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𝐒𝐞𝐧𝐬𝐞𝐢! Gojo Satoru x Reader
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Era così buio che tenere gli occhi aperti era inutile. L'oscurità era densa, palpabile, avvolgeva ogni cosa come un manto impenetrabile. Ogni tentativo di scorgere una forma o una figura si dissolveva nel nulla, lasciandoti immersa in una notte perpetua.
Fin da piccola avevi sempre avuto una gran paura del buio, forse perché nell'oscurità le ombre si potevano muovere indisturbate. I contorni delle cose familiari si deformavano, e l'immaginazione proiettava mostri e incubi nei recessi più remoti della tua mente. Quei mostri inumani strisciavano più velocemente durante la notte, e tu, sfortunata anima fragile, eri destinata a vederli da ormai molto tempo.
Un odore sconosciuto si faceva spazio tra le tue narici, era un odore pungente, così forte da indolenzirti le sinapsi. Era come una miscela di metallo arrugginito e carne putrefatta, un fetore così intenso da portarti quasi al vomito. Le tue narici si riempivano di quel miasma, e ogni respiro era un tormento, un assalto ai tuoi sensi già esasperati.
Attorno a te avvertivi un suono ripetitivo, un tumulto assordante di ossa che sfregavano le une contro le altre. Il suono era ritmico, come il macabro battito di un cuore in decomposizione, e rimbombava nella tua mente come un'eco sinistra. Ogni scricchiolio, ogni scatto era come un colpo di martello sul tuo fragile stato di calma.
Qualcosa si aggrappava alle tue caviglie, un tocco freddo e viscido che si insinuava sotto la tua pelle come un serpente gelido. Non potevi fare a meno di rimanere inorridita. Le dita ossute si stringevano attorno alle tue caviglie con una forza sorprendente, e il terrore ti cresceva nel petto, un peso soffocante che ti rubava il respiro e annebbiava la mente. Il panico ti avvolgeva, e ogni muscolo del tuo corpo si tendeva in un tentativo disperato di fuggire, ma l'oscurità ti teneva prigioniera, e non dava segno di voler scemare.
Finire rinchiusa in un posto simile era qualcosa che non avresti mai voluto sperimentare. Essere sigillata in un reame perduto senza alcuna via di fuga, vedere il men che minimo spiraglio di luce esaurirsi alla chiusura, ti aveva fatto tremare la cassa toracica. La pressione al petto cresceva con ogni respiro, e l'angoscia ti serrava il cuore in una morsa di ghiaccio.