|𝐂𝐮𝐫𝐬𝐞𝐝 𝐎𝐧𝐞 𝐒𝐡𝐨𝐭𝐬| ❥ Character 𝚇 𝚁𝚎𝚊𝚍𝚎𝚛

🔴|Suguru Geto x Reader|

Suguru ti sorprende nel locale dove lavori, un’ombra affascinante che appare e scompare nella tua vita come un miraggio. Tu ignori che la sua natura è diversa dalla tua, che c’è qualcosa di insondabile dietro ai suoi occhi. Ti seduce con parole appena sussurrate, con gesti che sembrano casuali ma che sai essere studiati, e ti lasci catturare, abbandonare a lui, ogni volta.

Ogni notte ti ritrovi tra le coperte, svuotata di tutto tranne di un sentimento che si radica sempre più profondo: la malinconia.

Schifosa scimmia
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Le sue mani si serravano attorno al tuo collo, con una precisione quasi chirurgica, come se avesse sempre saputo che questo sarebbe stato il suo destino, e il tuo.

Suguru non aveva mai avuto problemi a uccidere. In tutta la sua vita, aveva versato sangue senza esitazioni, aveva calpestato esistenze con la stessa indifferenza con cui si spazza via la polvere. Ma c’era qualcosa di diverso nell’averti lì, sotto il suo controllo, viva, fragile. Con la pelle così sottile sotto le sue dita, il ritmo della tua vita che gli pulsava contro i palmi.

Ti guardava negli occhi, cercando di cogliere il momento esatto in cui avresti capito, il preciso istante in cui la tua lotta sarebbe diventata una resa. C’era una strana bellezza nel panico che affiorava nei tuoi occhi; quel brillio innocente che lo disgustava e affascinava al tempo stesso.

Schifosa scimmia.

Come potevi essere così inconsapevole, così cieca al mondo che ti circondava? Lui non era un mostro, o almeno, non come lo intendevi tu. Era superiore, un predatore naturale, e tu, ingenua e cieca, eri solo l’ennesima vittima che non aveva mai avuto davvero una possibilità.

I suoi muscoli si tendevano, e una corrente elettrica gli attraversava le vene. Era quasi un’estasi; non l'atto della violenza in sé, ma l'assoluto controllo che aveva sul tuo respiro, sui tuoi ultimi istanti. Ti aveva attirato a sé con attenzione, come un ragno che costruisce meticolosamente la sua tela, sapendo che prima o poi ci saresti caduta dentro. E ora, tenendoti lì, poteva gustarsi ogni secondo della tua consapevolezza, quella lenta, inevitabile comprensione che tutto stava per finire.

Tu, piccola, dolce, sporca scimmia.

E quindi ti scopava, tu piangevi, lui ti schiaffeggiava e tu ansimavi. E sarebbe stato ok se ti avesse soffocata come faceva di solito, tuttavia quella notte, la situazione aveva preso una piega diversa.

Non riuscivi a respirare. L’aria si faceva sempre più sottile, scivolando via dai polmoni come sabbia tra le dita. Il tuo volto era diventato di un viola intenso, le labbra serrate in un tentativo disperato di trattenere il poco ossigeno che ti rimaneva. Un ronzio cupo e ovattato cresceva nelle orecchie, come se il mondo si stesse allontanando in una nube di confusione.