CAPITOLO XXI

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Ero spossata e infreddolita, mi addormentai non appena posai la testa sul cuscino, ma, alle tre in punto, udii Peter urlare. Senza riflettere, mi alzai di scatto, indossai la vestaglia e corsi verso la sua camera. La porta era chiusa, non sapevo se ci fosse Edward. Entrai senza bussare. Vidi Peter che si dondolava con le ginocchia strette al petto, aveva lo sguardo perso nel vuoto.

- Peter! – chiamai.

Non mi rispose, sembrava non registrare la mia presenza. Mi avvicinai molto lentamente, sedetti sull'altra sponda del letto e sussurrai il suo nome.

- Peter, mi senti? –

Fu come se si ridestasse in quell'istante. Mi guardò, con l'aria trasognata.

- Così sei tu... - disse.

- Sono Gardenia, Peter. –

- Sei la ragazza dai capelli rossi... -

Non capii cosa volesse dire, ma era la seconda volta che mi definiva così.

- Hai fatto un brutto sogno. – lo consolai, sottovoce.

- Non era un sogno, era tutto reale, è accaduto davvero. –

- Che cosa è accaduto? – domandai, col cuore in gola.

Non mi rispose. Continuava a dondolarsi.

- E' passato. – cercai di consolarlo.

- Non passerà mai. –

- Sì, che passerà, te lo prometto. – assicurai.

- Cosa vuoi saperne tu? Perché sei qui? Che cosa vuoi da me? Esci! Torna in camera tua! – mi investì con voce cattiva.

- Va bene, scusa, volevo solo accertarmi che ti fossi ripreso. –

Mi alzai dal suo letto e, dandogli la buonanotte, mi chiusi la porta della sua stanza alle spalle

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Mi alzai dal suo letto e, dandogli la buonanotte, mi chiusi la porta della sua stanza alle spalle. Mi era parso così indifeso e, di colpo, così aggressivo. Mi ero accorta che, quando era tornato in sé e mi aveva guardata, era stato come se mi avesse riconosciuta, proprio come era accaduto la prima volta che mi aveva vista. Possibile che mi avesse veduta quando lo spiavo da lontano? E se era davvero così, perché non diceva nulla al riguardo? Mi chiedevo cosa potessi fare per aiutarlo.

La mattina successiva, Edward e Peter erano assenti a colazione. Lord Barrington ci informò che avevano consumato il loro pasto un'ora prima, per andare nei campi a controllare gli operai. Mi chiesi come stesse Peter. Poi, Fiona ci spiazzò:

- Ho deciso di fare ritorno a Londra. – rivelò, con la voce incrinata dall'emozione.

- Sto preparando i bagagli, stasera saluterò i ragazzi e partirò domattina. – spiegò.

Mi sentii precipitare, non ero pronta a dirle addio. Come se mi avesse letto nel pensiero, dopo colazione, Fiona mi prese a braccetto e mi condusse nel parco.

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