CAPITOLO 31

1 0 0
                                    

31

«Come mai hai chiesto di vedermi?» domandò Lord Wallaby entrando nel salotto di Emily decisamente sorpreso dalla qualla improvvisa telefonata.

«Prego accomodati» gli rispose lei indicando la poltrona dove era solito sedersi. «Tranquillo» proseguì poi con un sorriso «volevo solo aggiornarti sugli sviluppi della vicenda e volevo farlo prima degli altri e della nuova riunione.»

Si mosse verso il mobile bar per prendere i due bicchieri di cristallo dove aveva già versato del whiskey e tornò verso la poltrona. «Sai quanto tengo alla tua approvazione» concluse melliflua.

Wallaby le mise una mano sulla spalla. «Mia cara, ti ringrazio, ma non era necessario. Tutti noi abbiamo fiducia in te e siamo più che convinti che porterai a termine con successo quello che hai iniziato.»

Bastardo!

«Comunque» proseguì lui prendendo il bicchiere «ti ascolto volentieri. Dimmi di cosa si tratta.»

«Il nostro uomo è appena sbarcato sull'isola e si sta dirigendo alla residenza di Garibaldi. Confido che entro sera abbia trovato ciò che stiamo cercando da una vita intera.»

«E nessun intoppo fino a questo momento?»

«Nessuno.»

«E' una notizia magnifica Emily. Ottimo lavoro. Direi che un brindisi a questo punto è d'obbligo.»

«Non chiedo altro» anche lei prese il bicchiere. «Al successo della missione e alla liberazione della Loggia.»

«A una nuova era» fece eco lui.

Quindi alzarono i calici e brindarono scolando tutto d'un fiato il caldo e intenso liquore ambrato.

Una sensazione di calore invase i loro corpi.

Wallaby sorrise.

Emily poggiò il bicchiere e si mise a sedere, con una strana espressione dipinta sul volto.

«Tutto bene?» le domandò lui a cui non era passato inosservato il leggero cambiamento sul suo viso.

«Certo. Però avrei una domanda da porti, Williams. Un pensiero più che altro. Un tarlo che mi sta tormentando. Posso?»

«Ma certo, cara, sarei ben felice di aiutarti» le rispose. «Cosa ti tormenta? Ancora quell'agente italiano?»

«Oh no, no. Qualcosa di molto peggio» lo guardò dritto negli occhi.

Poi con voce estremamente calma: «mi stavo solo domandando perché mai tu mi avessi tradito.»

«Tradito? Ma che di stai parlando?»

«Basta recitare Williams, so tutto. Dimmi solo perché e facciamola finita.»

«Ti ha forse dato di volta il cervello?» urlò lui alzandosi in piedi deciso a troncare sul nascere quella discussione. Poi però un dolore acuto allo stomaco, come tanti spilli che stessero perforando i suoi organi interni, lo costrinse a rimettersi a sedere.

Si mise una mano sulla pancia.

«Fossi in te non mi muoverei di lì.»

«Cosa ...?»

«Ti ho avvelenato. Ho versato una fiala di Acqua Tofana nel tuo drink.

Ti restano più o meno pochi minuti di vita.»

«Ma ... perché?» i suoi occhi esprimevano un'immensa paura.

«Perché voglio che tu mi dica la verità, ecco perché. E perché i traditori devono morire.»

Stava parlando con una flemma glaciale, come se ormai non gli importasse più niente di lui.

«Va al diavolo Emily» gridò Wallaby tremando, poi sputò nella sua direzione, cercando di nuovo di alzarsi.

«Non prima di te, mio caro» sibilò lei a denti stretti. «Questo è quello che ti meriti, bastardo.»

Wallaby cercò di ribattere, ma un dolore lancinante lo fece piegare in due.

Cadde dalla poltrona, urlando.

Gli occhi cominciarono a lacrimare mentre dalla bocca fuoriuscivano rivoli di bava e striduli lamenti.

Emily si alzò e gli si mise in ginocchio davanti. «Sei solo uno sporco traditore Lord Williams. E ricordati, anche tutti coloro che hanno tramato nei miei confronti faranno la tua stessa orrenda fine.»

Lui cercò di replicare, ma non riuscì a proferire parola se non dei gracili lamenti.

Il dolore era indicibile.

Era come se dentro di lui ci fossero le fiamme stesse dell'inferno che lentamente bruciavano i suoi organi.

Si contorse, poi con un ultimo spasmo, spirò.

Emily rimase immobile fissando con un sorriso il volto cereo del suo vecchio mentore.

Il prezzo dell'ingannoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora