Capitolo 25. La lettera di Draco.

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In quel momento lasciò cadere la bacchetta e prese i miei polsi schiacciandoli contro il muro sopra la mia testa. -nessuno.- sussurrò. Poi attacco famelico le sue labbra alle mie. Chiese accesso alla mia bocca con la lingua che non gli fu negato, iniziò ad esplorare l'interno della bocca mentre le nostre lingue danzavano selvagge. Poi prese a succhiarmi il labbro inferiore fino a farlo diventare gonfio, quasi livido, succhio fino a che ad entrambi non mancò il fiato. -tu non mi basti mai...- sussurrò prendendo fiato. -stavo per morire sul colpo sai?- chiesi ansimando. Lui sorrise sinceramente e mi abbraccio. Gli cinsi la vita con le braccia stringendolo a me. -non lasciarmi mai.- disse lui. -mai.- confermai io mentre i suoi capelli mi solleticavano la guancia. Rimanemmo in quella posizione per un po' fino a che non decidemmo di uscire. Recuperai il mantello nel bagno e ce lo ributtai addosso. -andiamo a controllare gli orari.- dissi velocemente. Mentre andavamo nell'atrio per controllare in che aula si trovassero Ron ed Hermione in quel momento trovammo Pansy e Blaise. -È da troppo che è sparito.- disse Zabini appoggiandosi al muro. -secondo te è successo qualcosa alla sua famiglia?- chiese Pansy preoccupata. -no, è quello il peggio, non sappiamo cosa gli sia successo, potrebbe essere morto.- disse piatto. -so solo che sua madre è disperata, pensa che il signore oscuro abbia voluto vendicarsi per il fallimento di Lucius... si sta rivoltando, se continua così li ucciderà tutti nel giro di qualche settimana...- disse Pansy. -anche Piton è preoccupato...- disse roco Blaise. -forse perché i Malfoy pensano che sia colpa sua...- constatò Pansy. Malfoy mi prese per un braccio portandomi via. -ci tengono a te.- dissi appena ci fummo fermati. Lui non rispose e continuò a guardarsi le scarpe. -vogliono uccidere la mia famiglia...- disse lui con un fievole sussurro. Non parlai lo guardai soltanto. -devo scrivere a mia madre.- disse -cosa?- chiese sbarrando gli occhi. -devono sapere che sto bene, e che non è colpa di nessuno, torno alla stamberga Harry, giuro non succederà niente.- disse. Ero incerto se lasciarlo andare da solo, nonostante i miei sentimenti nei suoi confronti stessero cambiando non mi fidavo ancora pienamente di lui. -va bene.- ma infondo che male poteva fare. -stai attento.- dissi per poi guardarlo scivolare fuori dal mantello e correre via con passo felpato. Io continuai per la mia strada e controllai gli orari. Perfetto, Grifondoro aveva trasfigurazione insieme a Corvonero, non sarebbe stato un problema tirarli fuori dalla classe. Camminai fino all'aula ed entrai facendo cigolare la porta, Hermione era seduta in primo banco con una studentessa di corvonero dai capelli dorati. Ron era con Seamus, lui dormiva e Finnigan scarabocchiava qualcosa sul quaderno. Lentamente e senza far rumore mi diressi verso il banco di Hermione. Mi mancava la tranquillità di essere un normale studente, anche se infondo non lo ero mai stato, avrei voluto vivere la mia vita adolescenziale con problemi tipo: cosa mi metto oggi? Mentre invece ero condannato a scappare e cercare di uccidere un mago oscuro molto più potente di me, il quale aveva ucciso tutti coloro a cui tenevo, a volte volevo solo essere una persona comune, senza cicatrice, senza nessuno che mi fermasse per strada per congratularsi di qualcosa di cui non ricordo neanche, vorrei che la cicatrice non bruciasse ogni volta che qualcuno tenta di uccidermi e vivere la mia vita da mago senza minacce di morte ogni Weekend. Sospirai cauto e mi avvicinai al orecchio di Hermione. -sono io, vieni fuori e porta con te Ron.- dissi sottovoce. Lei smise di scrivere e automaticamente si alzò dalla sedia dirigendosi verso a cattedra della professoressa che stava scrivendo qualcosa su una lunga pergamena. -Weasley.- disse lei. Guardai Ron che si era tirato su per ascoltare la professoressa Mcgranitt, -ti sarei grata se tu accompagnassi la signorina Granger a fare una commissione per me.- disse piatta. Ron si alzò svogliato e seguì la ragazza coi capelli arruffati raccolti in una treccia fuori dalla porta, mi avviai con loro. -perché mi hai fatto uscire?- chiese Ron sbadigliando. Lei lo guardò severa e io mi tolsi il mantello. -ah, certo che potreste dirmelo.- disse mentre si sistemava la camicia. -oh certo Ronald, la prossima volta Harry sarà lieto di entrare in classe senza mantello e chiederci liberamente di uscire dalla classe per parlare di tu-sai-chi.- disse Hermione secca. Ron si fece piccolo e mi guardò. -ho i denti.- dissi frugandomi in tasca per mostrarglieli. -dov'è il diadema?- chiesi. -è di sopra, nella sala comune.- disse Ron. -andiamo.- dissi rimettendomi il mantello. Salimmo velocemente le scale e passammo per il buco del ritratto. Arrivammo nel dormitorio di Hermione e frugò nel suo baule. Ne estrasse il diadema con un certo disgusto e me lo porse. Lo afferrai e la cicatrice iniziò a bruciare istantaneamente. Lo appoggiai per terra e guardai i miei amici per trovare sicurezza loro annuirono insieme alzai la zanna che tenevo in mano. Poi di scatto infilzai il diadema. Da quello uscì una nuvola di fumo nero che avvolse tutti noi odorava di zolfo. Caddi per terra spinto da una forza invisibile e mi sentii svuotato. Mi girava la testa e la cicatrice faceva molto più male di prima. Il fumo si dissolse con un urlo di donna. Il diadema era stato distrutto. La tiara giaceva atterra distrutta. -ora dobbiamo avvertire l'ordine.- disse Ron. -ne manca solo uno.- disse Hermione con le lacrime agli occhi. Le sorrisi e lei mi abbracciò. Poi getto le braccia a collo di Ron e vi rimase attaccata. -amico, scrivi tu all'ordine?- chiesi guardandolo mentre stringeva la ragazza fra le sue braccia. -si, vai tranquillo.- confermò lui. Sorrisi dolcemente e poi mi rinfilai il mantello. Camminai vero la stamberga strillante velocemente e quando entrai nella vecchia casa Draco era seduto alla scrivania a scrivere. -ho quasi finito.- disse velocemente. -lo vidi fare una veloce firma e porgermi la lettera. -leggila, dimmi come va...- disse tremante. Afferrai il foglio e mi sistemai gli occhiali.

Cara Madre,
Ti scrivo per farti sapere che sto bene, sono vivo, non è colpa di nessuno se me ne sono andato, solo non sopportavo il peso di tutto quello che mi avete imposto, non voglio essere un'assassino, io non sono un assassino, mi ricordo cosa mi disse Albus Silente, ancora oggi non c'è giorno in cui non pensi a quelle parole. "Sei solo un ragazzo che ha fatto molte scelte sbagliate" aveva ragione, ho sbagliato molto nella via, ma ora so, che posso cercare di rimediare a ciò che ho fatto, non cercatemi, voglio rimanere solo, forse alla fine delle guerra mi rifarò vivo, ho cambiato fazione, non voglio stare dalla parte del signore oscuro madre, sono ancora convito che il sangue puro sia da preservare, ma non in questo modo. Mi mancate. Con affetto
Draco.

Spero vi piaccia lasciate commenti e stelline baci. Scusate la tensione che avevo lasciato nel capitolo precedente, mi sono divertita a leggere i vostri commenti, buona lettura.

Drarry. Il purosangue e il ragazzo che è sopravvissutoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora