CAPITOLO IV

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Quello fu uno dei periodi più difficili della mia vita. Non mi restava che Annabelle, mi sentivo profondamente sola e avvertivo bruciante la mancanza di Deirdre. Per non pensare, mi caricavo di lavoro dal mattino alla sera. Mi alzavo prima dell'alba e sgobbavo nell'orto, andavo a consegnare gli ortaggi porta a porta, rincasavo e mi mettevo a cucinare per le famiglie più bisognose, duramente colpite dalla guerra. Nel pomeriggio, mi dedicavo alla sartoria e alla preparazione della cena, sebbene mangiassi poco. L'unico momento di requie era rappresentato dalla visita di Annabelle, che, puntuale, ogni sera, veniva a trovarmi per cercare di rasserenarmi un po'. Andai avanti così per mesi, finché, un giorno, Deirdre in sogno mi rimproverò:

- Devi vivere, Gardenia, non sopravvivere. –

Fu come una sveglia per me: capii che dovevo a me stessa e a lei un nuovo approccio alla vita, che era mio dovere onorare ogni giorno e goderne il più possibile

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Fu come una sveglia per me: capii che dovevo a me stessa e a lei un nuovo approccio alla vita, che era mio dovere onorare ogni giorno e goderne il più possibile. Così, cominciai a rallentare un po', a concedermi momenti di pausa, di svago e riposo. Fu allora che decisi di tornare nel bosco: ne avevo bisogno, le mie passeggiate mi erano mancate. Camminando tra gli alberi secolari, udii le voci degli spiriti della Natura che sussurravano parole di pace, amore e armonia. Mi sentii ritemprata. Un pomeriggio in cui non avrei dovuto vedere clienti, decisi di raggiungere ancora una volta la proprietà dei Barrington. Nonostante il dolore e la fatica, non avevo dimenticato il cavaliere misterioso. Volevo capire che cosa mi spingeva verso quella antica dimora. Il lupo, fido, mi accompagnò. Era ancora presto, stavolta, quando arrivai ai cancelli del palazzo. Ebbi un tuffo al cuore quando, sul terrazzo, scorsi il giovane che mi aveva catturata sedere a leggere. Era assorto, quasi sprofondato in uno stato meditativo. Ai suoi piedi, un cane da caccia, a fargli da guardia. I capelli castano dorato ricadevano sui suoi begli occhi. Poi, un domestico interruppe la sua quiete, raggiungendolo per servire il tè. Sul carrello, assieme alla teiera, un'alzata d'argento conteneva e metteva in bella mostra ogni ben di Dio: sandwiches e scones, accompagnati da burro e marmellata. Ero deliziata e sentii brontolare lo stomaco.

Quando il ragazzo cominciò a mangiare, ebbi la sensazione che stesse guardando nella mia direzione e, lesta, mi nascosi

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Quando il ragazzo cominciò a mangiare, ebbi la sensazione che stesse guardando nella mia direzione e, lesta, mi nascosi. Poi, timorosa, sgattaiolai via e ripresi la strada del bosco. Lungo il cammino, col cuore contento, appagato da quella visione, continuavo a non trovare risposta alle mie molteplici domande: Che cosa volevo dal giovane Barrington? Perché continuavo a spiarlo? Il mio intuito mi diceva che quella figura sarebbe diventata importante per me, ma non riuscivo a immaginare come. Che cosa mai avevamo in comune? Se anche avessi trovato il coraggio di presentarmi, non mi avrebbe presa in considerazione: un'umile sarta di paese che cosa poteva mai condividere con un nobile duca? Nonostante tutto, mi sentivo felice come non ero più stata dalla scomparsa di Deirdre. La mia mente dubitava, ma la mia anima gioiva.

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