CAPITOLO 20

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La Ford Focus imboccò l'ultimo tratto di via il Parco a tutta velocità, sbucando subito dopo di fronte a una mezza rotonda.

Istintivamente Isabel sterzò a destra. Troppo tardi però si accorse che stava procedendo in senso contrario. Se ne avvide solo quando una Citroen C3, appena uscita dal parcheggio laterale della strada, le si parò davanti suonando il clacson.

A pochi metri.

Non c'era tempo per pensare. Girò il volante verso destra nel disperato tentativo di scansarla. La macchina montò sul marciapiede strusciando l'intera fiancata sul muro che circondava le proprietà laterali. Sballottata, Isabel continuò comunque a schiacciare sull'acceleratore riportando la macchina in carreggiata. Proseguì ancora per qualche metro prima di svoltare sulla sinistra e imboccare a gran velocità via Oreste Franchini.

La Citroen non ebbe la stessa fortuna.

Cercando di scansare la Ford, la donna al volante sterzò bruscamente verso destra, portando la vettura quasi di traverso alla carreggiata. In quel momento anche gli inseguitori entrarono in quel piccolo tratto di strada.

Le due vetture si urtarono di striscio. Le ruote della Citroen scavalcarono il piccolo marciapiede che circondava l'aiuola e la macchina finì diritta contro un albero. Il fanale anteriore sinistro dell'altra invece si spaccò in mille mezzi mentre il guidatore cercava di mantenere il controllo. L'auto sbandò colpendo con la parte anteriore del muso il muro laterale. Eppure non si fermò. Ci fu uno stridio di lamiere, ma alla fine il guidatore riuscì a riportarla in assetto. Schiacciò quindi sull'acceleratore e si rimise all'inseguimento della Focus.

***

Isabel stava sudando. Giunta in fondo alla strada svoltò a sinistra. Guardò nello specchietto retrovisore e vide che non era ancora riuscita a seminare i tizi che avevano cercato di uccidere Lapo.

Al bivio voltò a destra.

Poco più avanti notò la presenza di un camion dei rifiuti.

Maledizione.

Fu costretta a rallentare.

«Che succede?» le domandò Lapo.

«La strada è bloccata.»

Lui si alzò e osservò la scena davanti a sé. «Prova a passare sulla sinistra» le suggerì indicando quel lato dove non c'erano macchine parcheggiate.

«Era quello che volevo fare...»

Uno sparo.

«Vai vai» urlò Lapo.

I proiettili colpirono la strada, molto vicino alle ruote posteriori. Isabel si spostò di lato e sorpassò lentamente il camion della nettezza. Una volta ritornata al centro della strada, aumentò la velocità e, giunta in fondo al bivio, svoltò a destra immettendosi lungo Viale Italia, senza fermarsi allo stop.

Per un soffio riuscì a evitare una macchina che procedeva a gran velocità lungo il viale. Sterzò appena in tempo e si mise al centro della strada.

Poi guardò nello specchietto. Niente traccia della vettura. Tornò allora a concentrarsi sulla strada. Il traffico era molto più intenso rispetto alle viuzze laterali che aveva percorso fino a quel momento e questo le impediva di mantenere una velocità costante. Cercò di superare alcune auto per mettere quanta più distanza possibile fra sé e chi li stava inseguendo, ma non era per niente semplice. Sulla carreggiata opposta viaggiavano diverse vetture e pure qualche camion.

«Se non ci uccideranno prima loro» disse Lapo stringendosi la caviglia e osservando la strada dietro di sé «finirai per farlo tu. Soprattutto se continui a guidare in questo modo.»

«E sarebbe questo il tuo modo di ringraziarmi? Ti ho salvato il culo, mi pare, o no?»

«Rifammi questa domanda appena ne saremo usciti.»

Isabel non gli rispose. Scosse la testa e si limitò a guardare nello specchietto. E stavolta la vide. Era molto vicina, troppo. Cercò di aumentare la velocità.

Udì altri spari.

«Invece di parlare perché non mi dai una mano?» gridò in direzione di Lapo mentre cercava di sorpassare una vettura che non si voleva spostare dal centro della strada.

«Non ho una pistola» gli rispose lui mentre, al riparo del sedili, cercava di capire chi diavolo fossero i loro inseguitori. Aveva la faccia coperta da graffi e rivoli di sangue e la caviglia che pulsava ritmicamente. La testa gli doleva e anche altre parti del corpo non godevano di buona salute, ma l'adrenalina lo stava sorreggendo e se avesse avuto un'arma avrebbe reso sicuramente più complicata la vita ai suoi inseguitori.

Isabel prese la sua dal giubbotto. «Tieni» gli disse gettandogliela sui sedili posteriori «vedi di fartela bastare. E' la sola che ho.»

«Farò del mio meglio.»

Aprì il finestrino e stando in equilibrio sul sedile sparò un paio di colpi cercando di mirare alle gomme.

I proiettili però mancarono l'obiettivo rimbalzando sull'asfalto.

«Vedi di centrare il bersaglio la prossima volta perché non ho più idee.»

«Tu cerca di andare diritta, invece.»

La macchina aveva appena superato una Fiat punto e si stava pericolosamente avvicinando.

«Ci sono dietro.»

Isabel cercò di aumentare la distanza, ma, dopo essere riuscita a superare la macchina che fino a quel momento le aveva impedito di accelerare, si trovò davanti un grosso camion che le ostruiva quasi del tutto la visuale.

Suonò il clacson. «Levati dalle palle» urlò stringendo il volante.

Lapo intanto sparò un altro colpo che stavolta colpì il vetro nell'angolo in alto a destra. La vettura rallentò sbandando, ma poco dopo si rimise di nuovo in carreggiata aumentando la velocità e avvicinandosi ancora di più.

Lapo prese la mira e premette ancora il grilletto, ma lo fece nell'instante in cui la macchina colpì violentemente il retro della Focus. Lui fu sbalzato all'indietro mentre il proiettile mancò il bersaglio conficcandosi nella lamiera del tettuccio.

Isabel perse il controllo. L'onda d'urto la spinse sulla sinistra verso la corsia opposta. Non potendo frenare per il rischio di finire in mezzo alla carreggiata, decise di schiacciare sull'acceleratore.

Quella mossa, dettata più dall'istinto che dalla ragione, le permise di essere travolta da un furgone che viaggiava a gran velocità nella direzione opposta.

Continuando nella sua folle corsa la Ford tagliò l'intera strada obliquamente finendo oltre il marciapiede e schiantandosi poi contro il muricciolo di pietra che delimitava l'accesso alla spiaggia.

L'impatto distrusse il muro e la macchina volò oltre finendo la sua corsa sulla sabbia.

Il prezzo dell'ingannoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora