CAPITOLO XIV

24 5 18
                                    

Nelle settimane che seguirono i funerali di David, Lady Elizabeth si convinse a partecipare ai pasti a tavola in nostra compagnia. Spiluccava appena qualcosa e non interveniva durante la conversazione, ma era presente. Non solo, ma accettava di buon grado di passeggiare nel parco con me e Lady Fiona, che la teneva a braccetto. Ogni tanto, chiedeva di sostare sulla panchina al sole. Un giorno, trovai il coraggio di raccontarle che avevo sognato David camminare nel parco. Si voltò verso di me e mi guardò, come se mi vedesse per la prima volta.

- Il mio David? – domandò, meravigliata.

- Sì. – risposi, sorridendole.

- Il suo spirito vive. – aggiunsi, timidamente.

Non mi rispose, ma sospirò e non si oppose alle mie parole. Non mi chiese nulla in merito al sogno e non volli forzare la mano, perché temevo che non fosse ancora pronta.

A recarle conforto erano giunte le lettere di Edward e Peter, venuti a conoscenza della morte di David. I due ragazzi, seppure addolorati, avevano fatto di tutto per dare forza alla madre. Lord Barrington ci aveva letto tutte le loro missive, inviate in numero superiore alla consuetudine. Rassicuravano la famiglia dicendo che stavano bene e si dicevano ottimisti circa il buon esito della guerra. Io bevevo le parole di Peter come fossero acqua cristallina, sognando il suo ritorno.

Una mattina, Lady Fiona mi comunicò che il giorno successivo saremmo andate nel bosco

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Una mattina, Lady Fiona mi comunicò che il giorno successivo saremmo andate nel bosco. Non stavo più in me dalla gioia, avevo tanto desiderato che arrivasse questo momento. Lady Elizabeth non si sarebbe unita a noi, non ci saremo allontanate troppo, ma avremmo trascorso almeno un'ora tra gli alberi.

Il giorno successivo, il cocchiere ci accompagnò sul limitare del bosco. Non appena scesi dalla carrozza, mi sentii a casa. Dopo appena dieci minuti, il lupo venne a salutarmi. Lady Fiona si spaventò, ma io la rassicurai:

- Mi ha accompagnata per anni nel folto della foresta, non c'è da temere, è come se fosse il mio cane. –

- Hai un lupo per amico? – mi chiese, sbalordita.

- Sì, riesco a comunicare con gli animali e loro sono attratti da me. –

Fiona stentava a credere alle mie parole. 

 

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.
GardeniaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora