Capitolo quattro

4 3 2
                                    

Con un fendente, James attaccò Danny che riuscì a schivare con agilità, contrattaccando con un colpo che James parò facilmente. "Buono," ammise la strega, con un leggero cenno di apprezzamento. Danny migliorava di giorno in giorno, sia con la spada che con gli incantesimi. Era il migliore nella classe di difesa e conoscenza delle creature magiche e il numero uno nel club di duello con la spada, tuttavia James non glielo avrebbe mai detto. "Ma puoi fare di meglio."

Danny roteò gli occhi, sapendo benissimo che il suo amico fosse in realtà molto orgoglioso. "Anche tu." Lo sfottè, preparandosi al colpo che, infatti, non tardò ad arrivare.

James avanzò con grazia, sollevando la spada in un gesto elegante ma minaccioso. Senza preavviso, attaccò con una velocità sorprendente. La lama stava fendendo l'aria con precisione letale. Danny parò l'attacco appena in tempo, ma la forza del colpo lo costrinse a indietreggiare, i suoi piedi che graffiavano il terreno erboso. James incalzò, muovendosi con una fluidità che rifletteva anni di pratica. Ogni colpo era un misto di forza e precisione, studiato per mettere alla prova il suo avversario. Danny lottava per mantenere il ritmo, la sua spada incontrando quella di James con un clangore metallico che risuonava tra gli alberi presenti davanti casa di Jack.

Con un movimento rapido e deciso, Danny schivò un affondo e contrattaccò con una precisione sorprendente. La sua lama trovò un varco nella difesa di James, spingendolo indietro. Approfittando del momento, Danny avanzò con una serie di colpi rapidi e ben mirati. James parò il primo, il secondo, ma al terzo fu costretto a cedere terreno, finché si trovò con la schiena quasi contro un albero.

In un ultimo scambio di colpi, Danny fece un movimento inaspettato, ruotando il polso e disarmando James con un colpo secco. Prima che James potesse reagire, Danny puntò la spada alla gola del corvino. Il respiro di entrambi era pesante, ma negli occhi di Danny brillava una luce di trionfo.

James sollevò le mani in segno di resa, un sorriso quasi impercettibile sul volto. "Bene, moccioso," disse, cercando di nascondere l'orgoglio nella sua voce. "Mi hai colto di sorpresa!" Danny abbassò lentamente la spada, ancora incredulo di aver messo in difficoltà il suo maestro. James si allontanò di qualche passo, massaggiandosi il polso con aria rilassata. "Pausa," dichiarò con un cenno della testa. "Hai meritato un po' di riposo. E un complimento." Gli sorrise e gli scompigliò i capelli, gesto per il quale Danny arrossì: non era abituato a ricevere complimenti da James

"Sono stato bravo?" Chiese, gli occhi speranzosi, mentre frugava nella sua borsa.

"Scherzi? Mi hai disarmato." James si sedette sull'erba, prendendo un sorso d'acqua dalla borraccia che gli passò Danny. "L'unica altra persona ad esserci mai riuscita era..." si morse un labbro. Il ricordo faceva ancora male. "Irwin." Completò a voce flebile.

Danny gli si sedette vicino, una smorfia di compassione sul volto. "Ti farebbe bene parlare di lui." Gli suggerì. Da quando il giorno prima erano stati a casa di Oliver e James aveva rivisto Irwin, non lo aveva più nominato nei suoi discorsi. Fare finta che non esistesse avrebbe solo peggiorato il tutto e, comunque, in cuor suo, Danny sperava che Irwin riprendesse la memoria se fosse stato a contatto con James. Proprio quella mattina ne aveva parlato con Oliver, che invece non era dello stesso avviso: «Non è magia, è scienza. Se fosse stata magia sarebbe stato molto più semplice.» gli aveva spiegato. «Con un incantesimo, in qualche modo, saremmo riusciti a recuperare i suoi ricordi. Ma la scienza...» aveva sospirato. «Quella è roba forte. Dobbiamo solo sperare che il trauma nella sua testa non sia permanente.» Danny non se l'era sentito di dirlo a James, ma immaginava che la strega già lo sapesse o che, comunque, lo immaginasse: dopotutto, non era stupido.

James si strinse nelle spalle. "Ne parlò già al mio analista."

Danny non gli disse che sapeva che fosse una bugia. Il suo analista, Tom, per via del segreto professionale non aveva dato loro i dettagli delle sue conversazioni con James, ma gli aveva detto che la strega oscura parlasse di tutto tranne che di Irwin, che invece era proprio il motivo per cui James ci andava. "Ma io sono tuo amico, forse con me ti verrebbe più facile." Gli disse invece, sperando che James fosse d'accordo. Tom aveva detto che James era come un vaso che era stato già stato incollato molte volte: presto, al minimo danno, si sarebbe rotto in mille pezzi e non sarebbe più stato possibile incollarlo di nuovo -per questo dovevano essere cauti. "Perchè non mi racconti di come vi siete conosciuti?"

I Ricordi Di Alvagar -Il Medaglione Di Alvagar 3-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora