Capitolo 16

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"Tormenta di fuoco"

Finalmente, le prime luci del sole filtravano attraverso il cielo totalmente bianco di Molniskij, lasciando che il mattino accogliesse la Nazione in una nuova giornata che, per il gruppo, si sarebbe rivelata come essenziale ai fini della loro avventura.
Come sempre, Ragnar era uno tra i primi a svegliarsi, o meglio, letteralmente il primo, in quanto non vi era nessuno già lì pronti ad aspettarlo. «Bene, posso farti uscire per un po', allora» mormorò lui, con una sequenza di ombre e delle fiamme color ghiaccio che si mostravano davanti al ragazzo-lupo. Da queste, una figura demoniaca si eresse, chinando il capo verso Ragnar, dicendo quindi:«Vedo che avevi bisogno di un confronto con me. Nevvero, Ragnar?» per essere un demone della sua caratura, Àrsæll si mostrava come relativamente tranquillo e con un comprendonio sicuramente più umano rispetto a quello tenebroso di tanti altri della sua razza. Ragnar, perciò, chinò il capo a sua volta prima di rispondere:«Sì, Àrsæll, soprattutto per quanto abbiamo scoperto là a Lemegorov. Tu cosa ne pensi di tutto questo?» il demone sembrava pensarci su un attimo, prima di replicare, dicendo:«È una faccenda decisamente inaspettata, anche da parte mia. Quell'essere sembra parecchio potente e con svariati assi nella manica. Per non parlare di quella ragazza...» riferendosi ad Abby, Ragnar capiva la diffidenza del suo demone protettore, magari trovandola un po' "fuori luogo" per un momento come quello:«Concordo con te. Abby sembrava mostrarsi gentile e ben disposta alla conversazione, forse per mascherare qualcosa. Se ci pensi, inoltre, lei stessa aveva "trovato" una delle due pergamene... vuoi vedere che, in tutto questo, ci sta qualcosa che noi non sappiamo?» Àrsæll diede un'alzata di spalle, a far intendere che ciò non sembrava, per lui, essere un problema di chissà che rilevanza. Era molto apatico, sicuramente, anche dinanzi a qualche minaccia:«Boh, per me stiamo solo bruciando le tappe inutilmente. Vediamo col passare del tempo come si comporta... o magari oggi stesso che dovremo andare da Stolas e Valefor. Sicuramente loro sapranno dirci di più a riguardo» Ragnar sospirò, lasciandosi convincere dall'idea proposta:«Se lo dici tu».
Dopodiché, qualche minuto più tardi, ecco che Lucifugo si intravedeva uscire dalla sua stanza, con una tazza di caffè tra le mani. Aveva notato, ovviamente, Àrsæll, e il principe domandò a questo, per curiosità:«Come mai sei fuori dal suo corpo, Àrs?» il demone rispose al ragazzo con riverenza, sentendosi in dovere di rivelare quanto detto tra i due in precedenza:«Stavamo discutendo di quanto accaduto a Lemegorov e fuori, principe Lucifugo. Siamo sospettosi su tanti fattori, ma che vorremmo smascherare oggi» mentre sorseggiava il suo caffè, Lucifugo quindi replicò, ammiccando in direzione del suo sottoposto:«Guarda, fate bene. Oggi ho passato una nottataccia, sinceramente. Non ho fatto altro che pensare a quelle due pergamene, mentre loro dormivano» i due annuirono contemporaneamente, con Ragnar che, quindi, chiese al principe:«Ha per caso avuto una qualche illuminazione sul da farsi?» facendo cenno di sì col capo, Lucifugo rispose al ragazzo-lupo, dicendo:«Eccome se l'ho avuta. Oggi, se riusciamo in tempo, andremo a Varukinskij, proprio per verificare se quanto detto da Abby sia vero o meno. Bael è sempre stato un demone estremamente sincero, e di lui mi fido come mi fido della mia famiglia, quindi... sì, avremo da camminare ancora» proprio nel momento in cui Ragnar sembrava star per dire qualcosa, però, la voce di Fenrir si udì proprio lì, vicino a loro:«Oppure potrei chiamare Dimitri e accompagnarci in navetta, là» di scatto, Ragnar si voltò in direzione del padre, alzando un sopracciglio, soprattutto per la casualità con la quale egli si era mostrato:«Ma quando ti sei svegliato, papà? Stavi russando che la metà bastava» egli ridacchiò nervosamente, sapendo di questo suo piccolo "problema":«Non è importante, figliolo, eheh» intanto, Lucifugo aveva anche pensato a quanto detto dal re ymaregno, rispondendo subito dopo:«Se hai la possibilità di farlo, allora ti direi che non ci stanno problemi. Digli magari, se appunto ci può portare là, di venirci a prendere dopo pranzo» Fenrir quindi annuì al principe, andando un attimo altrove per fare quanto detto.
Erano passati un po' di giorni dalla morte di Olga, e in tutto questo tempo, egli non si era più fatto sentire, e questo avrebbe potuto causare qualche grattacapo di troppo, soprattutto nello spiegare la loro attuale situazione. Ma comunque, prendendosi un momento per pensare a cosa dire a Dimitri, Fenrir alla fine decise di chiamarlo, sperando in chissà che divinità di quel pianeta, che rispondesse. Stavolta, furono solo due squilli, con Dimitri che rispose, dall'altro capo, anche se ancora un po' assonnato:«Mm... Dimmi tutto, Fenrir» egli si sentiva un po' in colpa di averlo svegliato, e così, egli disse:«Perdonami se ti ho svegliato, Dimitri, ma ho bisogno di un favore» subito dopo, l'altro chiese:«Okay, che tipo di favore?» proprio in quel momento, Fenrir dovette prendere un lungo respiro, prima di dire:«Attualmente, io e gli altri siamo a Sovalijeny per le nostre ricerche. Sicuramente avrai avuto delle notizie da Lemegorov per quanto accaduto ieri. Ecco, avremmo bisogno che tu ci possa accompagnare fino a Varukinskij, se possibile» vi fu un momento di silenzio, con Dimitri che, per un attimo, non sapeva effettivamente cosa dire. Era anche vero che veniva dal funerale di sua moglie, e di certo non avrebbe neanche voluto lasciare suo figlio da solo, soprattutto sapendo cosa aveva combinato:«Non potrei, ma per voi non posso far a meno di accettare. Dammi un orario di arrivo che vi vengo a prendere» era quello il momento di sollievo del quale Fenrir aveva bisogno, con questo che quindi disse, un attimo più spigliato:«Ti direi dopo pranzo, che adesso avremmo da fare un'ultima cosa, prima di lasciare Sovalijeny» l'altro quindi rispose, con fare d'assenso:«D'accordo! Nel caso aspettatemi fuori dal centro storico che non posso, purtroppo, venirvi a prendere direttamente là, essendo solo zona pedonale» con quella risposta, e con i dovuti saluti, Fenrir quindi concluse la chiamata, raggiungendo i tre:«Perfetto, abbiamo un passaggio. Dice di aspettarci, poi, fuori dal centro» Lucifugo annuì, anche un po' sollevato dalla notizia:«Apposto. Mm... oh, sono le dieci, intanto. Vedo di svegliare gli altri che sennò non ce la facciamo più, in tempo» fece apparire quindi il suo solito megafono di fuoco, esclamando con tono demoniaco:«Forzaaaa, in piedi, tutti voi! Preferite essere cibo o carbone per la brace!?» il suo modo di spronare gli altri a svegliarsi era sicuramente molto fantasioso, con Ragnar e Fenrir che se la ridevano di gusto, mentre Àrsæll, come sempre, rimaneva apatico, in maniera assoluta. Non passò manco un istante che già alcuni di loro erano usciti. «La prossima volta, entra direttamente in stanza che almeno non devo ogni volta usare le gocce per l'otite» disse Viktor con tono di fastidio, sbadigliando assai teatralmente, intanto. «Vi avevo detto che vi avrei svegliati alle dieci, dopotutto. Poi fatti vostri se ci mettete sedic'anni per dormire» rispose il principe, a braccia conserte, intanto che tutti quanti furono fuori dalle stanze, con Vasilissa e Abby che, ovviamente, fecero ciò per prime. Notandoli già più che pronti, Lucifugo quindi disse, nuovamente:«Vedo che siete pronti tutti, benissimo. Prego, se non ci sono domande, direi che possiamo già andare dagli altri due. Li ho già avvertiti prima, quindi ci stanno già aspettando alla Biblioteca» senza dire niente, a far intendere che non vi fossero dubbi da risolvere, allora il ragazzo prese vicino l'imperatrice, appunto per uscire dalla base e, quindi, procedere verso il centro di Sovalijeny.
Intanto che questi procedevano dove concordato, Vasilissa chiese perciò al principe, avendo anch'ella notato che si era svegliato ben prima del dovuto:«Hai dormito poco, ho notato. Stai bene, nipote?» questo scosse il capo e, come riferito anche a Ragnar, le spiegò quanto detto già prima, con questa che semplicemente annuì, comprendendo la causa della sua movimentata notte. «Capito... beh, sinceramente non hai tutti i torti: anche io ho avuto una notte non proprio idilliaca, ecco. Avevo come l'impressione di sentirmi osservata, ma ogni volta, niente di niente» era una somiglianza con quanto vissuto dal principe, sicuramente da tenere in conto, soprattutto per il fatto che era avvenuto pressoché nello stesso lasso di tempo. «Immagino... che sia come già pensavo io, stanotte?» provava a pensare lui, intanto che, finalmente, furono davanti alla grande Biblioteca Esoterica di Sovalijeny. Vasilissa, intanto, disse agli altri, poco prima di varcare la soglia:«Sarà una cosa da poco, tranquilli. Dopodiché, come penso che vi avrà detto Fenrir, andremo a Varukinskij» sentendo questo piano odierno, Abby domandò ad ella, giusto per capire cosa avessero in mente:«Mh? Come mai a Varukinskij, sua altezza?» ella neanche rispose alla sua domanda che, come niente, entrarono nella Biblioteca, subito venendo nuovamente avvolti dall'aura di conoscenza sovrumana, oltre che dalla splendida accoglienza che il potente demone gufo fece loro, a braccia aperte:«Ehilà, buongiorno a voi, piccole stelle mattutine. E, sua altezza, splendida come un manto nevoso al chiaro di luna» il suo tono era decisamente formale, e dal baciamano che fece nei confronti dell'imperatrice, si notava quanto rispetto vi fosse da parte sua. Vasilissa ridacchiò in confidenza, replicando a Stolas:«Mhmh, adulatore. Ma comunque, Valefor è nel suo studio?» egli annuì, facendo cenno loro di raggiungerlo là dentro, intanto che richiamò l'attenzione del collega:«Oh, Valefor, abbiamo visite!» il ben più stoico e serioso demone goetico, quindi, li accolse già con le braccia poggiate sulla scrivania, dicendo loro:«Buongiorno a tutti voi. Allora, vedo che ci siamo tutti... per non perdere tempo, fatemi vedere quello che avete trovato là, se non vi dispiace» Vasilissa annuì, porgendo ad egli le due pergamene, con tutti quanti loro che si sedettero alle sue spalle, mentre i due pensavano ad analizzare quello che avevano davanti, nel più totale silenzio. Confabulavano tra di loro cose che all'orecchio umano erano come bisbigli senza né capo e né coda, soprattutto per come parlavano a tono basso, appunto. Passavano i minuti, e Stolas disse loro, con un'espressione un attimo più corrucciata del solito:«Immagino che sia più che chiaro il fatto che quello che vedete nelle illustrazioni, oltre a quella cosa che avete notato a Lemegorov non fossi io. Più che altro, ho un'idea per chi possa essere il relativo responsabile, oltre al fatto di essere uno di quegli esseri» subito dopo, Valefor disse a sua volta, specificando quanto detto dal collega:«Andare a Varukinskij potrebbe anche essere una buona idea, ma da quanto sappiamo, è stata chiusa per il coprifuoco che hanno emanato di recente, a causa dei continui attacchi che si venivano a formare in giro per Molniskij» proprio a queste sue parole, una cosa balzò nella mente di Lucifugo e Vasilissa, letteralmente nello stesso momento:«Ma, aspetta. Valefor, Stolas, voi avete per caso sentito vostro fratello Bael nel mentre? Cioè, qualche notizia?» i due si guardarono straniti alla domanda fatta dal loro capo, con il demone gufo che rispose, sempre con quel tono incuriosito oltre che dubbioso:«Assolutamente, principe Lucifugo. Noi riceviamo informazioni su ciò che concerne Varukinskij ogni giorno. Anche oggi ad esempio, verso le otto, abbiamo saputo del resoconto degli emissari avvicinatisi alla città» proprio in quel momento, l'imperatrice scattò in piedi, guardando direttamente Abby con fare indiavolato:«E questo non ce l'avevi detto tu, nevvero??» il Portatore delle Tempeste avrebbe voluto cercare di placare la sua furia ma, sapendo chi era e che razza di poteri avesse, forse era il caso di non rischiare. Abby, ovviamente, si ritrovò quasi con le spalle al muro, non sapendo che pesci pigliare affinché potesse sfuggire alla collera della potente sovrana, mentre gli altri non osavano letteralmente aprir bocca:«Ecco, io... g-giuro, non sapevo che loro avessero informazioni da parte di Bael, davvero! Gliel'avrei detto io stessa se l'avessi saputo!» ma ella preferì non sentire ragioni di alcun tipo, e stavolta, si chinò alla sua altezza, con i suoi occhi che, piano piano, stavano divenendo come di un colore simile alle fiamme dell'Inferno:«Ma anche se fosse... ti paio così testa di minchia da non capire che ci stavi portando dritti dritti alla morte, eh? Per chi cazzo lavori!? PARLA!» Abby era quasi sul punto di scoppiare in un attacco di panico, soprattutto nel sentire Vasilissa urlarle in faccia, in quel modo. Non sapeva cosa dire a riguardo, e per questo motivo, Stolas disse ad ella, cercando almeno di dissuaderla dal farle del male o peggio:«Sua altezza, posso... chiederle cortesemente di abbassare i toni? Siamo in Biblioteca, dopotutto. Se vuole, posso pensarci io a lei, che magari potrebbe preferire una figura meno "impulsiva". Spero che non si offenda per quanto detto, ovviamente» questa sbuffò, quasi sul punto di sguainare la lancia, prima di rimettersi in posizione eretta e, guardando il demone, disse a sua volta:«Bah, fai come ti pare, Stolas. Fammi sapere qualche notizia in più. Voi altri, seguitemi, andiamo da Dimitri, e non voglio sentir nemmeno una sillaba fuoriuscire dalle vostre bocche» il terrore stava letteralmente assalendo anche il povero gruppo che, di fatto, non aveva fatto nulla di male ma, trovandosi Vasilissa così arrabbiata, forse era il caso di assecondarla e di non farsi troppe domande di contorno. A quel punto, anche salutando silenziosamente Valefor e Stolas, e lasciando Abby indietro, essi raggiunsero l'imperatrice, palesemente con un'ansia addosso molto difficile da scacciare. Si vedeva che aveva a cuore questa situazione, ma così stava davvero terrorizzando tutti quanti loro, sotto quella maschera da donna elegante e dai modi molto garbati.
Neppure Lucifugo aveva il coraggio di dire qualcosa in merito a ciò, sapendo meglio di chiunque altro cosa significava avere una come lei, vicino, quando adirata, facendo solo cenno agli altri di stargli accanto, e lasciando che raffreddasse i bollenti spiriti, per i fatti propri, intanto che uscivano dal centro di Sovalijeny dove, appunto, avrebbero incrociato Dimitri, pronto a portarli a Varukinskij.
«Quella ragazza... che ringrazi il suo dio che ci stava Stolas a parlarle il culo, perché altrimenti l'avrei fatta a pezzi» borbottava lei, tra sé e sé, facendo ancora sentire quello che era il suo stato d'animo attuale: collerico, ovviamente. Finalmente notarono la navetta con la quale il Goezhna li avrebbe portati a destinazione, con questo che, scendendo dal mezzo, domandò loro, notando le loro espressioni molto povere di... appunto, espressività:«Ehi, ragazzi, che è successo e, oh-, sua altezza Vasilissa, è un onore vederla di persona, dopo tempo» ella però, tagliò corto anche con lui, dicendo con tono davvero secco:«Anche per me, Dimitri. Ora, possiamo andare?» l'uomo mise le mani sui fianchi, guardandola con fare confuso per via della sua ira che mostrava anche contro un suo familiare, ma senza stare a dire niente di più, lasciò che gli altri salissero, ovviamente con l'imperatrice per prima, e il resto appresso. Appena partiti, quindi, questo provò almeno a capire cosa fosse successo là, domandando a Viktor, essendo quello più vicino al posto del guidatore, come sempre:«Ma... è successo qualcosa per il quale dovrei preoccuparmi?» egli lo guardò, cercando di trovare delle parole adatte da usare in riferimento a quanto scoperto, prima di dire, in modo più serioso del solito:«Semplicemente, abbiamo scoperto che una ragazza che ci siamo portati dietro dopo la lotta a Lemegorov, stava mentendo all'imperatrice sul fatto che non sapesse nulla a riguardo di quello che succedeva a Varukinskij, pur avendo detto che non vi stava niente per cui preoccuparsi. Un altro po' e la decapitava se non fosse stato per Stolas» dalla faccia che fece, si notava che avesse capito la gravità della situazione, replicando nel mentre:«Roba seria, quindi. Immaginavo che fosse qualcosa di pesante, ma non pensavo... così tanto. O meglio, guardando la televisione, posso dire di aver avuto sin dal primo momento un po' di fifa nel portarvi là, sapendo il casino che sta succedendo nell'Okred varukìno» intanto che ebbe un momento per fermarsi, Dimitri quindi passò a Viktor quella che sembrava essere una foto. «L'ho ritagliata dall'ultimo numero del nostro quotidiano. È riguardante la situazione attuale alle porte di Varukinskij» prendendo il ritaglio di giornale, quindi, il Dio del Tuono rispose al Goezhna, controllando effettivamente cosa vi fosse:«Ah, diciamo roba che abbiamo già affrontato, quindi» dopodiché, portò il braccio per passare il ritaglio a Vasilissa, con questa che disse a sua volta:«Vedremo di farli secchi, e poi andremo da Bael», capendo quindi il volere della donna, Dimitri sospirò, rassegnato a dover osservare una tale lotta dove, per l'appunto, anche lei sarebbe stata partecipe.
Era praticamente già passato il primo pomeriggio e, finalmente, dalle finestre della navetta si poteva notare l'entrata per Varukinskij, decisamente differente rispetto alle altre città molniane già visitate: vi era proprio una struttura a circondare il capoluogo intero, con quell'enorme ruota dorata, raffigurante nel mezzo un pentacolo, quasi come fluttuante dietro essa, oltre alla struttura di un paio di ali di pietra nera, scolpite per sostenere tale sigillo oltre che per dare ancora più maestosità al posto. Oltre a questo, però, si poteva a malapena sentire del continuo chiacchiericcio provenire da là fuori, con una sfilza indicibile di quegli emissari dell'aftermath letteralmente nel momento di lotta contro l'esercito molniano e, soprattutto, contro una figura in particolare, a comandare tale esercito. Le fiamme che provenivano dal suo corpo davano solo l'impressione che quello fosse colui che stavano cercando. «Fermati qui, Dimitri. Ti chiamiamo appena concludiamo questa cosa» quasi facendo ribaltare tutti quanti loro per via di una frenata brusca, fortunatamente placata da un piccolo cumulo di neve che si stava piantando tra le catene sulle ruote di destra, egli fece scendere tutti quanti loro, già con le armi sguainate. Ora, quelle ombre erano letteralmente accerchiate, schiacciate verso il centro. Non sapevano chi combattere ora, trovandosi il nemico sia alle spalle che davanti a loro ma, uno di questi, disse con quel solito tono tumultuoso:«Noto che sono persino arrivati i rinforzi. Ci mancava un po' di azione seria, qui» l'altra figura ancora avvolta dalle fiamme, però, ringhiò di rabbia, tuonando:«Dillo alle mie fauci non appena ti avrò usato come pasto per me e per quella bestia del mio gatto, essere immondo» gli occhi dell'entità, sin da subito accesi in un intenso rosso fuoco, davano l'impressione di essere esattamente come quelli dei felini per via delle loro simili pupille. «Ehi, non sono cibo per animali: placa i toni, feccia di questo pianeta» a quelle parole, egli non seppe letteralmente placare la sua furia e, in meno di un istante, gridò in direzione dell'esercito:«Carica!!» e come degli ossessi, quasi posseduti dal solo comando impartito, tutti quanti loro passarono all'attacco, chi a distanza e chi fisicamente, mentre anche Vasilissa e gli altri contribuirono, alle spalle degli emissari. E così riprese persino la conta delle morti per i due lupi, Fenrir e Ragnar, i quali letteralmente si prendevano gioco di chi avevano davanti, annientando chiunque fosse sulla loro via. Persino Morten, ormai noto per essere decisamente meno spietato nei modi, sembrava esser tornato quel famelico guerriero che ad Aesir ebbe gettato scompiglio per una vita intera, per un sacco di generazioni. Per non mancare anche la grazia con la quale Ellen e Katrine attaccavano a loro volta, lasciando trasparire il passato e il futuro di Archana, tramite la loro esperienza da Valchirie. Insomma, era una vera e propria orchestra di sangue, dove solo una compagine avrebbe potuto vincere, ancora una volta. Quella strana entità però, si poteva dire che neanche si impegnava più di tanto, pur mostrandosi come letale contro tutto e tutti.
E così, in neanche venti minuti di lotta sfrenata, uno ad uno tutti quegli emissari si dissolsero, inermi contro una potenza decisamente spropositata per le loro possibilità, tra tutti quanti loro. «Scappa ora, finché puoi... perché l'ultima cosa che sentirai qui, saranno le tue ossa spezzarsi non appena avrò conficcato i denti nella tua carne di merda» tuonò l'entità in direzione del membro dei Sinfonia della Morte, con questo che semplicemente evitò anche solo il confronto con quello, svanendo nel nulla, in preda al panico proprio per quanto detto e compiuto in così poco tempo.
Subito dopo, Vasilissa raggiunse esso, guardandolo con la sua solita freddezza prima di domandare:«Tutto apposto, Bael? Era da tanto che non ci si sentiva» questo si portava un braccio dietro, grattandosi dietro le corna intanto che rispose ad ella, con relativo divertimento:«Possiamo dire di sì, sua altezza. Sa com'è, progettare un qualcosa di così grande, per il bene di Molniskij, implica anche una certa concentrazione. Mi perdoni per non essermi fatto sentire per tutto questo tempo» questa semplicemente annuì, nel mentre che anche il principe Lucifugo raggiunse ella, dicendo al potente demone goetico, il primo del complesso:«Felice di rivederti, Bael. Ti vedo bene, come sempre» anche a dimostrazione del legame che avevano, i due si diedero il pugno, con l'altro che rispose al principe, dicendo:«Heh, stesso per me, principe Lucifugo. Posso dire che anche Lahrus mancava di vedere chi l'ha portato personalmente da me» il ragazzo ridacchiava, capendo bene a cosa o chi si riferisse Bael. Dopodiché, voltandosi in direzione degli altri, allargò un braccio per presentare questo a loro:«Per voi, lui è il mio demone di punta, nonché il capitano del complesso goetico: lui è Bael» tutti quanti loro, in simultanea, si rivolsero con un inchino nei confronti del demone; questo, però, inclinò il capo mentre rideva, dicendo loro:«Oh andiamo, risparmiate gli inchini per chi li merita, tipo l'Empia Trinità» detto ciò, e guardando tutti loro, uno ad uno, domandò a Vasilissa, quindi:«Siete venuti in navetta, noto. Eravate di fretta?» ella annuì, sospirando intanto che fece cenno agli altri di avvertire Dimitri di raggiungerli col mezzo:«Ahimé, se hai sentito le ultime di quanto avvenuto a Lemegorov, sì, lo siamo. E tutto, a causa di quella ragazza che, un altro po' e ci mandava al macello. Ringrazio solo il fatto che abbiamo fatto delle verifiche per un paio di cose, con Stolas e Valefor» pensandoci bene, Bael aveva ben compreso quello che la donna voleva riferirgli, ammiccando intanto che si sistemava una ciocca che gli stava dando fastidio davanti alla faccia, avendo una, sicuramente, particolare capigliatura:«Beh, posso dire che, assieme ad Astaroth, loro sono un paio di quei demoni sotto la mia giurisdizione che apprezzo particolarmente, per la loro dedizione in quello che ritengono come caro. Vabbè, non sarà facile estinguere le fiamme del mio cuore come ha fatto il mio cucciolotto Vassago, ma comunque penso che lei sappia già cosa penso di quelli. Ma tornando a noi... quella ragazza? Chi intende?» altre risposte stavano formulandosi nella mente dell'imperatrice, con questa che già stava stringendo i pugni con fare stizzito, molto innervosito, mentre disse quasi a denti stretti:«Mi sto riferendo a quella là, Abby. Non ne sai niente di lei?» egli la guardò quasi come se avesse visto un fantasma, pensando effettivamente a quanto detto. Non sembrava riconoscere una persona con tale nome, ma proprio nel momento in cui ella sembrava star per dire altro, egli rispose come se avesse avuto l'illuminazione:«Quella Abby? Ah, capito! Per lei, beh... posso dire che vi siete schivati un proiettile carico di escrementi di gatto, se posso permettermi. C'è una cosa che ho scoperto, per puro caso» voltandosi verso le porte del capoluogo varukìno, egli disse quasi come se volesse farsi sentire solo da sé stesso:«... eppure nessuno vuole ricordare chi, o cosa, quello fu».
Non era chiaro, sicuramente, cosa intendesse con quanto detto, ma la cosa certa era quella che, lui, aveva delle informazioni decisamente utili ai fini dell'avventura e, chissà, per aprire più scompartimenti di questa storia che si stava mano a mano infittendo...

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