CAPITOLO VI

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Il giorno seguente, mentre ero intenta a lavare le verdure, vidi, dietro la finestra della cucina, arrivare una carrozza che si fermò di fronte all'uscio del cottage. Non credevo ai miei occhi: che la mia fama di sensitiva si fosse diffusa tanto da raggiungere le dimore dei nobili? Il cocchiere, un uomo anziano, bussò alla porta. Mi asciugai le mani sul grembiule, trassi un profondo respiro e aprii. L'uomo si tolse il cappello e si inchinò:

- Buongiorno. Porgo i miei saluti. Sono qui per conto del Duca di Barrington. Parlo con Lady Gardenia? –

Ero esterrefatta. Non sapevo cosa replicare.

- Il mio nome è Gardenia... -

- Il Duca l'attende in carrozza. Volete usarmi la cortesia di seguirmi? –

Sentivo un vuoto allo stomaco. Il Duca di Barrington voleva vedermi? Doveva aver scoperto tutto. Ero terrorizzata, ma seguii il cocchiere che mi aiutò a salire in carrozza. L'uomo che mi trovai di fronte era avanti negli anni, ma aveva vispi occhi azzurri.

 L'uomo che mi trovai di fronte era avanti negli anni, ma aveva vispi occhi azzurri

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- Benvenuta, mia cara. –

- Sua Grazia... Io... - balbettai, non riuscendo ad aggiungere altro.

- Siete confusa, mi rendo conto. Sono qui per svelarvi qualcosa di molto importante. Vostro padre, il Duca di Rocherster, purtroppo, ci ha lasciati. Vi porgo le mie condoglianze. So che non lo avete mai conosciuto, ma sappiate che ha sempre vegliato su di voi, sin dalla vostra nascita. Non appena venuto a conoscenza della morte della donna che vi ha allevata, si è preso cura di voi inviandovi i doni che avete ricevuto. Era un mio fraterno amico e mi ha chiesto di provvedere a voi. Non vi ha riconosciuta come sua figlia legittima perché non poteva, ma vi ha lasciato dei beni e una rendita. Ne verrete in possesso al compimento della maggiore età. E' suo espresso desiderio che voi accettiate di trasferirvi nella mia dimora. Sarò io a occuparmi di voi d'ora in poi. Spero vogliate acconsentire. – mi disse, speranzoso.

Ero incredula. Lo guardavo attonita e non riuscivo a replicare.

- Capisco che abbiate bisogno di riflettere sulla mia proposta. So di avervi turbata, ma era giusto che sapeste chi siete e a quale rango appartenete. Vi lascio il tempo di ragionare su tutto quanto vi ho detto. Tornerò presto a trovarvi. – aggiunse.

- Grazie... Io vi ringrazio... - risposi, con un filo di voce.

Non appena rientrata in casa, mi sentii mancare. Fui costretta a distendermi. Chiusi gli occhi. Continuavo a sentire le parole del Duca di Barrington. Io, una Lady? La figlia del Duca di Rocherster? Ero sopraffatta. Mio padre aveva sempre vegliato su di me. Anche lui era morto, come Deirdre. Il Duca di Barrington era pronto ad accogliermi. Sentivo il cuore tamburellare nel petto. Cercai di calmarmi. Feci dei profondi respiri. Adesso, mi era tutto più chiaro: ecco perché avevo cominciato a sentire una forte attrazione verso la dimora dei Barrington: percepivo il mio futuro. Eppure, ora che sapevo di poter accedere a quei cancelli, avevo paura, non volevo farlo. Non volevo lasciare il mio cottage, il mio bosco, Annabelle, il villaggio. Non volevo stravolgere la mia vita. Se avessi accettato la proposta del Duca, tutto sarebbe cambiato: avrei perso la mia libertà. Eppure. Eppure, avrei avuto la possibilità di conoscere il mio cavaliere, il giovane Barrington. Non era mio fratello, constatai sollevata. Era solo il figlio di un caro amico di mio padre. Per un attimo, immaginai il nostro incontro e mi sorpresi a sorridere. Poi, scacciai quella visione: no, non potevo abbandonare tutto. Invocai i miei maestri spirituali, ma non risposero. Sapevo che non avrebbero potuto influenzarmi di fronte a una scelta così delicata. Decisi di attendere l'arrivo di Annabelle per confidarmi con lei.

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