Ciao 🦋 Eccomi con un'altra piccola serie, forse di due capitoli, forse tre, non lo so 🦦 Toji è un personaggio che mi è sempre piaciuto tantissimo (non più di Geto, Sorry Fushiguro).
Ho pensato a questa storia un po' malata, (perché se non è un po' disturbata non sono felice)... Non so ancora dove andrà a parare, la sto scrivendo abbastanza di petto 💀 E devo dire che la cosa sta andando per le lunghe, quindi ehehehe godetevi questo bel bambinone.
Ovviamente ormai lo sapete, ma per chi non la sa lo scrivo qui:
Le mie storie tendono ad essere piuttosto intense, e non a caso questo libro si intitola "Cursed Oneshots". Tratto tematiche che possono risultare scomode per molti, ma posso garantire che non c'è nulla di "romantico" in ciò che scrivo. Mi piace descrivere emozioni forti, cercando le parole giuste, gli aggettivi adeguati e il contesto ideale in cui queste emozioni possono esplodere.
Cerco di creare un contesto accattivante che non limiti la storia a un semplice contesto erotico (altrimenti, che noia!).
Detto questo, buona lettura!
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𝐏𝐫𝐞𝐝𝐚 |Parte I|
Eri uno stregone, e come tale avresti dovuto essere abituata alla visione del sangue e alla brutalità delle battaglie. Avresti dovuto riuscire a sopportare certe situazioni, certe dinamiche che sarebbero dovute essere normali per una come te. Eppure, quel giorno, ti era mancata la forza di tenere testa a quello che stavi vedendo.
Non eri uno stregone di livello speciale, e forse, a dire il vero, non lo saresti mai stata. La verità era amara e ti colpiva come un pugno allo stomaco ogni volta che affrontavi un avversario superiore. E ora, di fronte a te, c'era l'incarnazione stessa della tua paura e della tua impotenza. L'uomo che avevi davanti aveva brutalmente ucciso più di venti dei tuoi compagni, ciascuno dei quali aveva gridato il tuo nome, implorando aiuto. Tu eri l'ultima sopravvissuta.
Il campo di battaglia era un macabro spettacolo di sangue e corpi senza vita. Il terreno impregnato di rosso, l'aria satura del fetore della morte. I tuoi compagni, giacevano ora come mere carcasse, ognuno con una storia spezzata. Avevi visto amici cadere, uno dopo l'altro, con occhi spalancati e bocche ancora aperte in urla silenziose. I loro volti, ora privi di vita, ti perseguitavano.
Il tuo respiro era sconnesso, il cuore martellante nel petto come se volesse scappare dalla gabbia delle tue costole. Ti sentivi paralizzata, ogni fibra del tuo essere gridava di fuggire, ma le tue gambe sembravano radicate al suolo. La figura davanti a te era imponente, con occhi freddi e un sorriso che sembrava godere del tuo terrore, e poi, una cicatrice che si fletteva appena sulle labbra.
"Ma guarda cosa abbiamo qui," aveva detto l'uomo con un sorriso sprezzante.
Ogni passo che faceva verso di te era un colpo al tuo coraggio. La sua presenza era opprimente, come un'ombra oscura che si allungava fino a inghiottirti. Aveva già dimostrato di essere un mostro, un carnefice senza pietà. Perché avrebbe dovuto risparmiarti?
