CAPITOLO 24

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Isabel si mise a sedere sul bordo del letto e afferrò il telefono decisa a comporre il numero di Rosa, poi ci ripensò e lo appoggiò sul comodino.

Voleva che fosse presente anche Lapo che in quel momento era però intento a farsi una doccia.

Qualche minuto in più non farà differenza, pensò gettandosi con la schiena sul materasso gli occhi fissi al bianco del soffitto.

Cercò di rilassarsi.

Si trovavano in una stanza d'albergo di una piccola pensione situata poco distante dal porto di Livorno, quasi di fronte all'imbarco della Grimaldi Lines.

L'aveva trovata per caso.

Dopo la fuga dal luogo dell'incidente a bordo di una piccola barca a motore attraverso tutti i canali minori che, come tanti rami laterali, conducevano al centro del porto poco dopo la località industriale di Stagno, aveva puntato sul mare aperto fino a quando, conscia del fatto che prima o poi qualcuno avrebbe notato la mancanza al molo della lancia e avrebbe avvertito le autorità, non aveva deciso di avvicinarsi di nuovo al litorale.

Aveva così notato poco lontano un tratto di spiaggia libera che si snodava per diverse centinaia di metri prima dell'inizio dei bagni sul lungomare.

Le era sembrato il posto adatto.

Nessuno in giro a fare domande e tanto spazio per lasciare incustodita una piccola barca senza destare sospetti.

Così aveva virato, spengendo il motore e lasciando che fosse la corrente a trascinarli a riva.

Dopo di che, lasciata cadere l'ancora sul basso fondale, era scesa a terra e con Lapo si era incamminata il più velocemente possibile verso l'interno, seguendo una piccola strada sterrata che da una parte costeggiava lo stabilimento balneare mentre dall'altra confinava con le paludi e la vegetazione incolta nella speranza di trovare un luogo dove alloggiare.

E così era stato.

Sospirò e si rimise a sedere sul letto, guardandosi di nuovo intorno.

Un timido sorriso le spuntò sulle labbra al pensiero di dove si trovava e con chi.

Dopotutto è abbastanza grande per tutti e due, pensò sentendosi quasi imbarazzata da quel pensiero, un pensiero che, ultimamente, la stava rendendo alquanto nervosa e al quale non era più abituata da tempo.

Prima o poi avrebbe dovuto affrontare, almeno con se stessa, l'argomento Lapo Colonna.

Ma non era quello il momento.

Tornò a osservare la stanza.

L'arredamento era semplice. Un letto matrimoniale, una scrivania e un divano oltre a una grande finestra che dava su una terrazza dalla quale si potevano scorgere, in lontananza, sia il mare che la zona industriale di Livorno.

Certo non era la sistemazione migliore del mondo, ma in fin dei conti per ciò che dovevano fare era perfetta.

Abbastanza appartata perché nessuno potesse trovarli eppure circondata da diverse vie di fuga nel caso in cui la situazione fosse precipitata all'improvviso.

Già le vie di fuga.

Quel pensiero la riportò brutalmente alla realtà e al fatto che da un momento all'altro tutto sarebbe potuto precipitare.

Lapo era stato molto chiaro su quel punto. Anzi insistente, a dire il vero.

Non si sentiva tranquillo, voleva che lei controllasse la zona e, considerando tutto quello che era successo fino a quel momento, non se l'era sentita di biasimarlo.

Il prezzo dell'ingannoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora