapendo come comportarsi in questa situazione. Improvvisamente, quasi come se fossero stati liberati da una morsa durata secoli, gli occhi della divinità si aprirono, mostrarono uno splendido color argento, il quale sembrava essere talmente freddo ed inquisitorio da penetrare nell'anima di Naaran, con l'uomo che aspettava il resoconto dell'altro, in silenzio, per puro rispetto. Tian gli fluttuava attorno, osservando il suo essere con dovuto interesse, senza mai, però, lasciar trasparire alcun tipo di emozione o espressione facciale. Persino Tianhe guardava il padre fare il suo lavoro con una singolare apprensione per Naaran, in quanto non poteva capire se avesse qualcosa da dire nei confronti di questo o se si trattasse di ben altro: furono secondi semplicemente ricchi di pensieri, anche contrastanti l'un l'altro. «就像我想的那樣,親愛的。我不知道誰或什麼會對你做出這樣的事,但你的內心似乎有...其他人。也許你已經知道了,但是,請原諒,我不知道在我不在的這200年裡發生了什麼 (Jiù xiàng wǒ xiǎng dì nàyàng, qīn'ài de. Wǒ bù zhīdào shuí huò shénme huì duì nǐ zuò chū zhèyàng de shì, dàn nǐ de nèixīn sìhū yǒu...qítā rén. Yěxǔ nǐ yǐjīng zhīdàole, dànshì, qǐng yuánliàng, wǒ bù zhīdào zài wǒ bùzài de zhè 200 nián lǐ fāshēngle shénme -- Era proprio come pensavo, mio caro. Non so chi o cosa possa averti fatto una cosa del genere, ma sembra che tu abbia... qualcun altro dentro. Probabilmente lo sai già ma, perdonami, non sono a conoscenza di cosa sia successo in questi duecento anni, in mia assenza)» quando egli disse la sua teoria, improvvisamente, dalla distanza, Vasilissa era accorsa verso il luogo dove i tre si trovavano, seguita a ruota da tutti gli altri. Alla vista di un dio come Tian, erano rimasti pressoché tutti quanti in totale soggezione. «Da quanto abbiamo potuto constatare, sire, Naaran ha con sé lo spirito di chi, da qualche parte tra i pianeti, è considerabile come il primo uomo ad aver originato tale razza. Non sappiamo chi possa avergli conferito ciò, in quanto neppure lui stesso sembra ricordarlo, ed è per questo perché stiamo cercando di capire di più in merito, in quanto sembra quello più legato agli eventi che sia Molniskij che Baxiya ebbero subito a causa della follia dell'imperatore qui presente» la spiegazione data dalla donna era sicuramente esaustiva e dettata a difendere Naaran, il quale la guardava con confusione, non capendo il perché dover dire quello che sapeva, così, pur dopo tutto ciò che lui aveva causato, anche se inconsciamente. Tian quindi, sentendo la voce dell'imperatrice molniana, si avvicinò con la dovuta grazia ad ella, dicendo con un tono molto delicato, portando le mani giunte davanti al volto:«哦,瓦西麗莎,強大的暴風雪女王。在這裡遇見你,對我來說,無疑是一種心靈上的祝福... (Ó, wǎ xī lì shā, qiángdà de bàofēngxuě nǚwáng. Zài zhèlǐ yùjiàn nǐ, duì wǒ lái shuō, wúyí shì yīzhǒng xīnlíng shàng de zhùfú... -- Oh, Vasilissa, la potente regina delle bufere. Incontrarvi qui è sicuramente una benedizione per il mio spirito...)» i sinceri elogi da parte del dio, sicuramente, non mancavano per Vasilissa, la quale sorrise ad essi, prima che egli aggiunse, dopo un momento per riprendere fiato, «順便說一句,是的,我明白你想說什麼。問題是,如果沒有人知道該行為的責任者,那麼它可能會再次行為並給其他人帶來麻煩 (Shùnbiàn shuō yījù, shì de, wǒ míngbái nǐ xiǎng shuō shénme. Wèntí shì, rúguǒ méiyǒu rén zhīdào gāi xíngwéi de zérèn zhě, nàme tā kěnéng huì zàicì xíngwéi bìng gěi qítā rén dài lái máfan -- Comunque, sì, capisco cosa vuoi dire. Il problema è che se nessuno conosce il responsabile di questo atto, allora questo può agire ancora una volta e creare un casino anche con qualcun altro)» dopodiché, il suo sguardo si posò su tutto il resto del gruppo, rimasto alle spalle della sovrana di Molniskij, in totale silenzio. Certo, il loro silenzio era dovuto alla riverenza con la quale rimiravano Tian, ma questo avrebbe voluto sentire una qualche supposizione per quanto riguardava ciò.
Nel mentre, Naaran passò affianco al dio, dicendo sottovoce:«Diciamo che non comprendono la vostra lingua, sire. Nel caso, vorremmo sapere se lei ha mai avuto a che fare con degli Hafnarikan, prima d'ora. Sono delle creature d'ombra che hanno, ahimè, prosperato fino ad oggi per tutta Shirya o giù di lì» Tian lo guardò, comprendendo le parole dell'imperatore, ed anche a cosa si stesse riferendo, replicando con un cenno del capo:«哈夫納里坎人,呃?是的,它們已經存在了數千年。你還需要我們的幫助才能打敗他們嗎?(Hā fū nà lǐ kǎn rén, è? Shì de, tāmen yǐjīng cúnzàile shù qiān nián. Nǐ hái xūyào wǒmen de bāngzhù cáinéng dǎbài tāmen ma? -- Gli Hafnarikan, eh? Sì, sono presenti da migliaia di anni. Avete ancora bisogno del nostro aiuto per sconfiggerli tutti?)» l'altro sospirò, prima che entrambi guardarono il gruppo, con l'uomo che si rivolse a loro, dicendo a sua volta:«Ci servirà l'aiuto della qualunque. Loro sono più potenti di quanto si possa immaginare, purtroppo» la divinità al suo fianco notava la lieve preoccupazione pendere dalle labbra di questo, sapendo meglio di chiunque altro chi e cosa avrebbero potuto fare. Tian quindi, anche per rassicurarlo, gli tese una mano sulla spalla, proponendo a lui, e quindi anche agli altri:«我絕對可以幫助你。不過,現在我們先離開江旭。為此,當真正的威脅結束時,我會親自處理 (Wǒ juéduì kěyǐ bāngzhù nǐ. Bùguò, xiànzài wǒmen xiān líkāi jiāng xù. Wèi cǐ, dàng zhēnzhèng de wēixié jiéshù shí, wǒ huì qīnzì chǔlǐ -- Posso aiutarvi, assolutamente. Per ora, però, lasciamo il Jiangxu. Per questo me ne occuperò personalmente quando la vera minaccia sarà passata)»
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Chronicles of a Sin: Divine Blizzard
Fantasy"Dopo le avventure nella nebbiosa terra di Aesir, e subito dopo la liberazione di questa dal dominio egemonico del Sacerdote, tutto sembra procedere per il verso giusto per la ricostruzione dei luoghi ridotti in macerie. Persino l'enorme Nazione del...