CAPITOLO 33

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All'autonoleggio avevano perso un sacco di tempo prezioso.

La lunga fila di persone non era esattamente ciò che avevano sperato di trovare una volta usciti dall'aeroporto.

Ma non avevano potuto fare diversamente.

Alla fine, noleggiata la prima macchina disponibile, una Hyundai I20 grigio perla, avevano imboccato la strada statale in direzione di Palau, decisi a recuperare a ogni costo lo svantaggio acquisito.

Lapo aveva schiacciato l'acceleratore il più possibile approfittando anche del fatto che c'erano poche vetture a giro, riuscendo a coprire i quaranta chilometri che lo separavano dal porto in poco meno di mezz'ora.

Giunti a Palau, avevano notato, per loro fortuna, che il traghetto non era ancora partito, nonostante le ultime vetture fossero ormai tutte a bordo.

Fatto quindi al volo il biglietto per la traversata, erano riusciti a montare a bordo poco prima che chiudessero il portellone della nave.

Venti minuti più tardi erano sbarcati sull'isola della Maddalena.

L'orologio segnava le 14:50.

«Secondo il navigatore dovrebbero mancare più o meno otto chilometri al Compendio Garibaldino» disse Isabel osservando lo schermo LCD della macchina «se non troviamo casino attraversando questo tratto di città, tra un quarto d'ora dovremmo essere sul posto.»

«Allora direi di non perdere altro tempo» le rispose lui a denti stretti imboccando Via Indipendenza.

Sentiva che l'adrenalina stava aumentando velocemente nelle vene, creandogli una sensazione quasi di formicolio.

E più si avvicinavano all'obiettivo e più questo stato d'animo si acuiva.

Proseguirono su via Amerigo Vespucci districandosi fra le vetture attraverso quelle strette viuzze e infine, dopo dieci minuti persi all'imbocco del ponte a causa di alcuni lavori, s'immisero su Via Benvenuto Cellini attraversando il tratto di strada che li separava da Caprera.

Soffiava un vento abbastanza forte, soprattutto il quel tratto in cui il mare si incuneava fra le due isole formando una specie di corridoio, ma il sole pomeridiano con i suoi raggi riusciva comunque a riscaldare l'aria rendendo quella giornata decisamente gradevole.

Isabel, con gli occhi incollati al finestrino, osservava incantata la bellissima macchia mediterranea intorno a loro, soffermandosi ammirata su quel tipico paesaggio brullo disseminato di cespugli, rocce e pini.

Poco lontano il mare azzurro si infrangeva sulle scogliere mentre all'orizzonte si vedevano veleggiare imbarcazioni di ogni tipo.

Nel cielo volavano i gabbiani.

«Sembra quasi un paesaggio da cartolina» mormorò.

«Vero. Peccato che non siamo qua in vacanza» le rispose lui mentre seguiva la strada principale in direzione del Compendio.

«Magari una volta finito tutto...» sussurrò lei con un sorriso.

Lapo non rispose anche se l'idea non gli era sembrata poi così terribile.

Sospirò tornando a guardare la strada.

Venti minuti dopo giunsero nei pressi del parcheggio.

«A quanto pare siamo arrivati» osservò Isabel improvvisamente attenta.

Fermarono la macchina di fronte a una grossa struttura in legno che ospitava un Bar con dei tavoli all'aperto e un negozio di souvenir.

Il prezzo dell'ingannoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora