Capitolo 16. Le fiabe di beda il bardo.

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Camminai velocemente fino alla stamberga. Fu tutto tranquillo tranne che per la fretta mi scontrai contro un Corvonero del secondo anno. -qualcosa mi ha colpito.- borbottò il ragazzo coi capelli color tipo mentre si massaggiava la testa. -sarà stato Pevees.- rispose con noncuranza la Tassorosso con gli occhi neri vicino a lui. Mi scansai con foga per evitare altri sbadati contatti e arrivai. Salii le scale e tolsi il mantello, cancellai l'incantesimo sigillante dalla porta ed entrai. Draco era tranquillamente steso sul letto che leggeva un libro. Si girò qualche secondo e fece un piccolo ghigno per poi tornare ad immergersi nella lettura. Solo in quel momento rammentai quanto accaduto la sera prima è un onda infuocata mi percosse il petto. Appoggiai una mano sul mio collo esattamente dove il biondo aveva lasciato una piccola traccia livida del suo passaggio e sorrisi. Per un momento ricordai Ron ed Hermione ma li soffocai infondo alla mia mentre. -cosa leggi?- chiesi osservandolo. -le fiabe di beda il bardo.- rispose lui senza staccare gli occhi da quel libro. Appoggiai la roba da mangiare sul tavolino, tolsi la giacca e mi sedetti vicino a lui sul letto. Lo guardai confuso e lui ricambiò il mio sguardo con una punta di superficialità. -si vede che sei cresciuto coi Babbani Potter.- mi schernì lui. -beh almeno non sono finito in una ricca famiglia spocchiosa che mi ha insegnato ad essere il re del mondo.- lo rimbeccai ghignando. -ah si prescelto?- sottolineò quella parola alzando un sopracciglio. -penso che il ragazzo sopravvissuto qui difronte a me...- parlava come se ci fosse una terza persona. -...stia affermando di essere umile.- continuò lui. -ma colui che è in grado di sconfiggere l'oscuro signore non sa che la sua sfregiata persona erra.- concluse. Okay, effettivamente avevo molti soprannomi e mi conoscevano tutti nel mondo magico ma non era essere il re del mondo. -allora?- ironizzò lui sorridendo. Sbuffai sconfitto e feci una smorfia. -come pensavo, vuoi sapere cosa sono le fiabe di beda il bardo ora?- domandò rilassato. Annuii e lui mi rizzò sulla schiena. -le fiabe di beda il bardo sono semplicissime favole che si raccontano ai giovani maghi, era da molto che non leggevo queste favole, così ho deciso di dare una spolverata alla mia infanzia. Ammetto che come una volta la fiaba del mago e il pentolone salterino mi schifa.- disse con disprezzo, non capivo molto bene di cosa stesse parlando e lui scosse la testa stizzito. -ma bisogna spiegarti tutto Potter? CapiscoPerché la Grenger è sempre agitata, peno che perfino lei potrebbe conoscere questo libro.- commentò. -la fiaba parla di un calderone con un padrone buono e generoso che aiuta i babbani, quando esso muore lascia il calderone al figlio che lo usa con egoismo e riversa tutti i mali dei babbani su di esso fino a che l'avido mago non è costretto a cedere ed aiutare la gente.- spiegò brevemente. -ah... Okay.- dissi. -immagino tu non abbia mai neanche sentito minimamente parlare della storia dei tre fratelli vero quattrocchi?-
Non risposi. No, non ne avevo mai sentito parlare così decisi di fissarlo senza dire niente. Lui rise. -meglio che te la legga eh?- chiese. Io con un fievole si mi stesi vicino a lui. Quando mi sdraiai lui si strinse vicino a me ed ebbi una morsa al petto. Era così stranamente dolce nella sua finta rivalità persa. Iniziò a leggere con voce calda:
-C'erano una volta tre fratelli che viaggiavano lungo una strada tortuosa e solitaria al calar del sole. Dopo qualche tempo, i fratelli giunsero a un fiume troppo profondo per guardarlo e troppo pericoloso per attraversarlo a nuoto. Tuttavia erano versati nelle arti magiche, e così bastò loro agitare le bacchette per far comparire un ponte sopra le acque infide. Ne avevano percorso la metà quando si trovarono il passo sbarrato da una figura incappucciata. E la Morte parlò a loro. Era arrabbiata perchè tre nuove vittime l'avevano appena imbrogliata: di solito i viaggiatori annegavano nel fiume. Ma la Morte era astuta. Finse di congratularsi con i tre fratelli per la loro magia e disse che ciascuno di loro meritava un premio per essere stato tanto abile a sfuggirle.
Così il fratello maggiore, che era un uomo bellicoso, chiese una bacchetta più potente di qualunque altra al mondo: una bacchetta che facesse vincere al suo possessore ogni duello, una bacchetta degna di un mago che aveva battuto la Morte! Così la Morte si avvicinò a un albero di sambuco sulla riva del fiume, prese un ramo e ne fece una bacchetta, che diede al fratello maggiore.
Il secondo fratello, che era un uomo arrogante, decise che voleva umiliare ancora di più Morte e chiese il potere di richiamare atri dalla Morte. Cos' la Morte raccolse un sasso dalla riva del fiume e lo diede al secondo fratello, dicendogli che quel sasso aveva il potere di riportare in vita i morti.
Infine la Morte chiese al terzo fratello, il minore, che cosa desiderava. Il fratello più giovane era il più umile e anche il più saggio dei tre, e non si fidava della Morte. Perciò chiese qualcosa che gli permettesse di andarsene senza essere seguito da lei. E la Morte, con estrema riluttanza, gli consegnò il proprio Mantello dell'Invisibilità.
Poi la Morte si scansò e consentì ai tre fratelli di continuare il loro cammino, e cos' fecero, discutendo con meraviglia dell'avventura che avevano vissuto e ammirando i premi che la Morte aveva loro elargito.
A tempo debito i fratelli si separarono e ognuno andò per la sua strada.
Il primo fratello viaggiò per un'altra settimana o più, e quando ebbe raggiunto un lontano villaggio andò a cercare un altro mago con cui aveva da tempo una disputa. Armato della Bacchetta di Sambuco, non potè mancare di vincere il duetto che seguì. Lasciò il nemico a terra, morto, ed entrò in una locanda, dove si vantò a gran voce della potente bacchetta che aveva sottratto alla Morte in persona e di come essa l'aveva reso invnicibile.
Quella stessa notte, un altro mago si avvicinò furtivo al giaciglio dove dormiva il primo fratello, ubriaco fradicio. Il ladro rubò la bacchetta e per buona misura tagliò la gola al fratello anziano. E fu così che la Morte chiamò a sè il primo fratello.
Nel frattempo, il secondo fratello era tornato a casa propria, dove viveva solo. Estrasse la pietra che aveva il potere di richiamare in vita i defunti e la girò tre volte nella mano. Con sua gioia e stupore, la figura della fanciulla che aveva sperato di sposare prima della di lei prematura morte gli apparve subito davanti.
Ma era triste e fredda, separata da lui, come da un velo. Anche se era tornata nel mondo dei mortali, non ne faceva veramente parte e soffriva. Alla fine il secondo fratello, reso folle dal suo disperato desiderio, si tolse la vita per potersi davvero riunire a lei. E fu così che la Morte chiamò a sè il secondo fratello.
Ma sebbene la morte avesse cercato il terzo fratello per molti anni, non riuscì mai a trovarlo. Fu solo quando ebbe raggiunto una veranda età che il fratello più giovane si tolse infine il Mantello dell'Invisibilità e lo regalò al suo figlio. Dopodichè salutò la Morte come una vecchia amica e andò lieto con lei, da pari a pari, congedandosi con questa vita.- appena ebbe finito di leggere mi guardò per qualche istante con quegli occhi argentati. Rimasi a guardarlo pensando a più cose contemporaneamente tipo quando il biondino steso vicino a me fosse bello, con quei tratti taglienti e la pelle candida, alla notte passata piena di emozioni, a quella storia così estranea ma allo stesso tempo come sentita mille volte.
Cedetti al impulso e portai le mie labbra alle sue. Draco ebbe un sussulto ma subito mise le mani dietro la mia testa infiltrandosi fra i miei capelli spettinati con le dita. La sua lingua entrò in contatto con la mia attorcigliandosi dolcemente mentre le mie mani scivolavano sui suoi fianchi fino ad insinuarsi sotto la sua maglietta.

Drarry. Il purosangue e il ragazzo che è sopravvissutoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora