Capitolo sette

7 4 6
                                    

Si sentiva solo un poco in colpa per non aver aggiornato subito sua madre dei recenti avvenimenti. Era solo stato stanco emotivamente e fisicamente -dopotutto, aveva ripreso a parlare con il suo fidanzato che non si ricordava di lui mentre insegnava a dei liceali, si stancava solo a pensarlo, praticamente- ma non avrebbe mai immaginato che sua madre lo avrebbe trattato come se le avesse nascosto di essere uno spacciatore.

"È un passo importante, James!" La strega oscura guardò suo padre, seduto sulla poltrona, accigliato, sperando in un qualche aiuto. Non arrivò. James amava sua mamma, ovvio, ma era la terza volta che gli ripeteva quanto fosse importante che lui avesse ripreso a parlare con Irwin e bla bla bla ed era stanco. Molto.

"D'accordo, mamma, l'ho capito, ora-..."

"Si ricorda?" Lo interruppe Arcadia, gli occhi colmi di speranza.

James sbuffò. "Mamma, ma secondo te io sarei qui a bere del tè con i miei genitori se il mio fidanzato con cui non parlo da un anno si ricordasse improvvisamente di me oppure starei già riprogrammando il mio matrimonio?"

Arcadia fece roteare gli occhi al cielo e si rivolse ad Ade, accigliata. "Ecco, ora fa come te!"

Il dio sembrò offeso da quell'affermazione. "Non paragonare il mio sottile e divertente sarcasmo," James alzò le sopracciglia a quello, in totale disaccordo, "Al suo modo di trattare tutte le persone come se fossero inferiori rispetto a lui!"

"Beh da qualcuno lo avrà ereditato, no?"

"E non può averlo ereditato da te?"

"Ma perché-..."

James, stanco di sentirli litigare, soffocò il viso nella sua tazza da tè, bevendola tutta d'un sorso, "Io vado!" Proclamò, richiamando a sè la sua giacca e indossandola.

Suo padre mise le mani sui fianchi una volta controllato l'orologio. Quello non era il tipico orario al quale usciva James e, chiaramente, non stava nemmeno andando a scuola: "Per il matrimonio?"

"No, papà," James arricciò le labbra. "Sto uscendo alle otto di sera perché ultimamente mi sono unito ad una setta di cannibali perché mi hanno detto che mangiare carne umana è l'unico modo per recuperare i ricordi." I suoi genitori lo guardarono in silenzio, sbattendo le palpebre, e poi si guardarono tra di loro, preoccupati. James socchiuse gli occhi. "Non ditemi che mi avete creduto perché vi giuro-..."

"Non si può mai sapere con te, okay?" Ade si rilassò visibilmente. Sapeva quanto suo figlio fosse debole a causa di ciò che stava passando, quindi sapeva anche che avrebbe potuto credere ad una cosa del genere. Fortunatamente non era stupido, però.

"Va bene, sto andando." James lasciò casa sua, prendendo un grosso respiro una volta fuori. Era stata una brutta idea raccontare loro delle giornate passate con il gruppo ed Irwin. Anche i suoi genitori non vedevano l'ora che il re si ricordasse di loro, era ovvio, ma le occhiate preoccupate che aveva lanciato Ade ad Arcadia mentre James parlava di come Irwin avesse di nuovo una cotta per lui gli lasciavano intendere che non fossero esattamente contenti che avessero ripreso a parlare. Li capiva, certo, perché mentre gli altri soffrivano insieme per Irwin, loro avevano sofferto completamente da soli sia perché avevano appena perso una figlia, sia perché l'altro figlio era uscito di senno, e non volevano che si ripetesse l'esperienza. Tuttavia, James ormai era un vero e proprio adulto e avrebbe potuto affrontare quella situazione senza aver paura anche solo di rivolgere la parola ad Irwin. Ormai quei tempi erano finiti.

Se solo Irwin adesso non lo stesse guardando con insistenza, come se gli avesse appena fatto una domanda della quale James non aveva sentito nulla, troppo preso nei suoi pensieri. Erano ancora fuori casa di Georgia, Ben e Lily, dove avevano deciso di organizzarsi per quella sera, e lui era arrivato da meno di cinque minuti. In attesa che gli aprissero la porta (forse Danny li stava distraendo a forza di liti e non avevano sentito il campanello) aveva visto arrivare Irwin, da lontano, e aveva cominciato a suonare con più insistenza. Non sarebbe potuto rimanere fuori con lui, da soli, per chissà quanto tempo. Aveva bisogno che qualcuno interrompesse le sue chiacchiere con lui prima che diventassero imbarazzanti.

I Ricordi Di Alvagar -Il Medaglione Di Alvagar 3-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora