25 - ...Si ammala di terrore

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Charles

<Io ti odio David Omi>

Furono le uniche parole che riuscì a fare uscire dalla mia bocca, da lui nessun tipo di reazione; si sentiva solo il suo fiato corto che si espandeva per la stanza e le sue mani che si tenevano il collo arrossato strette su sé stesse.

<hai sofferto abbastanza o ne vuoi ancora?> pronunciai contro di lui, conosco alla perfezione i suoi punti deboli, il che non lo rende il peggior nemico che potessi avere ma potrebbe renderlo il miglior alleato al mondo.

Lo sentì biascicare parole incomprensibili, con lo sguardo stanco rivolto a terra iniziò ad alzarsi lentamente <c-co-cos'altro v-vuoi da m-me?> pronunciò ormai quasi esanime <voglio spiegazioni> dissi avvicinandomi a lui e dandogli un calcio per farlo stare a terra, lui tossì.

<Su cosa? Ti ho già detto tutto ciò che so> continuò <non è vero!> gli gridai contro <perché non ti sei più fatto vivo?> domandai per poi continuare <ho aspettato cinque anni, cinque fottutissimi anni, dentro la mafia, senza nemmeno uno stralcio di notizia cazzo!> presi velocemente fiato <n-non posso Charl-> disse, il suo sguardo cambiò, non aveva più la faccia affranta, bensì divenne uno sguardo ignoto, nessun segno di vita nei suoi occhi <parla David o giuro che io-> premetti un piede sul suo petto lasciandolo li <-oppure tu cosa? Mi uccidi Charles?> mi provocò lui, mi guardava dal basso, significava che ero io ad averla vinta finora <tu non puoi fare a meno di me> ridacchiò continuando il suo discorsetto, io schiacciai maggiormente il piede sul suo sterno solo per sentire i suoi gemiti di dolore, quello stesso dolore che lui odia così tanto.

L'aria dava lo stesso senso di pace di una tempesta, impossibile da percepirsi all'interno, ossigeno puro che inebriava fin troppo dalla sua enormità e pesantezza, cercava una via di fuga in cui poter scaricare tutto, come un fulmine nel pieno centro del turbinio delle emozioni.   

You made me hate this cityDove le storie prendono vita. Scoprilo ora