Capitolo diciassette

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Daniel si massaggiò le tempie una volta che Joan ebbe finito di informarli sui recenti avvenimenti. Non era stato d'accordo in primis nel fare una "riunione d'emergenza", così l'aveva definita Logan, senza James, visto che il problema riguardava principalmente lui, ma i suoi amici erano stati irremovibili su quel punto: nè James, nè Irwin  dovevano sapere che loro sapevano che Irwin sapesse. Era un po' contorto, ma fondamentalmente il problema era che Ruby aveva notato che Irwin avesse cominciato ad avere dei sospetti. Ormai aveva probabilmente capito che lui e James si conoscessero da prima ma che lui lo avesse dimenticato, e secondo i loro amici ciò era una disgrazia. Secondo Danny, ciò poteva solamente andare a loro favore: James era cambiato completamente da quando Irwin si era dimenticato di lui e, in quanto suo migliore amico, Danny aveva il compito di assicurarsi che stesse sempre bene. E James non stava bene da un anno, ormai, perciò non ci pensò due volte prima di dire: "James merita di sapere!"

Eleanoire lasciò uscire un sussulto oltraggiato, come il solo fatto che Danny lo avesse pensato fosse un crimine. "Sì e se poi Irwin non dovesse mai più recuperare la memoria?"

Ed eccoli tornare sullo stesso punto. Di nuovo. Sembrava come se i suoi amici avessero perso tutta la loro intelligenza, tutto ad un tratto. "Ragazzi, ve lo ripeterò per l'ultima volta: Irwin e James si rimetteranno insieme, con o senza i ricordi di Irwin, capito?" Danny parlò, calmo, "Sono semplicemente destinati ad essere per sempre insieme. Lo avete visto lo sguardo di Irwin, la prima volta che ha incontrato James! Non ha nemmeno guardato me, Oli o mio zio, anche noi sconosciuti, ma si è concentrato solo su James." Guardò Joan come a sfidarlo a contraddirlo. Joan non lo fece. "Quindi, prima o poi, Irwin chiederà a James di uscire e James riuscirà a non rovinare tutto, poi si sposeranno e vivranno felici e contenti-..."

"Non capisco il tuo punto." Lo interruppe Logan, confuso.

"Questo perché non mi hai fatto finire." Gli scoccò un'occhiataccia. "Dicevo: se Irwin un giorno dovesse scoprire che James gli ha mentito, come pensate che reagirebbe?" Non aspettò risposte: "Litigherebbero. Di nuovo. E poof, tutto quello che hanno costruito sparirebbe!"

"Quindi tu suggerisci di dire ad Irwin che è lui il «defunto marito» di James?" Domandò Joan, una mano tra i capelli.

Certo, se James non avesse inventato quella storia strappalacrime sarebbe tutto più semplice, perché Irwin ora non avrebbe paura di avvicinarsi a lui, ma Danny aveva una soluzione per tutto, perciò scosse la testa. "No. Se James vorrà dirglielo, lo farà; se Irwin vorrà chiedergli se si conoscessero prima che lui perdesse i ricordi, lo farà... ma noi non dobbiamo impedirlo."

"E se nessuno dei due lo dicesse mai?" Obbiettò Jack. "E se non uscissero mai più insieme?" Quello era un ottimo punto: negli ultimi giorni, James ed Irwin si erano parlati a malapena, uno perché sospettoso, l'altro perché aveva la "coscienza sporca." Per questo motivo serviva un piano.

"Non succederà." Danny sorrise, fiducioso.

Oliver lo guardò, un sopracciglio inarcato. Danny capì subito che Oliver sapesse che lui avesse qualcosa in mente. "Oh miei dei, dì la tua idea e basta, Danny!" Sbottò, nervoso, e il biondo rise:

"Ecco, allora, ho stilato un piano perfetto..."

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