17 - Ancora tutto resta

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David

Sentii il ticchettare dell'orologio nel silenzio della notte, guardo per l'ennesima volta l'orologio nello sperare che arrivi finalmente l'ora di quello straziante incontro.

<Le cinque e mezza> mi alzai dal divano e spensi la sigaretta a metà nel bicchiere ormai vuoto che mi trovavo davanti.

-Che spreco- mi ripeto da solo guardando il fumo che proveniva dal tabacco ormai bruciato e sbuffo.

Corro in bagno e guardandomi allo specchio non riesco a fare altro se non provare schifo per me stesso; poggio una mano sui capelli e li porto indietro di forza.

<oggi è un altro giorno Dav>.

Appena mi finisco di preparare chiudo l'appartamento e vado in agenzia.

<Buongiorno Omi> mi sento chiamare dalla stanza bar dell'ufficio da Jades <Buongiorno Kijima> rispondo <allegro già di prima mattina a quanto vedo> continuo <si, non vedo l'ora> lo vedo sorridere.

Non lo vedevo così felice da molto molto tempo... l'ho mai visto così felice?

Io non ricordo più qual era la mia prima missione, ricordo soltanto che non avevo la sua stessa felicità di adesso.

<Ti ricordo che stiamo andando a contrattare con la Mafia, Jades, non c'è mai nulla di troppo buono in questo> dissi altezzoso <ti ricordo che anche tu vieni dalla mafia eppure eccoti qui, David> rispose in tono provocatorio <non sono tutti come me...> mi si spense la voce parlando, il che lo fece ammutolire di botto.

Non parlò più.

<Jades-> mi sentii in colpa, forse sono stato troppo duro con lui <è la tua prima missione è normale essere eccitati, ti chiedo soltanto di fare attenzione, non sono tutti ragazzini lì e gli basta una parola detta un minimo male per dare loro la possibilità di attaccarci> lui calò la testa in segno di approvazione, per fortuna non si oppose alle mie parole e tornò alle cose che faceva prima senza problemi.

You made me hate this cityDove le storie prendono vita. Scoprilo ora