Passò una settimana da quell'incidente, e di Cappellino non vidi più ombra.
L'unica cosa rimasta a presenza di quell'incontro, era la sensazione d'inquietudine e disagio oramai diventata mia perenne compagna.
Feci, infatti, di tutto per ignorare la situazione, arrivando a lavorare anche 10 ore di fila.
Tutto questo però, sarebbe dovuto cambiare; la scuola ricominciava l'indomani, e avevo deciso che avrei iniziato l'anno, senza problemi né preoccupazioni.
Così, presi una giornata libera da dedicare a me stessa, e a tutti i lavoretti in arretrato; primo fra tutti, la pulizia del mio appartamento.
Armata di spazzolone e buona volontà, mi buttai in mezzo a quella giungla dalla quale sembrava non esserci ritorno.
Prima affrontai la mia stanza, dalla quale ne uscii vittoriosa, per cui soddisfatta e più fiduciosa, decisi di battermi contro il bagno, l'avversario di medio livello, uscendone vincitrice ma con qualche livido.
Ma una volta arrivata al Boss, cioè la cucina, provai la stessa sensazione di terrore che attanagliava i protagonisti dei videogame, prima di battere la loro nemesi; ricordandomi che, solitamente, la prima volta si perde sempre.
Detto fatto.
Battuta miseramente da un frigorifero.
Per Diana, come diavolo si poteva dimenticarci dentro uno yogurt per 2 mesi?!
Senza contare lo stato delle verdure, della quale non ero una grande amante, salvo che non fossero quella poca manciata da me prediletta, e non era questo il caso decisamente, poiché erano diventate di uno strano color catrame.
Facendomi forza, svuotai il maledetto arnese di tutto il suo contenuto, pulendolo a fondo, e quasi slogandomi una spalla per arrivare sopra di esso; poiché ero talmente fusa, da non aver neanche pensato ad utilizzare una scala.
O almeno una sedia.
Una volta finito, gettai la spugna, letteralmente, e mi sedetti un paio di minuti sulla poltroncina di velluto rosso che dava sulla finestra del soggiorno, intenta a godermi la brezza marina di fine serata.
Mi sentivo soddisfatta del mio operato, e notevolmente molto più tranquilla di quando avevo cominciato.
Impegnarmi in qualcosa aveva sempre avuto un effetto calmante su di me, anche se di solito cucinavo e non pulivo.
Sfortunatamente non ero riuscita a scacciare via il pensiero, che qualcosa non andasse.
Quello però, era anche probabilmente dovuto all'ansia di ricominciare la scuola; buttarmi in quella bolgia fatta di altolocati arrivisti e nullafacenti perbeniste mi aveva sempre creato problemi.
E il non potergli rispondere per le rime, come mi veniva spontaneo, mi mandava in bestia, ma proprio non potevo farlo; Specialmente considerando la mia natura di borsista, dovevo mantenere un profilo basso e inesistente, in modo da non crearmi problemi con quella gente, che era sempre pronta e ben felice di buttare fuori chi non riteneva alla loro altezza.
Se solo avessero saputo...
Riscuotendomi da quei pensieri, decisi di prendere cinese per cena, la stanchezza era troppa per cucinare, e dopo tutto lo straordinario che avevo fatto a lavoro quei giorni, potevo anche permettermelo, così passai il resto della serata tra ravioli al vapore e uniformi scolastiche, sperando che il nuovo anno cominciasse senza problemi o intoppi.
Non avevo idea però, di quanto mi sbagliassi.
***
Il mattino seguente mi alzai di buona lena, pronta a prepararmi per il primo giorno di scuola.
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The Medallione - The Elemental Series
Fantasy#COPIA CARTACEA E EBOOK DEL ROMANZO DISPONIBILI IN FORMATO INTEGRALE SU AMAZON # La vita di Alexis Hamilton scorreva tranquilla tra scuola, lavoro ed il suo gruppo di fidati amici: Michelle, Erika, Luke ed i gemelli Ashley e Tyler Benson. Quello che...