CAPITOLO X

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I mesi trascorsero tra una lezione e l'altra. Io continuavo a non essere ritenuta pronta per il mio debutto in società. Non uscivo mai dalla mia gabbia dorata. La domenica, la funzione religiosa si teneva nella cappella privata del palazzo. Assistevo assieme a Lord e Lady Barrington, l'unica altra persona presente era il celebrante. Quando Lady Elizabeth riceveva visite, io non venivo coinvolta. Di solito, ero impegnata con Mr. Prescott, altrimenti, restavo confinata nella mia camera. Mi sentivo triste e molto sola. Ogni tanto, ad allietare le mie giornate arrivava una lettera di Peter, che Lord Barrington leggeva ad alta voce per me e Lady Elizabeth. Raccontava della dura vita in trincea e scriveva che non vedeva l'ora di fare ritorno a casa. Mi sembrava di cominciare a conoscerlo attraverso le sue missive. Anche Edward e David scrivevano regolarmente, dando conforto ai genitori. Da parte mia, ricevevo le parole di Annabelle, che mi raccontava della vita sempre più difficile al villaggio. Era iniziato un altro rigido inverno e, tra poco, sarebbe stato Natale.

Una sera, in biblioteca, Lord Barrington mi stupì:

- Cosa desideri per questo Natale, Gardenia? – mi chiese, con fare bonario.

- Nulla, Sua Grazia, fate già così tanto per me. – risposi.

- Deve esserci pur qualcosa che vorresti. – insistette.

Ci pensai un attimo, non sapevo se la mia richiesta potesse essere accolta.

- Ecco, a dire il vero, una cosa ci sarebbe: mi piacerebbe invitare qui la mia cara amica Annabelle. E' come una sorella per me. –

- Nulla di più facile! Perché non me lo hai chiesto prima? –

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- Nulla di più facile! Perché non me lo hai chiesto prima? –

La gioia si dipinse sul mio viso.

- Scrivile immediatamente: sarà nostra ospite il giorno di Natale. – annunciò.

- Oh, Sua Grazia! Mi fate tanto felice! – esclamai, con le lacrime agli occhi.

Cominciai a riprendermi. Scrissi ad Annabelle e poi iniziai a prendere parte ai preparativi per la Solennità natalizia. Chiesi e ottenni – nonostante le resistenze di Lady Elizabeth – di addobbare il grande abete che era stato portato in uno dei saloni del palazzo. Il mio compito consisteva nell'annodare i fiocchi di velluto rosso ai rami. Vigilai sulla sistemazione della camera per Annabelle e riempii il suo armadio con alcuni dei miei abiti. Volevo risparmiarle l'imbarazzo che avevo avvertito io appena arrivata. Realizzai per lei un acquerello, durante le ore di Disegno per offrirglielo come dono. 

 

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