Capitolo 42. Morte, ricordi e ancora Morte.

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Arrivammo nella sala grande. Malfoy senza che io dicessi niente si era rimesso il mantello. Vidi una massa di capelli rossi ammucchiati tutti in uno stesso punto, la maggior parte di loro era inginocchiata altri in piedi con le mani sulla bocca, uno di loro era steso atterra. Un groppo in gola mi impedì di respirare. Il ragazzo steso per terra indossava un abito color porpora. Aveva ancora un piccolo sorriso stampato sul volto. Mi avvicinai lentamente, era sporco in viso, qualcosa di simile alla cenere gli aveva sporcato la faccia. Sentivo i pianti disperati di un intera famiglia lacerarmi le orecchie, mi avvicinai ancora, guardavo dall'alto Fred Weasley, o meglio, osservavo cupamente il suo corpo vuoto e senza vita. Gli occhi chiusi e i capelli rossi scompigliati. Il suo gemello gli stringeva la camicia con le mani tremanti, gli occhi gonfi e le guance rigate da lacrime amare, sentivo il suo dolore, lo emanava ogni sua piccola espressione, percepivo la paura, la paura di un futuro senza il fratello, io non avrei mai potuto vivere sensazioni simili, ma, capivo come ci si sentiva a perdere una persona cara. Ron era accanto a lui, piangeva anch'esso disperato sul cadavere, la signora Weasley invece, stringeva disperata la sua mano. Avevo i brividi che mi percorrevano la schiena.
Fred Weasley era morto, non ci sarebbero stati più i gemelli Weasley, George ora era solo.  Non riuscendo più a guardarli mi voltai, forse avrei fatto meglio a non farlo, una ragazza  dai capelli viola teneva la mano a un uomo con delle cicatrici in volto. -Remus... Tonks...- cercai di dire, ma le parole mi morirono in gola. I loro vestiti erano logori, speravo solo che non avessero sofferto troppo, ora anche Teddy era solo, non sarebbero mai stati i genitori che avrebbero voluto essere, come me, era rimasto orfano. -Mi dispiace...- disse una voce debole alle mie spalle. Non risposi all'inizio. -Resta qui.- dissi unicamente, poi uscii dalla sala con gli occhi gonfi di lacrime, non potevo piangere, non era il momento. Salii le rampe di sale verso il vecchio ufficio di Silente, camminavo lentamente, come se non ne avessi la forza, quando arrivai, dopo aver detto la prima d'ordine guardai quello studiò attentamente, come non facevo da troppo tempo, tutto era calmo, alcuni gingillino dorati emettevano tintinnii rasserenanti, mi avvicinai al pensatoio, il ritratto del vecchio preside sembrava profondamente addormentato. Sospirai e mi frugai nelle tasche, ne estrassi la fiala, i ricordi dell'ex professore splendevano argentati versai il contenuto, e chiudendo gli occhi mi immersi nel suo mondo.

[•••]

Il ricordò cambiò, mia madre scomparve, insieme a lei anche il giovane Piton, ora mi trovavo nell'ufficio, Albus Silente era seduto alla scrivania e Severus difronte a lui, teneva stretta la sua mano destra. -Quanto mi rimane Severus?- chiese quella voce che tanto mi mancava. -Forse un anno, Albus...- disse desolato. Poi si alzò e gli voltò le spalle. -Non fare così Severus... Sappiamo entrambi che Lord Voldemort ha ordinato al giovane Malfoy di assassinarmi.- quelle parole mi fecero rizzare i capelli. -ma, sappiamo anche che non ne avrà il coraggio...- continuò, solo in quel momento notai che la mano del preside era nera pece, sembrava essere stata disidratata, erano quasi distinguibili le ossa. -devi essere tu Severus ad uccidermi.- concluse. -non posso farlo...- disse l'altro con voce secca. -lo farai invece, solo così il signore oscuro avrà piena fiducia in te.-  disse Silente, la sua voce sembrava serena. -e il ragazzo?- chiese poi Piton, capii che si stava riferendo a me. -il ragazzo, ha un compito che io stesso gli ho affidato Severus.- rispose Il preside. Piton annuì e fece per andarsene ma Albus parlò di nuovo. -ma, c'è una cosa che gli è ancora ignota...- disse. Piton sembrava come essersi svegliato. -quella notte a Godric's Hollow quando Lord Voldemort tento di uccidere Harry, sua madre si interpose fra loro come ben sai...- Piton fece una smorfia di dolore. -e la maledizione gli rimbalzò addosso... C'è un motivo se Harry parla con i serpenti sai Severus? C'è un motivo se avverte la presenza di Tom, attraverso la cicatrice... Quando il Lord Voldermort terreno è scomparso un piccola parte di Voldemort viveva ancora in quella stanza, e si aggrappò alla sola cosa vivente che si trovava nei dintorni.... Harry stesso... Una parte di Voldermort, vive dentro di lui...- il professore difronte a lui sbarrò gli occhi. -quindi... Il ragazzo deve morire...- disse Piton a denti stretti... -deve morire, e deve essere Tom ad ucciderlo.- concluse Silente.
Il ricordo finì ed io uscii definitivamente dal pensatoio, avevo lo sguardo offuscato e il mio cuore batteva talmente forte da minacciare di rompermi le costole. Dovevo morire. E avrei dovuto farlo al più presto, era tutto parte di un piano superiore che io non avevo compreso...
Non riuscivo a muovermi, era come se le funzioni motorie mi avessero abbandonato. Dopo quasi cinque minuti di tentativi finalmente il mio corpo si mosse. Facevo dei passi piccoli e di malavoglia mentre le gambe mi tremavano, non avevo il mantello avrei dovuto nascondermi per evitare di essere visto, dovevo fare le stradine più nascoste per arrivare alla foresta nessuno avrebbe dovuto seguirmi, con passo felpato uscii dal castello un ultima volta ed attraversai il prato fino a casa di Hagrid, per poi entrare nella foresta, era come quella notte in cui avevo ucciso il serpente, di differente c'era solo la speranza di sopravviverà, la ne ero certo, qui, sto andando incontro alla morte, e quella mi attende a braccia aperte. I cielo era limpido, era un bel giorno per morire, non volevo dare un ultimo addio a Ron, Hermione, o specialmente a Draco, non avrei più trovato la forza e il coraggio necessari per arrivare a consegnarmi. Erano morte troppo e persone, e la consapevolezza, di essere un dannatissimo Horcrux ora mi stava schiacciando, avrei potuto morire subito, tanto avrebbe vinto in ogni caso, avrei potuto fare in modo che molte vite venissero risparmiate, non mi ponevo neanche il problema che quel ricordo fosse stato modificato, era troppo reale, sapevo che era reale. Camminai ancora per qualche passo, intravidi il viso serpentino del mio nemico fra gli alberi, mi mostrai, avevo messo la bacchetta in tasca, non volevo avere la tentazione di sfoderarla per difendermi, era semplice infondo, "lasciati uccidere" pensai. Quando Voldemort mi vide i suoi occhi si illuminarono. -sapevo che saresti venuto...- disse gelidamente. I mangiamorte presenti alle sue spalle risero. -No Harry! Cosa stai facendo?!-disse una voce roca, solo in quel momento notai anche un uomo alto con la barba folta incatenato a due alberi... Hagrid. Le labbra di Voldemort si arricciarono in un disgustoso sorriso compiaciuto, i suoi occhi rossi erano odiosamente incatenati ai miei. Alzò la bacchetta ed io chiusi gli occhi inspirando profondamente. Forse non sarebbe stato così doloroso, magari Draco mi avrebbe vendicato.
-avada kedavra.- avvertì un lampo di luce verde, un forte boato, è tutto svanì per l'ultima volta.

Spero che il capitolo vi sia piaciuto, ho preso molto dal libro originale di zia Rowling, non per copiarla, ma ci stavano quelle parti, scusate, comunque accendete le stelline e lasciate tanti commenti magari sta sera aggiorno ;) vi amo, ps scusate gli errori.

Drarry. Il purosangue e il ragazzo che è sopravvissutoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora