La stanza era avvolta in una calma intima e rassicurante. Le luci soffuse gettavano ombre morbide sui mobili, mentre il suono della pioggia che batteva contro i vetri creava un'atmosfera serena. Irwin giaceva sul divano, la testa appoggiata delicatamente sul grembo di James, che con gesti lenti gli accarezzava i capelli. "Finalmente solo noi due." Sussurrò il re, per non spezzare la bolla di quiete che si era creata.
Incredibile ma vero, erano finalmente liberi di passare del tempo da soli: Eleanoire e Logan erano in luna di miele da già una settimana (i ragazzi avevano regalato loro un soggiorno nel Paese delle Fiabe, e proprio il giorno prima avevano ricevuto una cartolina con una foto di Eleanoire e Cappuccetto Rosso, che sembrava assolutamente terrorizzata dalla vicinanza del licantropo), Oliver e Danny erano impegnati nel ripasso per le verifiche, Jack non si faceva sentire mai e quello era il giorno libero di Joan.
"E senza più fratelli Delacroix tra i piedi." Sospirò James, facendolo ridere. "Ringraziamo il cielo che quel matrimonio è finito!"
Irwin annuì, divertito. Chiuse gli occhi, lasciandosi cullare dal suo tocco gentile. "James, a proposito di matrimonio," mormorò con voce morbida, "Mi parli di lui?"
James si irrigidì per un istante, confuso. "Di chi, piccolo?" chiese sottovoce.
Irwin aprì gli occhi e fissò il soffitto, esitando per un momento prima di rispondere. "Del tuo ex. I ragazzi mi hanno detto qualcosa su di lui, ma vorrei saperlo da te."
James deglutì, cercando di mantenere la calma. Le dita tremarono leggermente mentre continuavano a scorrere tra i capelli di Irwin, che lo osservava con un'espressione serena, ignaro del tumulto che aveva scatenato.
"Lui era... speciale," iniziò James con voce tenue. "Era gentile, affettuoso, e aveva un modo di farti sentire come se fossi l'unica persona al mondo che contava davvero. Ogni momento con lui era prezioso, come se il tempo si fermasse." Irwin sorrise debolmente, incuriosito dalle parole di James. "Avevamo già la fedina al dito quando è- successo." In un gesto quasi involontario, prima di rendersi conto di quanto fosse una terribile idea, gli porse la mano per fargli vedere l'anello dorato.
Irwin lo guardò con attenzione, accarezzandolo come se avesse avuto paura di toccarlo. Improvvisamente, però, la sua mano si fermò. E la consapevolezza colpì James alla velocità di un treno: l'incisione con i loro nomi completi legati dal simbolo dell'infinito era lì. Era ancora lì. "Oh." Sussultò, e James poté vedere gli ingranaggi lavorare nel suo cervello.
"Per questo sapevo il tuo secondo nome senza che me lo avessi detto." Spiegò James velocemente, cercando di non far trapelare il nervosismo nella sua voce. "Perché era anche il suo." James pensò di essere stato abbastanza convincente, ma Irwin continuò a guardarlo in silenzio, lo sguardo inquisitore. "Irwin?"
A quello, il re si ricompose e i suoi occhi ripresero la sfumatura dolce. "Sì? Oh, scusami, stavo solo pensando a quanto sia particolare come cosa." Rispose, sorridendo in modo angelico. "Insomma, quante probabilità c'erano che lui si chiamasse come me?"
James deglutì. Stava capendo. "Lui era più piccolo di te." Si affrettò a dire. "Aveva vent'anni." Irwin spalancò gli occhi, incredulo. James continuò: "Si chiamava così perché sua madre aveva fatto una preghiera agli dei, promettendo che se lui non fosse morto durante il parto avrebbe chiamato suo figlio come il principe. Ed, ehm, ecco." Era probabilmente la scusa più ridicola di sempre, ma era l'unica cosa che gli era venuta in mente. Sperò fosse abbastanza.
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I Ricordi Di Alvagar -Il Medaglione Di Alvagar 3-
FantasiaJames Marblewing, affranto perché il suo fidanzato non ha idea di chi lui sia, si chiude nella sua camera e non parla con nessuno per mesi: non ha nessuna intenzione di ritornare nella vita di Irwin Bèchalot, ancora troppo fragile per sopportare il...