I'll find you again - You're not a warrior, you're you [ReinerXreader]

Parte 43

Hanji e Magath cercavano di fare il punto su quanto la situazione fosse più o meno complessa. Sicuramente non sarà una passeggiata: recuperare gli idrovolanti di Marley, arrivare da Eren e fermarlo. Ma sì, noi siamo in dieci, due bambini e Levi che, beh, allo stato attuale non è esattamente nelle sue condizioni migliori, e loro sono solo un esercito di invasati che credono che il piano di Eren possa davvero darci pace e libertà.
Sì, è una situazione suicida.
I miei compagni stavano raccogliendo l'attrezzatura e si stavano preparando per... morire... perché non riesco ad essere ottimista? Okay, saremo anche in minoranza, ma abbiamo comunque quattro giganti, siamo più forti. Lo siamo davvero?

Jean: "La bevuta in solitaria di ieri notte ti ha fatto scordare le basi dell'addestramento?"

Perché riesce sempre ad arrivare quando sono totalmente persa nei miei pensieri? Ormai ha sviluppato un sesto senso nel leggermi nella mente, se no non si spiega.

T/n: "Ci vuole più di una bottiglia di vino per mettermi in difficoltà."

Strinsi il più possibile la cintura dell'imbracatura, ma, come aveva intuito, ho agganciato male una delle bombole di gas che cadde a terra attirando l'attenzione di tutti.
Dio, che imbarazzo! Neanche durante l'addestramento facevo questi errori. Che mi prende? Non è la prima volta che vado in battaglia e ho persino guidato un intero gruppo di uomini, eppure ora mi sento come la ragazzina impacciata dei primi periodi.
Incrociai lo sguardo di Reiner per qualche secondo. Mi sentivo totalmente sopraffatta ogni volta che ci guardavamo, emozioni contrastanti, la consapevolezza di non meritarmi tutto ciò che mi ha fatto passare, ma al tempo stesso l'idea che tra pochi anni non sarà mai più nella mia vita mi distrugge ancor più del dolore che mi ha causato.

Jean: "Se hai bisogno di riposarti, puoi stare qua con il capitano."

La sua voce si era fatta più cupa e comprensiva; sa che non ho sbagliato per il vino. Le sue mani strinsero la cinghia della bombola in modo che non cadesse più.

T/n: "E lasciare a te la gloria di salvare l'intero mondo? Scusa, Janbon, ma vengo anch'io."

Sorridemmo all'unisono: finché anche solo uno di noi due continuerà a crederci, entrambi combatteremo.
Il rapporto tra me e Jean per Reiner è sempre stato ingombrante, tuttavia l'ha sempre rispettato, anche ora. Vorrebbe essere lui a darmi la forza di combattere come ho sempre fatto, ma sa anche che finché non riuscirò a fidarmi nuovamente di lui sarebbe tutto inutile. Siamo strani, tanto, e sono ancora furiosa con lui, ma avrò tempo di essere arrabbiata con lui solo se sopravviveremo. Mi avvicinai a lui e per un istante mi parve di sentire un po' della sua tensione sparire.

Annie: "Vanno uccisi tutti in una volta sola. È l'unico modo per proteggere gli idrovolanti. Per attaccare useremo sia i giganti che le vostre armi. Nessun problema per voi?"

Cavolo, Annie, è troppo drastico come piano e soprattutto aumenta il rischio di perdere i nostri giganti. Il piano non convince nessuno. Armin è l'unico che potrebbe pensare a qualcosa di meno drastico. L'unico a prendere coraggio fu Connie, ma solo Mikasa riuscì a dire quello che pensavamo tutti: se venissero uccisi anche gli Azumabito, gli idrovolanti sarebbero inutili. Abbiamo bisogno di loro.

Reiner: "E quindi, di quanto tempo avresti bisogno?"

Onyankopon: "Dipende dagli Azumabito."

Annie: "Quindi dobbiamo prendere abbastanza tempo per preparare le navi, mentre proteggiamo gli idrovolanti, gli Azumabito, e poi non vogliamo più ferire nessun jeagerista che certamente ci attaccherà, il riassunto è questo giusto?"

Dio, se la odio quando ci schiaffeggia la verità così... ma è così, erano e sono come noi, tanti di loro si sono addestrati con noi, siamo cresciuti assieme e hanno solo paura, paura che li ha portati a fidarsi di Eren. Come dargli torto. Annie è molto decisa a proporre il suo piano, ma il suo sguardo la tradisce. Finalmente vedo delle emozioni anche su di lei: ha paura. E come me, spera in Armin per un piano alternativo che ci permetta di non macchiare ulteriormente le mani con il sangue dei nostri compagni.