Arrivai la Vigilia di Natale dell'anno 1899. Deirdre era intenta a preparare la zuppa di verdure, in cucina, mentre Zephyr, il certosino che viveva con lei, si godeva il tepore del camino. D'un tratto, si udirono tre colpi secchi alla porta. Deirdre si chiese chi potesse essere a quell'ora. Asciugandosi le mani con il grembiule, si avvicinò all'uscio.
- Chi è? – chiese, ma non le rispose nessuno.
Decise di aprire comunque. Aveva cominciato a nevicare. Ai suoi piedi, era stata deposta una cesta. Credendo si trattasse di un dono natalizio, Deirdre si chinò e fu allora che mi vide per la prima volta. Dentro la cesta c'era una neonata e quella bambina ero io. Sconvolta, Deirdre mi portò al caldo, vicino al focolare e mi prese in braccio.
- Non piangevi, eri serena, e mi guardavi con gli occhi spalancati... Mi conquistasti in un attimo... - mi avrebbe raccontato molte volte.
- Rimasi ad ammirarti per un tempo indefinito, eri così bella: la pelle di porcellana, le gote rosate, e quegli occhi ipnotici... Poi, mi riscossi e ti diedi un po' di latte. Non sapevo cosa fare, mi chiedevo chi ti avesse affidata a me, ma non riuscivo a darmi una risposta. –
Quella notte, Deirdre sistemò la cesta che avrebbe usato come culla di fortuna accanto al suo letto, ma non riusciva a prendere sonno. Aveva esaminato le lenzuola e le coperte che mi avvolgevano: erano di ottima fattura. Quella bambina doveva provenire da una ricca famiglia, ragionava, ma allora perché era stata abbandonata? Come avrebbe fatto ad accudirla?
Deirdre era una donna nubile, che si guadagnava da vivere come sarta. Cuciva e sferruzzava per tutti gli abitanti del villaggio inglese in cui viveva da sempre. Alla morte della madre, era rimasta sola nel cottage che sorgeva sul limitare del bosco. Quando entrai nella sua vita, aveva da poco superato i cinquant'anni. Non aveva esperienza di bambini e si sentiva sopraffatta dal compito che le era toccato in sorte, ma mi voleva. Così, il giorno successivo, andò dal lattaio di buon mattino, a chiedere un po' di latte, scusandosi dell'incomodo, perché, lo sapeva bene, era il giorno di Natale, ma doveva sfamare una bimba. Presto la voce del mio arrivo si diffuse per tutto il paese e i suoi abitanti fecero a gara per portarmi dei doni. Fu così che venni adottata dall'intera comunità. Mentre gustava l'arrosto che la moglie del macellaio aveva insistito per condividere con lei, Deirdre si domandava se non sarebbe tornato qualcuno a reclamarmi. Ma i giorni trascorsero e nessuno si presentò per chiedere di me.
Deirdre si mise subito all'opera e confezionò un corredo per me. Decise di chiamarmi Gardenia, perché quel fiore, che aveva sempre amato, era ricamato sul lenzuolino che mi copriva dentro la cesta. Il falegname si offrì di intagliare una culla nel legno, che venne posta in camera da letto. Le donne del villaggio inventavano sempre una scusa per venire a trovarci: molte chiesero a Deirdre di realizzare una coperta o uno scialle soltanto per avere una ragione per pagarla.
Sembravano tutti innamorati di te: mi chiedevano di prenderti tra le braccia e non volevano più lasciarti andare. Sapevo perché: quando ti cullavo, sentivo una grande pace. Compresi presto che eri una bambina speciale.
Naturalmente, furono fatte molte congetture sulla mia origine, ma nessuno arrivò a capo di nulla. A Deirdre non importava, desiderava solo che restassi con lei. In estate mi svezzò, preparando delle creme realizzate con le verdure del suo piccolo orto. La sera, per farmi addormentare, cantava per me vecchie ninne nanne oppure narrava le leggende che conosceva. Cominciò presto a tentare di insegnarmi a parlare e si impegnò talmente tanto che a Natale, a un anno compiuto, riuscivo già a dire qualche parola. Non mi chiese di chiamarla mamma, però: aveva deciso sin da subito che mi avrebbe raccontato la verità sul mio ingresso nella sua vita.
Eri una bambina molto quieta: mentre cucivo, giocavi col coniglio di pezza che avevo cucito per te e, ogni tanto, ti fermavi, sembravi assorta. Ti piaceva seguirmi nell'orto e pasticciare con la terra fresca. Ti impiastricciavi tutta, ma non avevo cuore di sottrarti quel piccolo piacere.
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Gardenia
Storie d'amoreLa vigilia di Natale del 1899, nelle Cotswolds, in Gran Bretagna, qualcuno depone una cesta di fronte alla porta del cottage di un'umile sarta, Deirdre. La cesta contiene una neonata che la donna decide di allevare e di chiamare Gardenia. La piccola...