CAPITOLO 8

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Villa Donokoe

Livorno

8

La giornata era radiosa.

Il vento freddo e umido della sera precedente si era placato e un bel sole splendeva su Livorno.

Lapo ingranò la terza e s'immise nel traffico cittadino. Un sottile strato di nylon copriva lo spazio dei finestrini sbattendo sulla portiera a un ritmo cadenzato.

Villa Donokoe, non era lontana. Si trovava nella zona dell'Ardenza, un vecchio quartiere poco distante dal centro e dal porto, ricco di residenze signorili in stile Belle Époque a circa quindici minuti dall'appartamento di Michele.

Il proprietario, Achille Gonella, un ingegnere in pensione, nipote della governate di Clelia Garibaldi, gli era sembrato un uomo disponile e molto pacato e lui si augurava che fosse davvero la persona giusta per fare un po' di luce in tutta quella nebbia.

Era riuscito a rintracciarlo a telefono e aveva fissato un appuntamento per quella mattina.

Imboccò via del Parco dell'Ardenza, poi rallentò e procedette lentamente fra quelle viuzze, osservando i giardini e le case d'epoca, ripensando per un attimo alla peculiare storia di quella villa che aveva letto in un interessante sito la sera prima.

Meglio conosciuta come "Villa Francesca" in onore dell'ultima moglie di Garibaldi, l'edificio in stile ottocentesco aveva affascinato fin da subito il Generale, tanto che, in occasione di una delle tante visite alla città ospite di amici, aveva suggerito alla moglie di considerare quella dimora come un probabile investimento per gli anni in cui il figlio sarebbe stato all'accademia militare.

E così era stato.

Alla morte del proprietario, la villa era passata in eredità alla moglie che nel 1888 l'aveva poi venduta alla vedova del Generale, Francesca Armosino. La donna si era quindi trasferita a Livorno insieme alla figlia Clelia, esattamente come aveva auspicato suo marito, approfittando del fatto che il loro ultimo figlio, Manlio, stava frequentando appunto l'Accademia militare Livornese.

Nel 1900 però, in seguito alla tragica e prematura morte di Manlio quando era ancora tenente di vascello, l'intera proprietà era passata nella mani della sorella Clelia. Quest'ultima, che non si era mai sposata, l'aveva poi abitata per tutta la vita insieme alla governante, Clelia Gonella, fino alla morte avvenuta nel 1959.

Non avendo figli, come da disposizioni testamentarie, ogni suo avere, compresa quindi la residenza, era finito nelle mani di quest'ultima.

Lapo fece un leggero sorriso ragionando su come a volte la storia si diverta a prendere delle strade alquanto tortuose. Le vicende di quella villa erano state intrinsecamente collegate alla vita della famiglia Garibaldi e, centocinquant'anni dopo, il cerchio tornava a chiudersi sulla stessa famiglia.

Immerso in questi pensieri fermò la macchina di fronte al portone d'ingresso. Parcheggiò e spense il motore. Stava per scendere quando sentì il telefono squillare. Lo prese e vide il nome sullo schermo.

Rosa.

«Ho buone notizie» esordì.

«L'ascolto.»

«Ho fatto delle ricerche su quel tatuaggio. E' il simbolo dell'Ordine del Rito Scozzese, uno dei più antichi riti iniziatici della Massoneria.»

«Mai sentito.»

«Si tratta di una loggia molto potente» continuò Rosa, «ma occulta. Storicamente è legata con l'Ordine di San Giovanni, ma vanta addirittura una discendenza diretta con l'ordine reale di Scozia, fondato dal re Robert Bruce nel 1314. Ciò che la contraddistingue però dalle altre logge è la sua particolare costituzione. E' una specie di ramo parallelo della massoneria che va molto oltre i primi tre gradi di quest'ultima. Per farla breve solo coloro che hanno raggiunto il grado di maestro possono accedere a questa congrega e farvi parte attivamente.»

«Nient'altro?»

«Purtroppo per ora no. Ho letto diversi articoli al riguardo, ma le informazioni sono alquanto lacunose e frammentarie. Però ho individuato un elemento costante: stando alle fonti sembra una prassi piuttosto comune per il Gran Maestro infiltrare i membri dell'Ordine fra le persone più influenti della politica e dell'industria.»

«Qualche nome?»

«Niente di concreto. L'unico legame che sono riuscita a trovare, ma devo ancora verificarlo, riguarda una nobile famiglia inglese imparentata con il ramo irlandese dei Temple. Non è molto, ma potrebbe essere un punto di partenza»

«D'accordo.»

«Dove si trova adesso, Colonna?»

«Livorno. Sto per incontrare gli amici di Michele.»

«Non si fidi di nessuno. Non è in missione, e non potrà contare sulle risorse del C.I.I..»

«Lo terrò a mente.»

«Buona fortuna.»

Il prezzo dell'ingannoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora