James sbadigliò per l'ennesima volta, facendo sbuffare Irwin di conseguenza. "Scusami, amore, ma stiamo cercando da venti minuti e ancora non abbiamo trovato nulla!"
Irwin gli rifilò un'occhiataccia, "Beh, questo perché tu stai sonnecchiando in giro invece di aiutarmi a cercarla."
"Sono le cinque del mattino!" Piagnucolò il marito, sbattendo i piedi per terra come un bambino. "Insomma, sei sicuro al cento per cento che fosse una visione e non un bel sogno?"
"Non meriti neanche una risposta." Irwin voltò la testa, sprezzante.
Il fatto era che, qualche ora prima, mentre dormivano e vivevano nella pace del loro matrimonio, Irwin aveva visto una bambina, al massimo di cinque anni, piangere al mercato di Alvagar, dietro la bancarelle delle mele. E ora stava trascinando James ovunque per cercarla perché «deve essere un segno, Jam!»
"Non possiamo cercarla tra qualche ora? Io ho sonno."
Ma Irwin era già lontano, accovacciato dietro una bancarella: "Jam, vieni qua! L'ho trovata!"
Incredibile ma vero, Irwin non si era sbagliato. La bambina era veramente lì, nascosta sotto il bancone delle mele, ed era adorabile. I suoi capelli erano castani e i suoi occhi blu. Il suo vestitino era stracciato e lei sembrava impaurita.
"Ehi, tesoro," Irwin si accovacciò accanto a lei, prendendole una mano. Lui aveva sempre avuto una sorta di talento con i bambini, al contrario di James ai quali stava quasi sempre tendenzialmente antipatico. "Ti va di dirmi come ti chiami? Io sono Irwin e sono dalla tua parte. Sono buono."
La bimba si nascose di più sotto il bancone. "Anche lui è buono?" Chiese, indicando James, impaurita.
James si accigliò. "Certo che sono buono." Borbottò, in modo scorbutico. All'occhiataccia che gli rivolse Irwin, anche lui si accovacciò, roteò gli occhi e: "Sono James. E non credo di essere cattivo."
Lei ridacchio leggermente e poi: "Sophia." Si presentò. "Vengo dal villaggio di Gobirid. La mia casa è andata in fiamme e la mia mamma..." la ragazzina si portò una mano alla bocca per sopprimere le lacrime, così Irwin la portò sul suo petto e le accarezzò i capelli. A James si strinse il cuore a quella scena.
"È tutto okay, tesoro, ci siamo noi con te, ora." La tranquillizzò Irwin, passandole dolcemente una mano sulla schiena con movimenti circolari. "Se vuoi, puoi venire al castello con noi. Sono sicuro che farà a tutti piacere avere un po' di allegria in giro, eh?"
"Sul serio, Irwin? Hai invitato una bambina sconosciuta a stare con noi al castello? Ci siamo sposati da due giorni!" Strillò James, perché era okay non abbandonare i bambini per strada, ma non era il momento di fare da orfanotrofio, non quando il loro hotel nel paese delle fiabe li aspettava.
La bimba era adorabile, davvero, ma non sapeva con certezza se fossero abbastanza pronti per prendersi cura di un altro essere umano: a mala pena sapevano prendersi cura di loro stessi! Adesso, lei, mentre loro discutevano stava dormendo beatamente sul loro letto matrimoniale. Era crollata dopo che Eleanoire, entusiasta, le aveva fatto un bagnetto e si era divertita a cambiarla in adorabili vestitini.
STAI LEGGENDO
I Ricordi Di Alvagar -Il Medaglione Di Alvagar 3-
FantasyJames Marblewing, affranto perché il suo fidanzato non ha idea di chi lui sia, si chiude nella sua camera e non parla con nessuno per mesi: non ha nessuna intenzione di ritornare nella vita di Irwin Bèchalot, ancora troppo fragile per sopportare il...