Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.
𝐏𝐫𝐢𝐦𝐚 𝐩𝐚𝐫𝐭𝐞
L'amarezza e l'acidità della maledizione gli scivolavano giù per la gola, infiltrandosi nelle trame più profonde della sua carne. Il macabro spettacolo davanti a lui non era estraneo; una donna, il suo corpo dilaniato, giaceva sull'asfalto di un oscuro vicolo. Forse vittima di una violenza inumana, tra stupri e fendenti di lama. Era una scena tipica della parte più oscura di Tokyo, quella di cui nessuno osava parlare. Le vittime, per lo più clandestine, erano spesso donne giovani, intrappolate in un ciclo di sfruttamento e violenza. Dovevano ai loro aguzzini un debito insaziabile, guadagnato in notti passate a cercare guadagni sulle strade, chissà quanto lontane dalla misericordia "divina". Adesso una maledizione le vorticava sopra, stringendo il suo corpo esanime nella sua morsa. Ah... in quel momento, gli esseri umani non sembravano distanti dalle maledizioni stesse; anzi, incarnavano la condanna di questo pianeta contorto e crudele. Tendendo la mano verso la donna martoriata aveva cominciato a risucchiare quell'ammasso purulento maledetto nella sua mano, con il viso talmente corrucciato, così infastidito e schifato... Quando tra le sue mani si era formata quella sfera di ossidiana contenente quel fumo nero denso, aveva incurvato le labbra stizzito. La rigirò tra le mani più di una volta, mentre piccole goccioline di pioggia gli ricadevano addosso colpendo anche la sfera cupa, imperlandola di piccoli rivoli bagnati. Con un gesto aveva portato la sfera alla bocca, facendola poi scivolare nella lingua, ingurgitandola subito dopo.
