Ebbene sì, non poteva non esserci una shot per Toji. Enjoy! 18+
𝐄𝐗𝐂𝐇𝐀𝐍𝐆𝐄 𝐒𝐓𝐔𝐃𝐄𝐍𝐓
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|𝐓𝐨𝐣𝐢 𝐱 𝐑𝐞𝐚𝐝𝐞𝐫|
Chiavi, borsa, cappotto... «ho tutto?», avevi sussurrato tra te e te, mentre riponevi dentro la borsa di tela il blocco da disegno.
Avevi realizzato degli acquerelli niente male in quei giorni, speravi che il tuo Sensei fosse abbastanza soddisfatto.
Ti eri iscritta all'Accademia di belle arti di Tokyo da poco più di qualche mese. Inizialmente riuscire a comprendere la lingua era stato difficile, però lentamente avevi cominciato a comprendere anche le frasi più complesse.
Avevi sperato in questo viaggio di studio per tutta una vita, ed ora, eri finalmente riuscita ad entrare in una delle più prestigiose Accademie del Giappone.
L'accademia di Tokyo era molto diversa dalla tua in Italia. I corsi erano divisi per capacità, ognuno doveva mensilmente sostenere un colloquio con il professore di indirizzo, e se questo ti riteneva abbastanza preparata avresti avuto la possibilità di proseguire gli studi nel suo Atelier. Era fantastico, sembrava tutto così surreale che nemmeno ci credevi.
Quella mattina eri uscita di casa con i più buoni propositi del mondo, infatti, era il giorno che avrebbe segnato la tua carriera artistica. Varcando la soglia del tuo appartamento, avevi corso subito dopo lungo il corridoio finestrato, scendendo le scale più veloce di un lampo.
Un sorriso ti segnava il volto, il tuo ottimismo non lo avrebbe scalfito nessuno, non quel giorno.
Avevi preso un tram pieno zeppo di persone, fortunatamente il Giappone è conosciuto per la puntualità: infatti si fermò davanti il cancello della tua Accademia con ben dieci minuti d'anticipo.
"Kōbu Bijutsu Gakkō", ovvero "Scuola tecnica di belle arti di Tokyo", avevi letto determinata nella tua testa.
«Bene», avevi sussurrato tra te e te, «forza!».
***
Il gusto terribile del caffè in lattina era qualcosa di poco soddisfacente e non ti ricordava per niente casa.
Sostavi seduta in un muretto vicino un distributore automatico, la testa china, mentre giocavi a calpestare e a lanciare tra un piede e un altro un sassolino.
Il tuo ottimismo era sceso, non eri stata scelta e il tuo Sensei aveva descritto i tuoi acquerelli come mediocri e di tratto terribilmente occidentale.
Più ripensavi a quello che ti aveva detto, più ti ribolliva il sangue nelle vene.
Avevi stretto la lattina, accartocciandola anche se era ancora piena.
«Che maledetto stronzo! Non è nemmeno una critica costruttiva!», avevi mandato giù un altro sorso di quella bevanda oscena. Saresti passata in un kombini più tardi, magari avresti preso quelle caramelle alla frutta che tanto ti piacevano e qualche scatola di ramen istantaneo.