CAPITOLO XI

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Avevo compiuto diciassette anni e facevo ingresso nel gennaio del 1917. Non sapevo che la Grande Guerra sarebbe durata ancora due lunghi anni. Mi dedicavo anima e corpo allo studio, sempre più desiderosa di apprendere. Spesso, dopo cena, Lord Barrington, in biblioteca, mi leggeva alcune pagine dei quotidiani, perché fossi al corrente delle imprese belliche. Ero avida di notizie, sebbene ne rimanessi molto turbata. Nulla lasciava presagire la fine dei combattimenti e il ritorno a casa di Peter, che, nelle lettere inviate, sembrava sempre più provato e nostalgico.

Le ristrettezze della guerra cominciarono a farsi sentire anche a palazzo: i camini non restavano accesi tutto il giorno, molte camere rimanevano chiuse a doppia mandata e le vivande a tavola si erano ridotte. Naturalmente, restavamo dei privilegiati, ma quei segnali mi impensierivano non poco.

Dalle lettere di Annabelle capivo che al villaggio si arrancava malamente e avrei voluto aiutarla. Chiesi a Lord Barrington il permesso di inviarle delle ceste di cibo, proprio come lui aveva fatto con me. Mi fu concesso e mi sentii al settimo cielo per questo. Lord Barrington era un uomo molto generoso, tanto quanto Lady Elizabeth era egoista e tirchia. Mi chiedeva di non consumare le candele per continuare a leggere in camera prima di addormentarmi, ad esempio. Io, come sempre, le obbedivo, ma ne soffrivo: avevo bisogno di rifugiarmi in quel mondo di carta per sfuggire alle preoccupazioni.

Una notte, mentre percorrevo il corridoio diretta verso la mia stanza, di ritorno dalla biblioteca, vidi un'ombra camminare dal fondo della galleria verso di me. Un brivido mi ghiacciò la schiena: era un ragazzo, alto, magro e biondo. Quando si fece più vicino, svanì. Chi era? Che cosa voleva? 

Corsi nella mia camera e mi misi sotto le coperte

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Corsi nella mia camera e mi misi sotto le coperte. Non avevo più visto spiriti dal mio arrivo nella dimora dei Barrington e quello non era affatto un buon segnale. Che fosse uno dei figli della coppia che mi ospitava? Non ero riuscita a scorgerlo bene in viso, eppure, ero certa fosse biondo, dunque, non poteva essere Peter. Non conoscevo il volto di David ed Edward, ma mi ripromisi di cercare le loro camere ed entrare di nascosto, alla ricerca di un ritratto. Speravo di poter escludere che si trattasse di loro. Non potevo dir nulla a nessuno: Lady Elizabeth sarebbe andata su tutte le furie se lo avessi fatto e, in ogni caso, non avrei comunque potuto parlarne finché non fossi stata sicura dell'identità dello spirito. Cercai di tranquillizzarmi ripetendomi che, magari, si trattava di un loro antenato: un giovane morto anni e anni prima tra le mura del castello. Speravo con tutta me stessa che le cose stessero così. 

 

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