Capitolo 10. Sala comune Grifondoro.

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POV Harry.
Dopo essere tornato alla stamberga strillante per rifocillarmi con il succo di zucca e minestra di legumi avanzata che gli elfi si erano riusciti a procurare per me mi riposai leggendo un vecchio libro di Remus. Per la maggior parte erano spiegazioni di vecchie battaglie di maghi medioevali in cui i lupi mannari ebbero una rilevata importanza.
Verso le sei dopo essermi lavato tornai al castello con il mio fidato mantello. Per davvero poco non mi scontrai con Gazza, chissà quanto avrebbe dato quello per vedermi morto, anche se avrebbe ucciso tutti gli altri, gli stavo davvero troppo inculo.
Passai per numerosi corridoi nascosti e arrivai al ufficio della professoressa Mcgranitt.
Dato che non conoscevo la parola d'ordine dovetti aspettare li che qualcuno entrasse o uscisse e fortunatamente non dovetti aspettare granché prima che si facessero vivi.
-lei ritiene che sia necessario?- chiese Minerva con tensione.
-si.- disse secco l'altro.
Il professor Vitius e la Mcgranitt sbucarono da dietro l'angolo.
-non possiamo permetterci che accada qualcos'altro agli studenti.- disse.
-ne sono consapevole, ma se Severus lo venisse a sapere sarebbero davvero guai seri.- borbottò lei.
Entrambi sbuffarono e la professoressa guardo la porta che celava il suo studio.
-Gelato alla vaniglia.- la porta si aprì con un piccolo scatto lasciandoli entrare.
Ma davvero? Era una parola d'ordine così banale, un qualunque nato babbano avrebbe potuto passare dicendo che aveva voglia di gelato alla vaniglia e -puff-
La porta si sarebbe aperta.
Scossi la testa e aspettai una buona mezz'ora prima di vedere Vitius che lasciava il suo ufficio stanco e nervoso.
Erano quasi le sette. Non bussai, entrai e basta dicendo la parola d'ordine e stringendomi sotto il mantello. La professoressa era appoggiata coi gomiti alla scrivania e le mani le coprivano il volto sconvolto.
-professoressa.- dissi velocemente.
Lei sgranò gli occhi.
-impossibile...- sussurrò, la sentii a malapena. -Potter?- chiese lei.
Sorrisi togliendomi il mantello.
-per l'amor di Merlino ragazzo, cosa ci fa qui?- chiese preoccupata, nel suo volto c'era anche felicità, probabilmente era felice di vedermi ancora tutto intero, o sperava in buone notizie.
-sto cercando informazioni professoressa.- dissi educatamente.
-dimmi, qualsiasi cosa ti serva faremo di tutto per aiutarti.- disse lei.
-faremo?- chiesi incerto.
-io e l'ordine Harry, è da molto che non riceviamo tue notizie, ti credevamo scomparso o peggio.- rispose tesa.
-sto bene professoressa. La ringrazio, comunque come le ho accennato prima, ho bisogno del suo aiuto. Lei conosceva Tom, sapeva con chi stava e dove andava. Mi sono quindi chiesto, lei per caso sapeva dove andava e cosa faceva nel suo tempo libero?- domandò svelto.
-signor Potter, mi dispiace deluderla, ma non avevo tutta questa confidenza con giovane Tom. L'unico che qui sa qualcosa di concreto sul giovane Serpeverde è il professor Horace.- disse sconsolata.
-quindi dice che dovrei chiedere a lui... E se non volesse parlarmene?- chiesi acido.
-Sei riuscito a 'strappargli' il suo più grande segreto non che ragione di vergogna personale, non penso ti sarà difficile chiedergli qualcosa.- disse pacata.
-forse no.- pensai ad alta voce.
-la ringrazio professoressa.- dissi gentilmente.
-la prego, non faccia parola con nessuno della mia visita.- chiesi.
-Potter, tengo alla tua incolumità quanto tengo alla pace nel nostro mondo, di qualsiasi cosa tu abbia bisogno io ci sono. Ricordalo.- rispose. Mi congedai sorridendo e rigettandomi il mantello sulle spalle.
Ora dovevo parlare con il professor Lumacorno e scoprire dove nascondeva i suoi oggetti più personali. Non ero esattamente certo che la conversazione che avrei avuto con lui sarebbe andata a buon fine. Successivamente però realizzai che non potevo essere io ad andare da lui.
Lui non era un membro del ordine, non potevo presentarmi nel suo ufficio e chiedergli tutto quello che mi pareva. Dovevano farlo Ron o Hermione.
Andai alla sala comune dei Grifondoro per cercarli. Prima di arrivare al dipinto della signora Grassa trovai Dean chiacchierava che allegramente con Ginny, sembrava quasi ci stesse provando, in quel momento, non provai niente, ne rabbia, ne gelosia, ne qualsiasi altro sentimento o emozione negativa, andava tutto bene, ero quasi addirittura felice per lei.
Aspettai che qualcuno entrasse e mi feci spazio e nel dipinto. Mi era mancata quella saletta accogliente, le poltrone rosse e il camino accesso, ti dava sicurezza, ti faceva sentire a casa.
Ne Ron ne Hermione erano lì. Mi avviai verso il dormitorio dei ragazzi del settimo anno ed entrai lentamente. Neville e Ron stavano parlando seduti sui propri letti.
-pensi che voi-sapete-chi attaccherà Hogwarts?- chiese Neville.
-ne sono certo.- disse Ron quasi tranquillo. Sembrava che ci avesse fatto l'abitudine a sapere che era in pericolo di morte costante.
-ma, Harry non si trova qui, cosa dovrebbe venire a farci qui?- chiese Neville impacciato.
-️magari viene ad uccidere te Neville.- disse Seamus entrando. Mi spostai di lato per evitare di scontrarci.
Il ragazzo fece una smorfia e si passò una mano fra i capelli.
-ma Ron, perché tu ed Hermione avete abbandonato Harry?- chiese uno dei due.
-beh, vedi avevamo paura, non avevamo la forza per proseguire.- mentì il rosso. Finnegan annuì velocemente. Mi stavo sconcertando ascoltando le loro conversazioni. Mi avvicinai di soppiatto al orecchio di Ron.
-amico ti devo parlare, vieni fuori.- dissi con un impercettibile sussurro che però Ron afferrò al volo.
-ragazzi devo andare a prendere il libro c'è ho lasciato sul tavolo nella sala grande, torno subito.- di scatto si alzò uscendo dal dormitorio e mi avviai con lui, passammo insieme il ritratto della signora grassa e uscimmo dalla sala comune. Mi tolsi il mantello quando fui sicuro di non poter essere visto.
-Ron, tu ed Hermione dovete andare a parlare col professor Lumacorno.- dissi frettoloso.
-col cazzo, io non ci torno da quello la, è fuori di testa.- sospirò lui. -Ron! Ne abbiamo bisogno, dobbiamo scoprire dove Voldemort passava i suoi pomeriggi trascorsi ad Hogwarts.- lo rimbeccai.
Lui alzò gli occhi al cielo e incrociò le braccia. -va bene, domani dopo difesa contro le arti oscure andremo da lui... Il passato di Tu-sa-chi giusto?- chiese conferma.
-si, e smettila di chiamarlo Tu-sai-chi. Il suo nome è Voldemort!- borbottai.
-miseriaccia Harry, smettila di dirlo.-
Sbuffai e annui accondiscendente.
-vado a chiedere agli elfi qualcosa da mangiare, sto morendo di fame. Ci vediamo domani, saluta Hermione.- detto questo mi rimisi il mantello e andai alle cucine, mi feci dare del succo di zucca e qualche cosciotto. Tornai alla stamberga con lo stomaco pieno. Ora avevo il tempo per leggere un po' di cose su Cosetta e dormire.

Drarry. Il purosangue e il ragazzo che è sopravvissutoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora