Stranamente, il rientro fu meno traumatico del previsto.
Anche grazie al fatto che Ashley, mi aveva mandato via mail ogni giorno, i compiti da svolgere, in modo da non dover restare indietro con il programma.
Che santa donna era!!
In più, il terrore cocente di perdere il controllo, annidato nelle mie viscere, si era finalmente leggermente acquietato, grazie al dolce peso del mio Medaglione intorno al collo, accuratamente nascosto sotto la camicetta della divisa.
Avevo fatto varie prove la sera prima, dopo aver buttato Bastian fuori di casa.
E ogni comando o Manipolazione, mi era riuscita alla perfezione.
Per questo, il timore che potessi combinar disastri, era proprio ai minimi storici.
L'unica cosa, di cui mi sarei dovuta preoccupare al momento, erano due certe cheerleader con cui dovevo ancora fare i conti, ma avendo solo lezioni scientifiche, riuscii a scampare alle loro grinfie fino a pranzo, quando decidemmo di comune accordo, di pranzare nel Giardino D'inverno, per goderci ancora quelle meravigliose giornate assolate che tutt'ora imperversavano su New Orleans, nonostante fossimo oramai alle porte d'ottobre.
Per cui, dopo aver raccattato una generosissima porzione di lasagne d'asporto, Pollo al curry, patatine fritte, e due immancabili ciambelle, mi avviai mogia mogia verso la meravigliosa struttura, passando per il sentiero di ciottoli, nascosto da alte siepi, stile labirinto del fauno, che dalla mensa conduceva al gazebo.
Scoprii accigliata, che la missione si stava facendo piuttosto ardua, a causa della spropositata mole di cibo che stavo trasportando.
Fu allora che un pensiero perverso, mi attraversò la mente.
Mi girai intorno, per controllare che nessuno stesse percorrendo il sentiero, oppure che nessuna coppietta avesse approfittato dell'ora d'aria, per imboscarsi nelle piccole nicchie costeggianti il sentiero, al cui interno risiedevano delle panchine in marmo, con morbidi cuscini di velluto applicato.
Dopotutto, erano ricchi figli di papà a frequentare la scuola.
Ma c'era il deserto dei tartari intorno a me.
Quindi...perché non approfittarne?
Presi un bel respiro, e mi concentrai per richiamare a me il vento, fischiando leggermente, un motivetto britannico che mi avevano insegnato da bambina.
Il mio Medaglione si raffreddò, ed il mio Nucleo prese a pulsare, mentre il passaggio, fino a quel momento privo anche del più piccolo movimento, si riempì di una brezza leggera e profumata di rose, che mi avvolse completamente e mi scompigliò i capelli, quasi in segno di saluto.
Estasiata, mi lasciai avvolgere del tutto da quel piccolo vortice, che fischiava dolce nelle mie orecchie.
Finalmente, mi sentivo di nuovo viva.
- Su su, anche a me sei mancato, ma al momento avrei bisogno di un piccolo aiutino – Dissi richiamando il vento, che continuava a far svolazzare i miei capelli in maniera indisciplinata.
Gli Elementi, erano entità stravaganti.
Tutti li credevano privi di vita, solo creazioni della terra.
Non avevano però idea, di quanto si sbagliassero.
Erano entità senzienti, capaci di provare emozioni, oltre ad essere notevolmente molto più vive di quanto si possa immaginare.
E ognuno di loro assumeva una propria forma, quando venivano richiamati da noi.
Non avevano la possibilità di parola, ma, avevano sempre saputo come farsi capire benissimo anche senza.
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The Medallione - The Elemental Series
Fantasy#COPIA CARTACEA E EBOOK DEL ROMANZO DISPONIBILI IN FORMATO INTEGRALE SU AMAZON # La vita di Alexis Hamilton scorreva tranquilla tra scuola, lavoro ed il suo gruppo di fidati amici: Michelle, Erika, Luke ed i gemelli Ashley e Tyler Benson. Quello che...