Quando Joan proclamò terminata la riunione del giorno, circa duecento litigi e minacce di morte dopo, James si sentì sollevato come se fosse stato un condannato a morte appena assolto dalla sua pena. In un certo senso era così.
Si affrettò a prendere la giacca e a mettersi la borsa in spalla e poi scappò via, prima che Georgia proponesse di nuovo di fare una pentolaccia a forma degli sposi («Ti rendi conto che sarebbe come picchiare Eleanoire e Logan?» «E il problema qual è?» «Che non dovremmo picchiare la pentolaccia a forma dei nostri amici nel giorno del loro matrimonio, forse?» «Vabbè ma mica stiamo picchiando quelli veri.» «E ringraziamo gli dei che tu non lo abbia ancora proposto come scherzo di fine matrimonio.» «In realtà...» «No.»).
Era sollevato dal fatto che la riunione del giorno fosse finita, perché oltre al nervosismo che i fratelli Delacroix gli causavano di norma, c'era il nervosismo perché il suo discorso ad Irwin era stato interrotto dagli smoking dai colori improponibili di Lily e lui non avrebbe mai più avuto un'occasione per-...
"James!" La strega oscura si voltò sentendo la voce di Irwin in lontananza e sorrise quando lo vide correre verso di sè. Oh beh. Si stava ricredendo un pochino sul conto delle Moire. "Facciamo strada insieme?"
"Certamente." Sì! Evviva! Era l'occasione della sua vita! Avrebbero potuto finalmente parlare, da soli e senza interruzio-...
"Buona serata, sire." Alexander si inchinò quando li vide passare. "E anche a lei, James." La guardia impallidì all'istante, rendendosi conto ormai troppo tardi dell'errore, e James deglutì, voltandosi alla velocità della luce verso Irwin per capire se avesse sentito.
Aveva sentito eccome, a giudicare da come stava facendo vagare lo sguardo tra loro. "Voi due... vi conoscete?"
"No!"
"Sì!"
Esclamarono in contemporanea. James voleva picchiare Alexander. Gli scoccò un'occhiataccia che significava chiaramente stai zitto e poi proseguì: "Ci siamo conosciuti stasera ed io mi sono presentato, fine della storia." Alexander annuì freneticamente, probabilmente convinto che James avesse appena detto la bugia del secolo, ma James sapeva che non fosse così dall'espressione di Irwin. Aveva un sopracciglio inarcato e adesso stava squadrando James dall'alto in basso, come se quello bastasse a capire perché gli avesse mentito. "Davvero." Aggiunse, all'occhiataccia del re.
Irwin annuì, ma era ovvio che non avesse creduto ad una singola parola. James aveva capito dai suoi occhi, serrati, che aveva visto il colore della sua aura e aveva capito la bugia. Fortunatamente, però, ebbe abbastanza pietà di James per lasciare correre, o non tanto, in realtà, visto che cominciò un vero e proprio interrogatorio: "Quindi... tu e Jack avete mai...?" Lasciò la frase a metà e fece un gesto osceno con la mano che fece affogare James con la saliva, esterrefatto, sia per il gestaccio ma soprattutto per l'implicazione.
"Cosa? No!" Si affrettò a negare, scuotendo la testa velocemente, inorridito. Lui e Jack?! Aveva la faccia di uno che avrebbe potuto sopportare Jack in modo romantico? A mala pena lo sopportava in modo amichevole! "Siamo amici. Credo." Aggiunse poi, perché non era sicuro se fossero proprio amici. Insomma, Jack aveva cercato di arrestarlo numerose volte e per la maggior parte del tempo si sfottevano, ma non lo odiava. Non tutto il tempo, quantomeno.
Irwin sospirò, sollevato. "Lo pensavo anche io: non sembra proprio il tuo tipo." James sorrise. Irwin era geloso. "Tuttavia, avevo bisogno di una conferma."
"Non ti preoccupare della concorrenza, principino." James lo spintonò con un fianco, non badando al soprannome, mentre Irwin si congelò.
"Come mi hai chiamato?" Sussurrò, gli occhi spalancati come quelli di un cervo davanti ai fari di una macchina.
James si rese conto solo in quel momento del suo errore. Irwin era re. James aveva cominciato a chiamarlo principino quando ancora era effettivamente un principe, ma ora che era un re non avrebbe avuto senso chiamarlo principino. A meno che non ci fosse un motivo -e c'era. Ed Irwin aveva appena fatto quel ragionamento, visto il cambiamento istantaneo della sua espressione, da confusa ad indagatrice. E se stesse cominciando a ricordare? Con gli occhi luminosi di speranza James lo fissò, in attesa che aggiungesse altro.
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I Ricordi Di Alvagar -Il Medaglione Di Alvagar 3-
FantasyJames Marblewing, affranto perché il suo fidanzato non ha idea di chi lui sia, si chiude nella sua camera e non parla con nessuno per mesi: non ha nessuna intenzione di ritornare nella vita di Irwin Bèchalot, ancora troppo fragile per sopportare il...