CAPITOLO 28

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«Come vi stavo accennando poco fa» riprese David «in questo cifrario, come in molti altri, del resto, è la griglia a giocare un ruolo fondamentale.

E' lei che detta le regole per criptare e decriptare i messaggi, ma, come accade sempre, per poterci indirizzare verso la soluzione ha bisogno di una chiave.

Ora, generalmente, questa viene annotata da qualche parte all'interno dell'enigma stesso, o in un documento a parte, in modo che chi riceve la griglia abbia la possibilità di utilizzarla per sbrogliare il messaggio. Deve essere ben visibile insomma.

Fin qui mi seguite?»

«Sì.»

«Molto bene. Il problema però, in questo caso, è stato, almeno all'inizio, che avevo di fronte solo un'unica pergamena, composta da tutti gli indizi necessari meno la chiave.

Non riuscivo a trovare nessun riferimento che mi aiutasse in qualche modo a comporre la griglia. Poi ho notato il cavallo e mi sono chiesto: che senso può mai avere questa figura all'interno di un cifrario poligrafico?

Non mi era mai capitato un caso del genere.

Allora mi sono messo a ragionare, cercando di uscire dagli schemi classici e alla fine sono giunto a una semplice conclusione. Che quella figura doveva avere per forza un qualche significato collegato all'enigma, altrimenti Garibaldi non l'avrebbe inserita.»

«E quindi?»

«Quindi mi sono perso nei meandri della vita del Generale» sorrise David in modo enigmatico.

«In che senso?» domandò Rosa.

«Nel senso che mi sono messo a studiare, spulciando in Internet tutti quei siti che parlavano di Garibaldi in maniera, diciamo, meno canonica, soffermandomi sugli aspetti più peculiari della sua esistenza. E così alla fine ho trovato ciò che cercavo.»

«Che sarebbe?»

«Adesso ci arrivo, un attimo. Non vorrete rovinarmi la sorpresa, no?» rispose David che, come sempre, prediligeva le spiegazioni teatrali.

«Okay, va avanti allora.»

«Sapevate» riprese lui «che Garibaldi era molto legato a una cavalla bianca, a cui dette il nome di Marsala?»

«No» intervenne Rosa mentre anche Isabel e Lapo scuotevano la testa.

«E' un fatto molto importante nella vita del Generale» continuò David che comprendeva benissimo lo sconcerto degli altri «e, come vedrete tra poco, avrà pure un risvolto decisivo per la nostra storia. Tra l'altro sull'argomento ho trovato veramente tanti siti, tutti che narrano della sua incredibile storia.

Secondo ciò che ho letto questa cavalla, che in realtà non era proprio bianca ma grigia, venne regalata a Giuseppe Garibaldi dal marchese Sebastiano Giacalone Angileri subito dopo lo sbarco a Marsala.

Da qui il nome.

Il Generale accettò di buon grado il dono e si legò fin da subito con questo splendido animale, docile ma ubbidiente, che all'epoca aveva già quattordici anni.

In sella a Marsala Garibaldi entrò trionfante a Palermo il 27 maggio del 1860 e sempre in groppa a lei continuò tutta la campagna militare nel Regno delle due Sicilie, affezionandosi a tal punto da imbarcarla, nel novembre dello stesso anno, per l'isola di Caprera.»

«Un momento, stai dicendo che portò quel cavallo in Sardegna?»

«Sì, esatto. Ma c'è di più.

Il prezzo dell'ingannoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora